soldati russi

“ABBIAMO SPARATO A UN CICLISTA”, “INTERROGALI E POI GLI SPARI” - LE INTERCETTAZIONI, FATTE DAI SERVIZI SEGRETI OCCIDENTALI, DEI SOLDATI RUSSI AL FRONTE MENTRE PARLANO CON LE RISPETTIVE FAMIGLIE: “MA QUANDO LI STERMINATE TUTTI QUESTI UCRAINI?” - NELLE CONVERSAZIONI DEI SOLDATI LE ATROCITÀ SONO DESCRITTE COME GIOCHI O COME BANALI ORDINI PORTATI A TERMINE: “LA BAMBINA HA PREPARATO DEI GUANTI PER ME, MI HA DETTO MAMMA”. “TI HA ANCHE SPIEGATO COS' HA SCRITTO SUL BIGLIETTINO?”. “NO, COSA?”. “PAPÀ, DEVI SBRIGARTI AD UCCIDERE TUTTI GLI UCRAINI COSÌ TORNI PRESTO A CASA”

Andrea Nicastro per il “Corriere della Sera”

 

UCRAINA - SACCHEGGI DEI SOLDATI RUSSI IN UNA BANCA

I soldati russi usano spesso radio non criptate per comunicare tra loro e telefonini comuni per parlare con casa. Per i servizi segreti occidentali è stato facile intercettare comandi tattici e trasmetterli in tempo reale agli ucraini. Per le compagnie telefoniche del Paese è stato ancora più semplice tenere sotto controllo le sim che chiamavano numeri russi. Ne è uscito un quadro sconvolgente della loro condizione di vittime oltre che di carnefici della guerra.

 

L'UOMO IN BICICLETTA

I servizi segreti tedeschi, Bnd, sono riusciti ad accoppiare le loro intercettazioni radio con il video registrato da un drone che aveva già sconvolto il mondo. Combaciano l'ora e la geolocalizzazione. Il filmato mostra un carro armato che mira e centra un civile che si muove tra le macerie del villaggio. Ha le mani sul manubrio, non appare minimamente in grado di nuocere al corazzato. Anche così, dalle immagini mute in bianco e nero, appare un'esecuzione crudele e ingiustificata.

 

UCRAINA - SACCHEGGI DEI SOLDATI RUSSI

L'intercettazione tedesca rende ancora più assurdo quel colpo: pochi secondi o minuti dopo l'orario segnato sul film del drone, dallo stesso luogo, un soldato comunica euforico ad un collega «abbiamo sparato a un ciclista». Come si trattasse di un successo al tiro a segno.

 

INTERROGATORI MORTALI

Le intercettazioni tedesche, visionate da Der Spiegel , sembrano mostrare un modus operandi per il quale le stragi immaginate guardando i cadaveri di Bucha e Borodyanka non sono affatto il risultato di schegge impazzite o reparti fuori controllo.

 

UCRAINA - SACCHEGGI DEI SOLDATI RUSSI

Dagli accenti e dai nomi dei soldati intercettati, appare che dopo la conquista compiuta da militari molto giovani, siano arrivati anche elementi più anziani, sicuramente ceceni e forse anche mercenari del gruppo Wagner. Nelle conversazioni dei soldati le atrocità sono descritte come giochi o come banali ordini portati a termine. La violenza che semina terrore diventa così arma di guerra per piegare la volontà di resistenza del popolo e dei militari. La regola, spiegata da un soldato all'altro, era «prima si interrogano i soldati prigionieri, poi si spara».

 

UCRAINA - SACCHEGGI DEI SOLDATI RUSSI

BENZINA PER LO STUPRO

Dai cellulari dei soldati russi, emergono attraverso l'intelligence ucraina, racconti di un abbruttimento umano che lascia sgomenti. Un militare delle milizie indipendentiste filorusse telefona alla compagna che sembra vivere in un'area occupata dalle truppe di Mosca. Lui parla in russo, lei gli risponde, piangendo, in ucraino. «Serghey, tu non puoi capire quel che sta succedendo qui. I soldati ammazzano, sparano, violentano anche i bambini». «Lo dici per sentito dire o perché l'hai visto?» «Non volevo dirtelo, ma non riesco più a stare zitta.

