sergio leone

“CLINT EASTWOOD LO CONSIDERAVA UNO STRONZO” - LO SCENEGGIATORE SERGIO DONATI RACCONTA SERGIO LEONE: “MI DISSE CHE DOVEVO SPOSTARE LA SCENA IN UN ALBERGO DI SESTRIERE. PERCHÉ? MI RISPOSE: ‘IL PROPRIETARIO DELLA STRUTTURA METTE I SOLDI E MAGARI DURANTE LE RIPRESE SI VUOLE SCOPARE QUALCHE ATTRICE’" – “LA PRIMA VOLTA CHE VIDE HENRY FONDA GLI SEMBRÒ UN VECCHIETTO, BESTEMMIÒ E DISSE: ‘CHE CE FAMO CO' QUESTO?’” – LE PALPATINE DI CULO ALLA CARDINALE, I 35 CIAK PER UNA SCENA, "PER UN PUGNO DI DOLLARI" INTERAMENTE COPIATO DA … (VIDEO)

 

Alessandro Ferrucci e Fabrizio Corallo per "Il fatto Quotidiano"

 

sergio leone

Sul set insieme, Cinecittà o la Spagna, anche mesi senza discontinuità nel ciak ("Era un perfezionista mai contento"); le lunghe stesure dei copioni, le battute limate, le litigate non si evitavano ("spesso ci mandavamo a quel paese. Che caratteraccio"), così come il ritrovarsi e via con un nuovo progetto insieme, e via ancora con un altro pezzo di storia del cinema. Sergio Leone è cinema ("il suo ambiente, era perfetto solo sul set").

 

sergio leone e claudia cardinale

Il 28 aprile sono trent' anni dalla sua morte, e Sergio Donati è lo storico sceneggiatore dei suoi capolavori western. E come lui lo conoscono in pochi.

 

Come arriva a Leone?

A 22 anni ero già riuscito a pubblicare tre romanzi come Gialli Mondadori e grazie al direttore di allora, quel fenomeno di Alberto Tedeschi.

Perché i gialli?

sergio leone con la moglie carla e le figlie raffaella e francesca

Era l' argomento più semplice, meno rischioso, e andò bene tanto che sono stati acquistati all' estero. Insomma, dei piccoli successi editoriali. Quindi Dopo il terzo mi cerca Sergio Leone, due chiacchiere al telefono, poi fissiamo un appuntamento. "Te devo parlà di un proggetto".

 

Western?

No. Mi illustra l' idea di un thriller ambientato sulle montagne del Sestriere. Lo ascolto. Prendo appunti. Ci salutiamo e dopo una decina di giorni mi presento con un soggetto di una ventina di pagine.

 

Immediato.

Non ho mai impiegato molto, per C' era una volta il west sono bastati venti giorni.

 

Torniamo all' incontro.

sergio leone 3

Lo legge. Alza gli occhi, mi guarda e segna la strada: "Bravo, mi piace, ma tutta la parte che si svolge nella sperduta baita di montagna in realtà va ambientata in questo albergo del Sestriere". Scusa, e perché? "Il proprietario della struttura mette i soldi, e magari durante le riprese si vuole scopare pure qualche attrice".

 

Uomo pratico.

Assolutamente! Lui puntava diritto all' obiettivo, e non solo con la macchina da presa: se aveva un' idea, non si fermava, annusava la direzione da prendere e non mollava mai.

 

La sua reazione?

sergio donati 4

Mi prende un colpo, dentro di me penso: "Oddio, ma è questo il cinema?". Così saluto inorridito, e decido di abbandonare il sogno, e di puntare sulla pubblicità: entro in una grande società di Milano. E lì costruisco un' ottima carriera.

 

Fino a quando?

Anni dopo squilla il telefono, era Sergio: "Ma che cazzo stai a fa' al Nord?". Lavoro. "Ma che è un lavoro? Lascia perdere, sto realizzando un film, però non mi convince, ho bisogno di un tuo trattamento".

 

Cede

Torno a Roma a spese sue e mi affida la revisione prima di Per qualche dollaro in più e poi del Il Buono, il Brutto e il Cattivo; in particolare quest' ultimo era più lungo di mezz' ora, allora lo taglio e rimonto.

Ufficialmente non lo ha firmato.

No, solo Age, Scarpelli e Vincenzoni.

sergio leone 2

 

Il suo rapporto con Leone?

Grande stima ma caratteri molto diversi, a volte inconciliabili, ancora oggi a volte mi stupisco di come siamo riusciti a concludere insieme così tanti film.

 

Com' era Leone?

sergio donati 3

Un talento smisurato, un fenomeno, uno che già prima di iniziare le riprese aveva chiarissimo il prodotto finale e sapeva conquistarsi il suo sogno, con ogni mezzo. Poi a questo associava un carattere difficile, molto egocentrico.

