lombroso

GUARDAMI IN FACCIA - POLEMICA A TORINO PER A MOSTRA “I 1000 VOLTI DI LOMBROSO”: IN ESPOSIZIONE 305 FOTOGRAFIE TRATTE DALL'ARCHIVIO DI 7000 SCATTI DI INTERNATI, BRIGANTI MERIDIONALI, CRIMINALI COMUNI, PROSTITUTE E PEDERASTI IMMORTALATI TRA OTTOCENTO E PRIMO NOVECENTO – LA RASSEGNA È STATA BOLLATA COME DISEDUCATIVA E PERICOLOSA, MA I CURATORI SI DIFENDONO SOSTENENDO CHE…

Giordano Tedoldi per “Libero quotidiano”

 

la mostra 'i mille volti di lombroso' 9

Ancora oggi, a oltre un secolo dalla morte, Cesare Lombroso è popolare, se non altro per l' uso frequente che si fa dell' aggettivo "lombrosiano", che vuol dire attribuire caratteristiche morali negative a qualcuno in base alla sua faccia. Una teoria che porta il nome di "fisiognomica" e che, sappiamo bene, non ha alcuna base scientifica.

 

Eppure il nome del medico veronese morto un secolo fa, e ritenuto l' iniziatore della criminologia, fa ancora paura. Ieri, al Museo del cinema di Torino si è inaugurata, non senza polemiche, la mostra I 1000 volti di Lombroso, in programma fino al 6 gennaio. Pezzo forte dell' esposizione sono 305 fotografie tratte dall' archivio di 7000 scatti di internati, briganti meridionali, criminali comuni, prostitute e pederasti immortalati tra Ottocento e primo Novecento, reperti conservati nell' archivio del Museo di antropologia criminale "Cesare Lombroso".

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Nella sua introduzione, la storica dell' arte Nicoletta Leonardi, tra le curatrici della mostra, ha sottolineato che il metodo di cui si serviva Lombroso era «molto lontano da quello che noi definiamo scientifico, mettendo insieme immagini, frammenti di varia natura e provenienza». A ogni modo, proprio perché ancora si parla di Lombroso non è affatto una cattiva idea che il pubblico possa finalmente vedere le fotografie sulle quali Lombroso fondava la sua fisiognomica.

 

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E non c' è modo migliore per demolire un' ipotesi scientifica che conoscerla dettagliatamente. Ma poiché siamo nell' epoca del politicamente corretto, come riconosce uno dei contestatori della mostra, l' ex assessore Domenico Mangone (che già nel 2013 promosse una mozione per chiudere il Museo Lombroso), si sono levate voci di protesta contro questa rassegna fotografica, giudicata diseducativa e pericolosa.

 

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LA CRITICA La critica è che nei testi di accompagnamento alle fotografie dei delinquenti non si afferma in modo sufficientemente perentorio l' arbitrarietà della fisiognomica lombrosiana. E come spesso avviene in queste polemiche all' insegna del politicamente corretto, si chiamano in causa i bambini: «Tanti bambini che visiteranno il Museo, e magari qualche genitore sprovveduto, potrebbero non godere di tutte le nozioni utili a capire davvero cosa gli si vuol comunicare.

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Sono immagini di pregio storico però non di mille anni fa, appena di un secolo fa o poco più. Quindi materiale ancora sensibile» ha affermato Mangone in un' intervista al Corriere. Stessa obiezione muove il comitato "No Lombroso", che solleva anche eccezioni di carattere giuridico secondo le quali per mostrare le fotografie dei delinquenti cubani, ad esempio, ci vorrebbe una liberatoria dell' ambasciata cubana, e che tra le fotografie in mostra ci potrebbero essere anche parenti di persone che non avrebbero piacere di vederli dati in pasto al pubblico. Obiezioni che ci sembrano pretestuose.

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Museo e curatori ribadiscono la correttezza del loro operato, e nel materiale informativo si sottolinea che nelle teorie di Lombroso era implicito "il nesso tra criminologia e razzismo".

 

EVENTO DELL' ANNO Ora, si potrà certo ribadire più chiaramente nei testi questo nesso, ma non c' è dubbio che l' iniziativa non fa che rendere più evidente l' arretratezza del metodo lombrosiano.

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Il comitato "No Lombroso", anziché schierarsi all' attacco e, implicitamente, chiedere che le fotografie di cui si serviva Lombroso restino ancora invisibili, dovrebbe invece sostenere la loro divulgazione. Una mostra è, in generale, sempre un incremento della cultura e della capacità critica, a meno che non si tratti di quella famigerata sull' arte degenerata al tempo del nazionalsocialismo, dove la strumentalizzazione ideologica era però brutalmente manifesta.

la mostra 'i mille volti di lombroso' 1

 

Né è bene considerare sempre il pubblico incapace di capire da sé i livelli di lettura del materiale che gli viene mostrato, come se lo si dovesse sempre, pedagogicamente, guidare, come si fa con un bambino. In definitiva, la mostra "I 1000 volti di Lombroso" è senz' altro uno degli eventi culturali dell' anno.

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