smart working

LAVORARE IN MUTANDE DA CASA SARA' ANCHE COMODO, MA DANNEGGIA LA CARRIERA - IL 70% DI CHI HA SCELTO LO SMART WORKING SI È RESO CONTO CHE LAVORARE A DISTANZA HA UN IMPATTO NEGATIVO SUL PROPRIO PERCORSO LAVORATIVO - IL 47% DEI DIPENDENTI IN SMART WORKING LAMENTA UN PEGGIORAMENTO DEI RAPPORTI CON I COLLEGHI - IN ITALIA SI TORNA IN UFFICIO: FINISCE LO SMART WORKING E OLTRE 400 MILA LAVORATORI DEL SETTORE PRIVATO TORNERANNO DIETRO LA SCRIVANIA...

SMART WORKING, I GIOVANI AL BIVIO “È COMODO, MA FRENA LA CARRIERA”

Estratto dell’articolo di Rosaria Amato per “La Repubblica”

 

smart working

Dall’1 aprile lo smart working è tornato alla gestione ordinaria: si è conclusa la fase di emergenza, determinata dalla pandemia, e che ha permesso inizialmente a tutti i lavoratori, e poi soltanto a quelli affetti da patologie gravi e ai genitori di ragazzi al di sotto dei 14 anni, di lavorare da remoto anche tutti i giorni, senza alcun bisogno di ottenere il consenso del datore di lavoro. Ora si torna alla “normalità”, e quindi, dal punto di vista delle procedure, all’accordo individuale con il datore di lavoro.

 

Ma nel frattempo la realtà del mondo del lavoro è cambiata profondamente. La spinta formidabile della pandemia, e i ripetuti lockdown, hanno moltiplicato il numero dei lavoratori in smart working, passati dai 570 mila del 2019 ai tre milioni e mezzo del 2023, e ai 3,65 milioni entro la fine del 2024, secondo le stime dell’Osservatorio del Politecnico di Milano. Un balzo del 541%, anche se siamo lontani dai picchi del 2020 e del 2021, determinati dalle esigenze di distanziamento. Ma la domanda che rimane in sospeso è quanto lo smart working, al di là dei numeri, abbia cambiato invece veramente l’organizzazione del lavoro.

smart working dal mare

 

A chiederselo sono soprattutto i giovani, per i quali un’organizzazione flessibile, per obiettivi, che dia la possibilità di gestire al meglio gli orari, ma anche di vivere nel posto che si ama, senza dover per forza spendere la metà dello stipendio in affitto in una città, rimane fondamentale. Lo attestano varie indagini, da quella di Aidp (associazione dei direttori del personale) a una di Dell Technologies: per il 63% della Generazione Z, lo smart working è una condizione non trattabile. Vale anche per i millennials, ma dopo quattro anni si comincia a vedere anche il rovescio della medaglia.

 

smart working in campagna 4

Un’esigenza a sostegno della quale si batte dal 2020 l’associazione South Working, nata proprio nei mesi più duri della pandemia: «La nostra filosofia si basa sul creare le condizioni materiali e immateriali affinché le persone possano scegliere di lavorare da remoto», spiega il vicepresidente Mario Mirabile. Non è facile però trovare le condizioni di grande flessibilità richieste da molti giovani lavoratori, compresi i south workers: le aziende, anche quelle più grandi, si orientano maggiormente verso modelli “ibridi”, con una prevalenza di lavoro in presenza.

 

smart working in campagna 5

Anche perché non è detto che i giovani abbiano tutto da guadagnare dal lavoro da remoto: ci sono indagini, come quella diffusa pochi giorni fa da Asus Business, e condotta da Astra Ricerche, che dimostrano come il 47,8% dei lavoratori lamenti impatti negativi dello smart working sui rapporti con i colleghi, mentre il 70% lo associ a un peggioramento della propria condizione lavorativa. Aspetti negativi lamentati soprattutto dagli over 45, ma i più giovani ammettono che lavorare da remoto riduce le occasioni di coordinamento, di confronto e le possibilità di crescita e sviluppo professionale. […]

 

smart working 9

L’analisi sulla distribuzione dello smart working dimostra intanto che è una realtà importante solo per le grandi imprese, dove lavora in modalità agile un lavoratore su due, 1,88 milioni. Nelle Pmi invece l’ultima indagine del Polimi riscontra solo 570 mila smart workers, il 10% della platea potenziale, e nelle microimprese ancora meno. Non va benissimo neanche nella Pubblica Amministrazione, dove a lavorare da remoto sono 515 mila addetti, il 16% del totale. […]

 

FINE DELLO SMART WORKING IN 400MILA TORNANO IN UFFICIO

Estratto dell’articolo di Francesco Pacifico per "Il Messaggero"

smart working 8

Scaduta l'ultima proroga a fine marzo, da questa mattina oltre 400mila lavoratori del settore privato rientreranno in ufficio. Sono quelli che - fragili o con figli minori sotto i 14 anni - non potranno più usufruire del diritto allo smart working. Cioè l'ultima coda del sistema normativo eccezionale imposto da Covid e che ha garantito loro di lavorare stabilmente da casa nell'ultimo triennio.

 

smart working 7

Il lavoro agile però - senza lo schema normativo inserito durante la pandemia - continuerà a essere un elemento importante del sistema produttivo italiano. Stando alle stime dell'Osservatorio Smart Working della School of Management riguarderà nell'arco del 2024 oltre 3,6 milioni di addetti e già oggi interessa poco più di 128mila imprese tra piccole, medie e grandi. Numeri lievemente in crescita rispetto agli anni scorsi. […]

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)