Quando sono arrivati, gli abbiamo aperto la porta, gli abbiamo dato pane e salame. Ma poi di notte sono tornati con delle taniche di benzina. Ve le diamo in cambio delle due ragazze. Capisci? Avevano 13 e 15 anni». «Ma chi ha fatto una roba del genere?» «Non lo so. Avevano la fascia rossa».

UCRAINA - SACCHEGGI DEI SOLDATI RUSSI

 

MEDAGLIE E SANGUE

I russi chiamano spesso con disprezzo gli ucraini «kholki». È un riferimento all'immagine folklorica degli antichi cosacchi con i baffoni e il ciuffo sulla testa rasata. Un soldato telefona a quella che sembra la moglie. Entrambi infilano una parolaccia dietro l'altra che, qui, sono lasciate all'immaginazione. «Questi khokli ci fanno soffrire». «Ho paura, guarda che sono già andata al funerale di tre tuoi coscritti. Non farti fregare».

 

«A me lo dici? Il comandante ha detto che meritiamo la medaglia, ma io gli ho risposto di tenersela e di rimandarmi a casa». «Ma perché non li sterminate tutti questi khokli?» «Credi sia facile? Non è mica un film questo. Da quando sono qui, non ho visto ancora un soldato ucraino. Gli spariamo le cannonate. Mica è semplice beccarli».

 

CARICO 200

soldati russi curati all'ospedale di zaporizhzhia 3

Nel gergo militare, sin dai tempi sovietici, i russi si riferiscono alle perdite come «carico 200» e ai feriti come «carico 300». In questa intercettazione, sempre zeppa di volgarità, un soldato sembra parlare con la sua compagna. «Eravamo 80 e siamo rimasti in 13. Da giorni non faccio altro che caricare cadaveri. Carico 200 e carico 300». «Tu però stai attento?». «È da due settimane che vivo sottoterra. Ho paura di ogni rumore che sento. Quando torno, se torno, penso che dovrei chiedere di andare a lavorare al camposanto. Al carico 200 ormai sono abituato e almeno lì c'è silenzio. Guarda, a Capodanno non voglio neanche sentire i fuochi d'artificio. Penso che mi chiuderò in cantina».

 

SBRIGATI A UCCIDERE

soldati russi curati all'ospedale di zaporizhzhia 2

Lui chiama la moglie. «Ho già sentito la mamma e mi ha raccontato della bambina. È vero che a scuola hanno fatto una colletta per i soldati al fronte?». «Sì è vero, ma non solo soldi, anche oggetti, cibo, regali». «La bambina ha preparato dei guanti per me, mi ha detto mamma». «Ti ha anche spiegato cos' ha scritto sul bigliettino?». «No, cosa?». «Papà, devi sbrigarti ad uccidere tutti gli ucraini così torni presto a casa». I due genitori ridono.

 

IL CANE A CENA

Giovani soldati russi si lamentano delle loro condizioni 5

Un soldato telefona al padre. Hanno entrambi l'accento delle estreme regioni orientali della Federazione russa. Potrebbero essere di Buriazia e Carcassia confinanti con la Cina. In quelle steppe i molossi turkmeni, gli alabai, sono cani diffusi, utili per difendere le greggi e le case dai lupi. «Avete da mangiare? Siete a posto?» «Sì, sì, siamo a posto. Abbiamo tutto. Anzi ieri abbiamo anche mangiato un alabai». «Davvero? Un alabai? Era buono?». «Eccome. E comunque ho trovato anche una sorpresa per la mamma e un iPad per mia moglie».

Giovani soldati russi si lamentano delle loro condizioni 4

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO