veronica gentili federico rampini

“BISOGNA FARE PULIZIA DEI SABOTATORI DELLA RINASCITA ITALIANA” – RAMPINI A “STASERA ITALIA” SE LA PRENDE CON I DIPENDENTI PUBBLICI LAZZARONI: “IL LOCKDOWN A CASA COL COSIDDETTO SMART WORKING? HANNO LAVORATO ANCORA MENO, ANCORA PEGGIO. TANTI DI LORO SI SONO FATTI LE FERIE A CASA” – IL TUTTO MENTRE VERONICA GENTILI E COTTARELLI SE LA RIDEVANO – IL DIRIGENTE PUBBLICO ALFREDO FERRANTE: “QUALI FONTI HA CONSULTATO? È IN GRADO, DI CITARE UN QUALCHE STUDIO CHE POSSA SUFFRAGARE TALI AFFERMAZIONI COSÌ TRANCHANT?" – VIDEO

 

 

My dear Mr. Rampini

Alfredo Ferrante per www.linkiesta.it

 

Caro Rampini,

federico rampini contro i dipendenti pubblici in smart working 1

 

non è la prima volta che mi capita di scrivere qualche riga indirizzata a illustri opinionisti della carta stampata per ribattere a esternazioni in materia di lavoro pubblico e PA: l’Italia, d’altronde, è il Paese dei 60 milioni di CT della Nazionale e di luminari del funzionamento delle amministrazioni pubbliche.

 

In ogni caso, come sibilava Humphrey Bogart ne “L’ultima minaccia” (1952), è la stampa, bellezza: libero diritto di critica, conseguente ampio diritto di replica. It’s a free country, come usano dire dalle Sue parti. Spero vorrà allora seguirmi mentre dedico qualche minuto delle mie ferie a fare le pulci ad alcune delle dichiarazioni da Lei rese nel corso della trasmissione “Stasera Italia News”, in onda su Rete 4 lo scorso 3 agosto, che meritano, per diversi motivi, una qualche attenzione.

federico rampini contro lo smart working veronica gentili se la ride 2

 

Veda, caro Rampini, poiché Lei ha parlato di “sabotatori della rinascita Italiana” (modello collaboratori dei nazifascisti, ad occhio e croce) e del “crollo della produttività, già bassissima, di tanti statali, di tanti pubblici dipendenti, che si sono fatti il lockdown a casa col cosiddetto smart working”, vorrei chiederLe conto dei dati e delle evidenze sui quali basa tali affermazioni.

 

Immagino che, prima di sparare ad alzo zero sull’operato di così tante persone, si sarà attentamente documentato prima della trasmissione, consultando con pignoleria le analisi e le percentuali più aggiornate messe a disposizione da università e centri di ricerca pubblici e privati.

ALFREDO FERRANTE

 

La mia domanda, dunque, è: quali fonti ha consultato, esattamente? È in grado, egregio dottor Rampini, di citare un qualche studio che possa suffragare tali affermazioni così tranchant?

 

Glisserei, per carità di Patria, sulla lamentata pretesa di spendere i mesi di confinamento a casa da parte dei dipendenti pubblici: probabilmente nelle lontane terre americane in cui Lei spende buona parte del suo tempo non è pervenuta la sconcertante notizia che un atto con forza di legge ha stabilito che, nei mesi di emergenza sanitaria, il lavoro agile fosse la modalità ordinaria di lavoro nella pubblica amministrazione. Non un ghiribizzo di qualche sfaccendato travet, dunque, ma una disposizione del Governo per arginare il diffondersi del contagio. Stranezze tutte italiane, forse.

 

federico rampini contro i dipendenti pubblici in smart working

Ma andiamo oltre. Ho molto poco burocraticamente inarcato un sopracciglio, scuotendomi dal mio usuale stato atarassico, nell’udire il prosieguo del Suo ragionamento, quando, a proposito di smart working (o lavoro intelligente, come da Lei prontamente tradotto), ha sostenuto che “questi (sic!) già non facevano un lavoro intelligente prima, hanno lavorato ancora meno, ancor peggio”, con “tanti di loro che hanno fatto delle vere e proprie ferie a casa”.

 

Al netto del rischio di dover riconoscere delle corpose royalty a Pietro Ichino, che ha avuto modo di precederLa nella propalazione di una simile argomentazione, mi sono chiesto – con una buona dose di impudenza, lo ammetto – come facesse ad essere così dettagliatamente informato circa le modalità con cui centinaia di migliaia di lavoratori pubblici (e privati!) hanno impiegato le ore di lavoro a casa nei mesi del confinamento.

 

federico rampini contro i dipendenti pubblici in smart working 2

La mia personale esperienza è stata oltremodo positiva, e di questo ringrazio chi lavora con me, ma forzatamente circoscritta alla mia cerchia esperienziale. Comprenderà, dunque, il mio sordo stupore nell’apprendere che, pur non vivendo in Italia, Lei ha, tuttavia, “raccolto le lamentele, i pianti, le urla di decine di amici” che sta incontrando nel Bel Paese “per il livello vergognoso cui è precipitata l’improduttività della pubblica amministrazione”.

