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AIUTAMI PER FAVORE, VOGLIO USCIRNE” – L’ULTIMO GRIDO DI AIUTO DI SARA PEGORARO, LA MODELLA 26ENNE TROVATA MORTA DALLA MADRE NELLA SUA CASA DI FONTANE DI VILLORBA, IN PROVINCIA DI TREVISO: A UCCIDERLA POTREBBE ESSERE STATO UN MIX LETALE O L’EROINA, DA CUI ERA DIPENDENTE – IL GIORNO PRIMA ERA STATA VISTA BARCOLLARE PER STRADA: È FINITA IN UN FOSSATO ED È STATA PORTATA IN OSPEDALE. POI LE DIMISSIONI E QUEL DISPERATO SMS INVIATO ALL’AMICA – L’INCIDENTE IN AUTO, IL RITORNO AL PAESINO E QUEL VIAGGIO NELL’ABISSO…

1 - SARA, LA MODELLA UCCISA DALL'EROINA L'ULTIMO SMS ALL'AMICA: VOGLIO USCIRNE

Andrea Pasqualetto per il “Corriere della Sera”

 

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Chissà che abissi, che tumulti. Da qualche tempo Sara era entrata in un mondo senza pace, dove le cadute si alternavano a qualche breve risalita.

«Aiutami per favore, voglio uscirne», era stato il suo ultimo messaggio all'amica del cuore, alla quale aveva confidato la dipendenza dalla droga che faceva della sua vita un inferno. «Grazie mamma per esserci sempre stata, pronta ad aiutarmi in ogni momento e per non avermi mai lasciata sola», aveva scritto alla madre in un momento di respiro. Un up and down insospettabile a giudicare dalle foto che postava sui social dalle quali non emerge il suo dramma. Le immagini raccontano piuttosto di una giovane donna, apparentemente serena e avvenente. Ma Sara Pegoraro era tanto bella quanto fragile. Aveva 26 anni e il sogno di molte ragazze di oggi, quello di diventare una famosa influencer.

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Gli ultimi giorni sono stati drammatici. Dopo aver trascorso un lungo periodo fra Milano, Bologna e Modena, era tornata da mamma Marina a Fontane di Villorba, il paesino in provincia di Treviso dove era nata e cresciuta. Un ritorno inquieto. Giovedì scorso i clienti di un supermercato la vedono barcollare per strada fino a cadere in un fossato. L'ambulanza vola all'ospedale, Sara viene rimessa in forze e dimessa. Sembra una momentanea defaillance ma non è così. Il giorno dopo, venerdì notte, la madre rientra a casa e la trova esanime.

 

Nuova corsa al pronto soccorso e via in rianimazione, dove i medici tentano l'impossibile. Niente da fare: il suo cuore smette di battere di lì a poco.

Una fine che ha dentro una storia di tormenti e paure. A sentire gli inquirenti e gli amici, stava cercando una via d'uscita diversa, dopo aver provato l'eroina. «Abbiamo aperto un fascicolo per morte come conseguenza di altro reato - fa sapere il procuratore di Treviso, Marco Martani - L'ipotesi è quella dell'overdose o di un mix letale. Cercheremo di ricostruire la rete dei contatti della giovane per arrivare allo spacciatore o a chi le ha fornito le sostanze stupefacenti. Nel frattempo stiamo facendo accertamenti sulle cause della morte, esami del sangue. Pensiamo di disporre l'autopsia in settimana».

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Gli investigatori dovranno capire anche se si trattava di un'overdose o se lo stupefacente era stato tagliato male.

 

Comunque sia, per Sara non si trattava di una prima volta e non c'era solo il problema della dipendenza. Un paio di mesi fa era rimasta coinvolta in un incidente d'auto che l'aveva costretta a un ricovero all'ospedale di Modena, dove abita il fratello. Ne era uscita con un sospiro: «Sei la mia ancora», aveva scritto alla madre nell'occasione. In giugno, altro ricovero e altro ritorno a casa. «Ormai ho 20 vite, non mi distrugge nessuno», era stato il suo messaggio social che nascondeva però le reali condizioni di salute. La sua vita era infatti una continua lotta contro un male oscuro e ultimamente anche contro l'illusorio rifugio dell'eroina. Lotta nella quale lei, bella e giovane, ha perso la vita.

 

2 - LA SOLITUDINE DI SARA

Pierangelo Sapegno per “la Stampa”

 

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Lei è l'immagine dei nostri giorni, così bella forte e fragile, che non è un ossimoro, ma la verità. Sara Pegoraro aveva 26 anni, faceva la modella e l'influencer, «la posatrice per artisti», come aveva scritto nel suo biglietto da visita, era alta e statuaria, di una bellezza quasi possente, e socchiudeva i suoi grandi occhi azzurri nelle foto, prima di scrivere che per andare avanti nella vita «bisogna essere duri senza perdere la tenerezza», perché gli ostacoli si superano solo «con la potenza della volontà».