Arriva a Roma.

Lo incontro e esordisce con tutta la sua sicurezza, di modi e parole: "Sto a fa' un film gajardo. Un western". Un western in Italia? "Sì, fidate". Leggo la sceneggiatura ed era identica a un lungometraggio di Kurosawa (La sfida dei samurai del 1961).

 

Lo ha detto?

Certo, e la sua risposta è stata: "Tranquillo, se questo film arriva a Caltanissetta, è già un miracolo. Non se ne accorgerà nessuno".

sergio leone, luciano vincenzoni sergio donati, james coburn rod steige

 

Previsione perfetta.

Non aveva tutti i torti, prevedere quel successo era quasi impossibile, e poi il budget assolutamente limitato, anzi bassissimo, per questo presero Clint Eastwood, invece di Cliff Robertson, enormemente più caro: "Non ce lo possiamo permettere", mi disse Sergio.

 

Tra Leone ed Eastwood?

Nessuna cordialità, Clint stava sempre da una parte, sempre per cacchi suoi, era un po' ombroso come nei film; e anni dopo non perdonò a Sergio la storica battuta su di lui: "Eastwood ha solo due espressioni: una con il cappello e una senza".

sergio leone

Feroce.

Sergio non lo stimava, lo definiva uno "stronzo" o un "manichino" in grado solo di eseguire le indicazioni, e anche io non credevo molto nelle sue qualità; mi sono stupito della grande carriera da regista.

 

Ma Leone era geloso di Eastwood?

Lo considerava una sua creazione, e si incazzò moltissimo quando per Il Buono, il Brutto e il Cattivo pretese un cachet da vera star hollywoodiana; per Sergio fu un affronto personale: "L' ho creato io e questo si permette pure di rompere".

Però ha ceduto.

Per forza, era obbligato dalle major statunitensi, ma con un piccola vendetta: non poteva più ridurre la sua parte, il copione oramai era stato approvato, quindi nel film lasciò amplissimo spazio alle controscene di mimica e smorfie del grande Eli Wallach.

sergio donati 2

Eastwood l' avrà presa bene.

Anche Clint pensava di aver contribuito alla fortuna di Sergio, almeno in questo erano d' accordo, solo da lati opposti.

 

"C' era una volta il west".

(Si alza dalla sedia ed estrae un tomo enorme). È la stesura originale.

Proprio lei.

Prima di iniziare le riprese dissi a Sergio: "Occhio che è troppo lungo". E lui: "Non ti preoccupare, alcune scene le giro più brevi". Impossibile, pensai.

 

Impossibile in assoluto o per uno come Leone?

Tutte e due, forse più per lo stile di Sergio. Comunque dopo poco tempo mi chiama agitato: "Per favore vieni qui in Spagna, in Almeria, c' è da tagliare". Quindi ho caricato in macchina moglie, figlio di tre anni e baby sitter e siamo rimasti lì per oltre un mese.

Un mese, come

CARLO VERDONE MARIO BREGA SERGIO LEONE

Di lavoro folle e bello, di solite discussioni su come e dove tagliare, sulle battute, di rapporti con gli attori. In particolare, con Ricordo benissimo Charles Bronson, mi inseguiva per studiare insieme, "voglio capire bene la parte", mi diceva.

 

Non era così?

Ogni tanto provava a correggere qualcosa, e a un certo punto un accenno di fastidio lo ho anche dimostrato, della serie "io sono lo sceneggiatore e tu l' attore"; poi all' improvviso ho capito: all' improvviso ho capito che il suo problema erano le parole con la "esse", aveva la classica zeppola.

Però non lo diceva.

Fingeva di no, così quando gli ho rivelato la mia scoperta, si è rabbuiato, come se lo avessi offeso. Avevo sottovalutato il suo complesso nel particolare e nel generale.

clint eastwood

 

Nel generale?

In mezzo a un cast di fenomeni si sentiva una mezza cartuccia, per questo si atteggiava.

Henry Fonda.

Con lui Sergio mi ha fatto morire.

 

Cosa ha combinato?

Fonda era un vecchiotto.

No!

Prima della Spagna la preparazione è stata realizzata a Cinecittà. Un giorno attendiamo proprio Fonda, con un po' di emozione, almeno da parte mia. A un certo punto arriva una macchina della produzione, si ferma a due metri da noi, e scende la signora Fonda con al polso due orologi, uno con l' ora italiana, l' altro con quella statunitense; dopo un paio di secondi si apre l' altro sportello e ci troviamo di fronte un vecchietto malmesso.

sergio donati 1

Fonda.