 

dipendenti pubblici 4

Provo, con una certa audacia, a tradurre: i Suoi venti o trenta (quaranta e lascio?) amici, povere anime ululanti al pari dei protagonisti di una tragedia shakespeariana, rappresentano, a Suo dire, un campione statistico a tutti gli effetti. All right, man.

 

federico rampini contro lo smart working veronica gentili se la ride 1

Imbarazzo a parte, arriviamo, tuttavia, al climax del Suo intervento. Mentre il dottor Carlo Cottarelli e la padrona di casa, Veronica Gentili, beatamente se la ridacchiavano, ecco l’affondo: “Il lockdown è diventato un alibi per un esercito di lazzaroni, a loro lo stipendio non glielo nega mai nessuno, mentre ci sono milioni di Italiani che in questo momento vivono in un’incertezza tragica. Quelli lì –“quelli lì”? – quando stanno a casa e non fanno un beato niente, lo stipendio lo incassano, quindi va bene cacciare il Presidente dell’INPS, ma poi occorre cacciare a fare pulizia di tutti i dirigenti e quadri che non sono capaci di far lavorare i loro collaboratori”.

MEME SMART WORKING

 

Caro Rampini, Lei può naturalmente sostenere tutto ed il contrario di tutto, quando e dove vuole. Tuttavia, quel che trovo stupefacente è l’aperto, gratuito disprezzo mostrato verso quelle lavoratrici e quei lavoratori del settore pubblico che, in condizioni difficili e molto spesso con mezzi propri, hanno assicurato la continuità amministrativa pur non potendo recarsi in ufficio.

 

Un furore ideologico testimoniato da un linguaggio sprezzante e, cosa assai più grave, da casistiche da Bar dello Sport. Da inveterato burocrate, ho il brutto vizio di leggere le carte e formulare ipotesi attendibili prima di pronunciarmi: da un giornalista professionista mi aspetterei, parimenti, ragionamenti basati su dati e circostanze documentati, su cui costruire tesi, analizzare i problemi, offrire, se del caso, soluzioni. Urticanti magari, ma solide.

SMART WORKING MEME

 

La PA Italiana è un paradiso? Ma niente affatto! I problemi sono molti e radicati, in larga parte derivanti dall’utilizzo spregiudicato che della macchina pubblica ha fatto nel tempo tanta parte della politica, ed è incombenza di tutti, in primis di chi ha responsabilità pubbliche e amministrative, rimboccarsi le maniche e fare di tutto perché, in ultima analisi, cittadini e imprese abbiano i servizi cui hanno diritto.

 

federico rampini contro lo smart working veronica gentili se la ride

Lei sostiene, peraltro, con fare sbrigativo, che si deve cacciare e fare pulizia dei dirigenti che non sono capaci di far lavorare gli altri: parole rozze, principio sacrosanto. Ma vorrà perdonarmi se nutro più di qualche dubbio sul fatto che tali decisioni vengano prese sulla base dei suoi personalissimi cahiers de doléances.

 

In fondo, caro Rampini, fin qui nulla di nuovo. Molti dipendenti pubblici si saranno offesi o arrabbiati, ma Lei è solo buon ultimo in una lunga schiera di illustri professionisti nel nobile sport dell’insulto contro i lavoratori del settore pubblico. Alimentare odio sociale fa cassa, analizzare problemi complessi e imbastire soluzioni assai meno.

ALFREDO FERRANTE 1

 

Quel che è assai singolare – imperdonabile, aggiungo – è che Lei, da osservatore internazionale di tante realtà avanzate, abbia clamorosamente mancato di cogliere, anche solo in parte, le potenzialità che questo imprevisto smart working d’emergenza ha esplicitato, permettendo finalmente di immaginare, al pari delle tante e consolidate realtà del settore privato in Italia e nel mondo, una diversa organizzazione del lavoro pubblico.

 

FEDERICO RAMPINI DONALD TRUMP

Lei parla di “lazzaroni” (ce ne han dette di peggio, Le assicuro) chiudendo ostinatamente gli occhi di fronte al fatto che in tanti hanno apprezzato modalità nuove di lavoro che, se opportunamente sfruttate, possono rappresentare una delle leve per riorientare in profondità un bene comune indispensabile per il Paese come la nostra amministrazione pubblica.

dipendenti pubblici 3

 

Inutile ripetere cose già dette: ognuno, Lei incluso, potrà documentarsi in merito. Sappia, tuttavia, my dear Mr. Rampini, che le chiacchiere hanno fatto il loro tempo: in molti, ed io per primo, hanno fiducia che si possa e si debba entrare in una agorà nuova per il settore pubblico, che dovrà scuotere alle radici prassi e schemi ormai desueti. Si aggiorni, se può. And so long!

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...