donatella banci buonamici

ESTROMESSA LA GIUDICE DONATELLA BANCI BONAMICI CHE HA SCARCERATO DUE DEI TRE INDAGATI PER LA TRAGEDIA ALLA FUNIVIA DEL MOTTARONE - IL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE DI VERBANIA HA RIASSEGNATO IL FASCICOLO ALLA GIP TITOLARE, ELENA CERIOTTI, CHE AVREBBE DOVUTO OCCUPARSENE FIN DALL'INIZIO MA ERA IMPEGNATA IN ALTRE ATTIVITÀ - QUELLA CHE E' UNA "ATTIVITÀ DI ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO", DIVENTA UN CASO ALLA LUCE DELLA RICHIESTA DI INCIDENTE PROBATORIO PRESENTATA DALL'AVVOCATO DI GABRIELE TADINI...

Ivan Fossati e Lodovico Poletto per "la Stampa"

DONATELLA BANCI BUONAMICI

 

Coprono con i teloni anti-pioggia quel che resta della cabina numero 3 precipitata sul Mottarone, i pompieri e gli uomini della Protezione civile. Un filo di ruggine, oppure un pezzo che si stacca, potrebbero essere l' ennesimo colpo a questa inchiesta che doveva dire - rapidamente - per quale ragione, e per colpa di chi, 14 persone erano morte nella prima domenica in cui sulle sponde del lago Maggiore si respirava aria di ritorno alla normalità.

 

Già, un altro colpo e sarebbe tutto più complicato ancora, come se quel che è accaduto fin qui non bastasse. Tre arresti. Le scarcerazioni. Polemiche sull' operato della Procura, le parole forti adoperate del Gip nell' ordinanza che ha rimesso in libertà due dei tre arrestati. I commenti successivi. Troppo. Poi, però, mentre ieri si cercavo gli elicotteri, si pianificava l' intervento sulle pendici della montagna, ecco andare in scena l' ennesimo colpo di teatro. Esce dall' inchiesta il giudice che aveva cassato la chiamata in correità di due dei tre uomini, sostenuta dalla procura.

LA FUNIVIA STRESA MOTTARONE PIENA CON I FRENI DISATTIVATI

 

Accade nel penultimo giorno utile per chiedere al Tribunale del Riesame di Torino di prendere in carico il ricorso contro le due scarcerazioni. Succede mentre è aperto il dibattito sull' incidente probatorio: se concederlo o meno - come chiesto dall' avvocato dell' unico indagato ancora ai domiciliari - dipende dal Gip.

 

Ecco, mentre va in scena tutto questo il presidente del Tribunale di Verbania - Luigi Montefusco - firma un atto che mette da parte Donatella Banci Bonamici. E assegna il caso al «Gip titolare» Elena Ceriotti. Tutto legittimo, anzi di più. Ma è una fiammata che scatena gli esperti dietrologi. Ma poi Montefusco mette tutti a tacere, con le motivazioni del provvedimento.

 

luigi nerini 1

Eccole: «Avendo la dottoressa Donatella Banci Buonamici, presidente di sezione coordinatrice dell' area penale, esercitato la funzione di Gip supplente per la convalida del fermo di 3 indagati (Gigi Nerini, Gabriele Tadini ed Enrico Perocchio) il procedimento relativo alla predetta richiesta è stato dalla cancelleria assegnato al medesimo giudice. Ritenuto che tale assegnazione, se giustificata per la convalida del fermo non è conforme alle regole di distribuzione degli affari e ai criteri di sostituzione dei giudici impediti, disposti nelle tabelle di organizzazione dell' Ufficio Gip/Gup..» il fascicolo va ad un altro magistrato.

DONATELLA BANCI BUONAMICI

 

Cioè Elena Ceriotti che - dicono - avrebbe dovuto occuparsene fin dall' inizio, ma proprio nei primissimi giorni di questa complicata inchiesta era impegnata in altre attività. Il linguaggio di Montefusco è giuridico, è vero. La sostanza però è chiara: esistono regole, e vanno rispettate anche quando c' è di mezzo una tragedia come quella del Mottarone. Misteri? Nessuno.

 

gabriele tadini

Ma le voci girano in fretta da queste parti e anche quello che verrà poi definita una «semplice attività di organizzazione del lavoro», diventa un caso alla luce di quella richiesta di incidente probatorio presentata dall' avvocato di Gabriele Tadini. Per quale ragione quell' atto è così importante è facile da capire. Le prove acquisite nel corso delle operazioni sono valide soltanto per le persone attualmente indagate. Se - un giorno - ce ne saranno altri, non potranno essere adoperate. A meno di indagare subito chiunque abbia avuto in un modo oppure nell' altro a che fare con quella funivia. Ed è per questa ragione di prudenza che il capo della Procura, Olimpia Bossi, è contraria.

enrico perocchio

 

Si pregiudicherebbe: «in modo irreversibile lo svolgimento delle attività di indagine» hanno scritto Bossi e la pm Carrera nelle deduzioni inviate all' ufficio dei Gip. Se poi, proprio non si può farne a meno, si chiede almeno di rimandare l' atto «di un paio di mesi, onde consentire che vengano espletate da parte di questo ufficio le attività di indagine».

E mentre tutto questo va in scena gli avvocati dei tre indagati commentano - poco - quel che è accaduto.

 

enrico perocchio.

Da Milano il legale del patron della funivia, Pantano parla di «stranezza» riferendosi alla sostituzione del giudice per le indagini preliminari. Il suo collega Marcello Perillo che assiste il caposervizio reo confesso dice: «Non mi era mai successa una cosa del genere, in ogni caso attendo con serenità il riscontro del nuovo giudice alla mia richiesta». Oggi si capirà come va finire.

FUNIVIA DEL MOTTARONE - GABRIELE TADINI CON GLI IRON MAIDENLA FUNIVIA DI STRESAi forchettoni alla funivia del mottarone nel 2014 il video della tv tedesca zdf 1luigi nerini i forchettoni alla funivia del mottarone nel 2014 il video della tv tedesca zdf

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…