luca palamara

IL GUP DI PERUGIA HA DECISO: I COLLOQUI DI LUCA PALAMARA INTERCETTATI CON IL TROJAN SONO UTILIZZABILI NEL PROCEDIMENTO IN CORSO A SUO CARICO E NON OCCORRE UNA PERIZIA SUL SERVER NEL QUALE SONO TRANSITATI I FILE AUDIO - GLI AVVOCATI DI PALAMARA SOSTENEVANO CHE LE INTERCETTAZIONI FOSSERO INUTILIZZABILI PERCHE' PASSATE SUI SERVER PRIVATI DELLA SOCIETA' "RCS" DI NAPOLI, DOVE C'ERA IL RISCHIO DI MANIPOLAZIONE - BRUTTA NOTIZIA ANCHE PER COSIMO FERRI - MA DECIDERA' LA CASSAZIONE...

palamara

Giacomo Amadori per "la Verità"

 

Per il giudice dell' udienza preliminare di Perugia, Piercarlo Frabotta, le intercettazioni effettuate con il trojan sul cellulare di Luca Palamara sono utilizzabili nel processo per corruzione contro l' ex presidente dell' Associazione nazionale magistrati. È una brutta notizia per gli imputati del processo (Palamara e altri tre), ma anche per i sei convitati dell' hotel Champagne (cinque ex consiglieri del Csm e il parlamentare Cosimo Ferri) sottoposti a procedimento disciplinare proprio sulla base di quelle captazioni.

 

cosimo ferri 2

Ovviamente gli avvocati ricorreranno in Cassazione e sarà la Suprema corte ad avere l' ultima parola. La settimana scorsa un altro gup, Angela Avila, aveva denunciato l'«inutilizzabilità patologica» degli stessi file in un altro procedimento, quello per rivelazione di segreto d' ufficio contro lo stesso Palamara e l' ex collega Stefano Fava. Qui infatti i reati per i quali si procede non consentono l' utilizzo di intercettazioni, sebbene i pm abbiano provato a introdurle nel procedimento.

 

I MESSAGGI DI PALAMARA CON LEGNINI PIGNATONE E FUZIO

Ma la decisione di Frabotta suscita qualche perplessità. Infatti dalle indagini disposte dalle Procure di Firenze e di Napoli è emerso che le registrazioni del trojan non venivano trasmesse in prima battuta sul server collocato negli uffici della Procura di Roma come risultava dagli accordi tra gli inquirenti di Perugia e la società che ha gestito il servizio di intercettazione, la Rcs di Milano, bensì su un server situato a Napoli.

 

Dall' analisi di quest' ultimo starebbe emergendo che, al contrario di quanto dichiarato dall' azienda lombarda, quello campano potrebbe non essere stato solo un server di passaggio, perché memorizzava i dati e, forse, li conservava. Infatti in 24 cartelle (riferite al periodo di intercettazione del maggio 2019) sono stati trovati 20 file contenenti anche la voce di Palamara che, almeno in parte, non sarebbero mai stati trasmessi agli inquirenti perugini.

 

luca palamara roberto rampioni

Una tesi sostenuta nella sua nota tecnica da Fabio Milana, consulente di Palamara e Ferri: «Lo scrivente può certamente asserire che taluni file audio non sono tra quelli ricevuti e presenti nel server Ivs collocato presso la Procura della Repubblica di Roma, unico server da cui sono stati masterizzati gli audio confluiti nel procedimento penale e nel disciplinare del Csm contro il dottor Luca Palamara». Dalla prima analisi su 4 file «chunk» (frammenti di audio) Milana ha scoperto che tre non erano stati inviati nella Capitale e che due di questi contenevano la voce di Palamara.

 

luca palamara al csm

Ma se «a distanza di circa 24 mesi dal termine delle captazioni» sono state scovate 20 tracce, secondo Milana «ve ne sarebbero potute essere in numero maggiore a ridosso dell' attività» e «non è da escludere che i supposti detti ulteriori file possano essere stati cancellati anche involontariamente da operazioni manuali o automatiche». L' analisi sul server napoletano se, da una parte, fa ipotizzare che alcune intercettazioni possano non essere arrivate a Guardia di finanza e pm, dall' altra, lascia il dubbio che non tutti i file venissero cancellati automaticamente dopo l' invio, visto che almeno un audio spedito a Roma pare essere rimasto nel database campano.

 

Milana, alla fine, instilla un pesante sospetto: «La discrasia accertata dallo scrivente tra orario di ultima modifica e orario di registrazione [] - addirittura, in un caso, di 14 minuti - non permette di escludere la remota, ma non esclusa possibilità di ascolto prima della trasmissione al server Ivs ovvero che il trojan avesse potuto comunicare con altro apparato server prima di far giungere l' evidenza al server sottoposto ad accertamento il 10 giugno 2021».

luca palamara ospite di giletti 1

 

In pratica, secondo il tecnico, sarebbe stato possibile ascoltare i file prima di inviarli a Roma o addirittura ancor prima di trasmetterli a Napoli. C' è stato un filtro delle conversazioni arrivate nella Capitale? Risponde Milana: «Non posso escluderlo, visto che le informazioni che ci hanno fornito dimostrano che ci sono state programmazioni di accensione del trojan della cena di Palamara con il procuratore Giuseppe Pignatone di cui non abbiamo trovato il file».

 

luca palamara ospite di giletti parla di davigo

Va detto che gli accertamenti a Perugia si sono limitati, come richiesto dal gup, ai soli 20 file di cui abbiamo parlato, sebbene ieri, in aula, il commissario capo della Polizia postale, Riccardo Croce, abbia annunciato che sono tuttora in corso approfondimenti sul server campano per conto delle Procura di Napoli e Firenze.

 

Evidentemente, però, per Frabotta, l' accertamento tecnico in contradditorio tra le parti che ha fatto eseguire, è stato esauriente e ha fugato i suoi dubbi. E così ieri ha rigettato «l' eccezione di inutilizzabilità» della copia forense del cellulare di Palamara, dei risultati delle intercettazioni e ha respinto anche la richiesta di perizia sul server.

 

luca palamara ph massimo sestini

Per il gup, infatti, «gli impianti sono stati installati nelle sale server delle Procure nel pieno rispetto» delle norme che regolano queste operazioni e il flusso dal telefono di Palamara al server finale (quello di Roma) «deputato allo stabile immagazzinamento dei dati» sarebbe avvenuto «in condizioni di sufficiente protezione». L' avvocato di Palamara, Benedetto Marzocchi Buratti, annuncia però battaglia: «Rispettiamo la decisione del giudice, ma la nostra lotta per ottenere la verità sull' utilizzo del trojan andrà avanti».

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…