 

Però Sara ha chiamato la sua amica Serena e le ha chiesto di aiutarla perché non ce la faceva più e voleva uscire dalla sua prigione, e l'ha chiamata poche ore prima di morire, per una overdose. Sara così bella e forte alla fine è fragile come Sally, che «cammina per la strada senza nemmeno guardare per terra», Sally che ha patito troppo e ha già visto che cosa ti può crollare addosso. Solo che sono diverse, sono donne che appartengono a tempi distanti, separati da un percorso sperduto nelle nebbie che abbiamo seguito senza capire dove ci portava.

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Un tempo i tossicodipendenti avevano i volti sfatti e i corpi smagriti che vagavano come nella canzone di Sally, «un brivido che vola via, tutto un equilibrio sopra la follia». Sara non è così. Sara è «bella, magnetica e forte», come l'hanno descritta tutti i giornali che hanno parlato di lei. È questa la sua immagine della sconfitta, questa la verità che non riusciamo a vedere.

In paese, Fontane di Villorba, provincia di Treviso, uno direbbe che le vogliono tutti bene. Lei sembra una ragazza piena di sicurezze. Molto moderna. Adora i tatuaggi.

 

Frequenta i social con una certa naturalezza, come tutti i giovani della sua età, ama viaggiare e coltiva il fascino della velocità e della sfida, le moto enduro, i gokart. Non parla molto di politica, però di ambiente sì. Per i ragazzi di oggi è questa la Grande Emergenza. Sui social posta un video nella playlist Green, con il mare coperto da rifiuti, una pattumiera a cielo aperto sulle coste dell'Honduras e commenta scandalizzata di restare senza parole davanti a queste riprese oscene.

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Sara si descrive così: «Sono una ragazza a volte impulsiva, ma sempre sincera. Sono trasparente, sono vera. Sono una che troppe volte si dimentica di se stessa. Vedo la mia fragilità, le mie debolezze, riconosco i miei limiti e conosco i miei lati da smussare e le mie insicurezze. Chi sono io? Sono un essere umano che ha i diritti di tutti gli essere umani».

Se ha sbagliato qualcosa in passato, sente che quell'ostacolo può essere superato: «Non lasciare che il passato ti dica chi sei. Ma lascia che sia parte di chi diventerai.

Per quel che ne so, il tempo non esiste, è solo una dimensione dell'anima».

 

Fa la modella, perché gliel'hanno sempre detto tutti che con quel fisico era perfetta. Si definisce una «ragazza immagine». Dice: «Eseguo servizi fotografici, da abbigliamento al nudo artistico». Per crescere nel suo lavoro e nelle sue passioni, si trasferisce a Modena e Bologna, perché il paese è troppo piccolo. Però ci rimane legata come i grandi che non dimenticano quand'erano bambini.

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Le sue amiche del cuore sono di qui, qualcuna ha messo su famiglia, e qualcuna ha fatto un figlio come Serena. E lei ci torna a Fontane di Villorba. Ma ci sono tanti modi di tornare a casa. Sara non lo dice, ma la sua vita sta perdendo i colori.

 

Ha un brutto incidente, e lei ringrazia con grande affetto sua madre che le è stata vicina. Forse tornare indietro al paese, è un po' come ricominciare. «Ricomincio da me», scrive in una lunga lettera ai suoi amici. «C'è un momento bellissimo dopo una delusione. Il momento in cui spunta l'arcobaleno dopo la tempesta infinita di emozioni, dopo tutti gli alti e bassi, il momento in cui hai una voglia matta di ricominciare da te stesso. Ricomincio da me. Sono una ragazza troppo sensibile per un mondo così duro che non guarda in faccia quando si tratta di darti lezioni. Ricominciare fa sempre un po' di paura. Ma La forza di volontà ha un potere immenso nella nostra esistenza. Ci rende soprattutto forti coraggiosi e tenaci. Voglio ricominciare da me che sono la persona a cui tengo di più».

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Solo che la droga uccide tutto, anche le buone intenzioni. Due mattine fa esce dal supermercato, sviene e cade in un fosso. La ricoverano in ospedale, la dimettono, chiede aiuto a Serena che non riceve la sua telefonata e ci ricade di nuovo. La trova sua madre, quando non c'è più niente da fare. Così è morta Sara, che non aveva più voglia di fare la guerra: «Se guardare avanti ti fa paura e guardare indietro ti fa soffrire, guarda accanto a te, cerca le persone che ti vogliono bene». Come Sally cammina per la strada leggera. La vita è già volata via e l'unica cosa uguale nel tempo è la sconfitta.

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