Sergio assiste alla scena e va in crisi, bestemmia: "Che ce famo co' questo?". Tentiamo di calmarlo, macché, non sentiva nessuno. Per fortuna ascolta il direttore di produzione: "A Se', aspetta, non è come appare". Allora porta Fonda nel camerino e gli dà il costume di scena. Lui si veste. E alla fine ci raggiunge sul set tutta un' altra persona: era Henry Fonda. E il bello è che seguiva entusiasta tutte le indicazioni di Sergio, non protestava mai.

SERGIO LEONE

 

Magia del cinema.

Fuori dal ciak tornava il vecchietto che dicevo prima, e il pomeriggio lo passava accanto a mio figlio per vedere i cartoni animati. Un pensionato. Sergio scuoteva la testa, non poteva crederci.

 

Il rapporto degli attori con Leone?

Lo rispettavano, anzi lo temevano, perché Sergio sapeva girare, sapeva comunicare, era uno nato sul set e che viveva di set; non dimentichiamoci che era figlio di un regista e di un' attrice.

Nato sul set Pane e cinema, e si vedeva dalla sicurezza; certi atteggiamenti sono innati, non si acquisiscono ma si possono solo perfezionare con il passare del tempo.

sergio leone

Tra i suoi attori anche Mario Brega Insieme erano due di Trastevere, parlavano la stessa lingua, la ricerca ossessiva del popolare, quando il cinismo e l' ironia si inseguivano, e per Brega il confine tra legale e illegale non sempre veniva rispettato.

 

In "C' era una volta il west" c' è una battuta rivolta alla Cardinale che oggi verrebbe giudicata sessista. "Se qualcuno ti tocca il sedere, tu fai finta di nulla".

(Scoppia a ridere). Davvero la trovate sessista?

Sergio era un po' maschilista, e la Cardinale con lui spesso si ritrovava smarrita perché massacrata dai ripetuti ciak, anche 35 per una scena sola.

clint eastwood

35 sono tanti.

Era così in assoluto, un perfezionista, non si accontentava, e gli altri zitti. Lui era il padrone e il produttore; per questo non aveva rapporti affettuosi con gli attori.

 

E tra di voi?

Alla fine ci limitavamo sempre e solo al set, un po' per evitare discussioni e un po' perché gran parte della nostra vita era lì. Ah, si scocciava per l' età Cioè? Sergio aveva solo quattro anni più di me, ma quando uscivamo insieme, magari negli Stati Uniti, ci scambiavano per padre e figlio e lui sistematicamente si incazzava.

 

Tra Leone e Verdone?

claudia cardinale a venezia

Li ho presentati io: una sera vado in un teatrino vicino a San Pietro e assisto allo spettacolo di un giovane comico.

Il giorno dopo chiamo Sergio: "Devi vedere questo ragazzo, bravissimo". E da lì sono partiti.

 

Con lui il legame c' era realmente?

Credo di sì, con lui sì. E poi Carlo è una persona rara per carattere e talento.

Insomma, tra di voi Dopo Giù la testa avevamo molti progetti insieme, ma lui cercava sempre il capolavoro, era ossessionato. Per questo a un certo punto ci siamo allontanati, ho deciso di guardare altrove.

Litigavate.

Ci sfanculavamo.

 

henry fonda maureen o hara

Attualmente lei vive quasi solo negli Stati Uniti. Lì com' è valutato Leone?

Attenzione: bisogna saper scindere il giudizio umano da quello professionale e Sergio è uno dei grandissimi del cinema, anche oltreoceano lo sanno, e lo giudicano giustamente un maestro da studiare.

Insieme dovevate anche realizzare un film sull' assedio di Leningrado.

Sergio Leone

Eccome! Per questo motivo una sera usciamo con un regista russo molto importante, alla fine degli anni Cinquanta aveva girato Quando volano le cicogne (Mikhail Kalatozov). Durante la cena Sergio chiede del film, il russo tutto soddisfatto replica: "Davvero lo ha visto?". "Certo, e ho apprezzato molto i grandi scenari, le prospettive ampie". A quel punto cala il silenzio. E il russo freddamente risponde: "In realtà è girato e ambientato in due stradine". Insomma, non lo aveva visto, bluffava .

 

Bugiardo?

Diciamo creativo, si ingegnava per arrivare a meta. Ma il cinema vero è anche questo.

SERGIO LEONE CARLO VERDONE

 

Un aggettivo per Leone?

Leone (Perché "quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, quello con la pistola è un uomo morto").

claudia cardinalesergio leone henry fonda afdera franchetti 5afdera franchetti henry fondaclaudia cardinale -1959CLAUDIA CARDINALEclaudia cardinaleCLAUDIA CARDINALESERGIO LEONE

Ultimi Dagoreport

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…