francesco cossiga in via caetani, davanti alla r4 con il cadavere di aldo moro

“MI SENTO ANCHE UN PO' ‘COLPEVOLE’ DELLA SUA PRIGIONIA” – NELL’ARCHIVIO PRIVATO DI FRANCESCO COSSIGA DONATO ALLA CAMERA C’È ANCHE IL CARTEGGIO INEDITO CON GLI EX BRIGATISTI – L’INCONTRO CON RENATO CURCIO DOPO IL TENTATIVO DI CONCEDERGLI LA GRAZIA, LE LETTERE ALL’EX CARCERIERE DI MORO PROSPERO GALLINARI E LE RICHIESTE DI TONI NEGRI (CHE GLI DAVA DEL TU)

 

francesco cossiga e aldo moro

 

Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”

 

Un anno dopo il fallito tentativo di concedergli la grazia nell'estate 1991, l'ormai ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga incontrò Renato Curcio, uno dei fondatori delle Brigate rosse. Il colloquio avvenne a quattr' occhi, nel carcere romano di Rebibbia, il 25 novembre 1992, quando Cossiga aveva lasciato il Quirinale da sei mesi.

 

alberto franceschini renato curcio

Parlarono di molte cose, dal «carattere sociale e politico del fenomeno armato», che l'ex capo dello Stato non definiva terrorismo bensì «sovversivismo di sinistra», al caso Moro, alla vicenda della grazia abortita.

 

Cossiga spiegò che nelle sue intenzioni quell'atto di clemenza unilaterale doveva essere un primo passo per superare le leggi di emergenza a cui lui stesso aveva contributo, prima da ministro dell'Interno e poi da presidente del Consiglio, quando le Br avevano lanciato il loro «attacco al cuore dello Stato».

arresto renato curcio

 

I vertici delle forze di sicurezza erano d'accordo, ma i parenti delle vittime no, al pari di alcune forze politiche; in primo luogo l'ex Pci divenuto Partito democratico della sinistra. «Il senatore Cossiga ha commentato che, in effetti, la nostra esperienza, per molti di quel partito, rappresenta ciò che essi hanno segretamente desiderato e mai apertamente osato fare», ha scritto Curcio in un resoconto dell'incontro conservato nell'archivio privato del presidente emerito.

 

Francesco Cossiga in via Caetani, davanti alla R4 con il cadavere di Aldo Moro

Insieme e a un biglietto inviato al fondatore delle Br per ringrazialo dell'incontro che «è stato per me di grande interesse politico, culturale, e soprattutto umano». Risposta dell'ex brigatista: «Debbo dirle che dopo anni di fuoco, non solo metaforico, e di K (nell'estrema sinistra il ministro dell'Interno del '77 veniva chiamato Kossiga, con la doppia S stilizzata come il simbolo delle SS naziste, ndr ), ho sentito la nostra stretta di mano come segno di una nuova maturazione personale... Il colloquio mi ha lasciato una visione più chiara dei sentieri percorsi e anche di me stesso, e di ciò le sono grato».

prospero gallinari

 

Curcio comincerà a uscire dal carcere solo l'anno successivo, in un periodo in cui Cossiga (non più Kossiga bensì il «picconatore» del sistema di cui era stato parte) ha intrattenuto rapporti epistolari e diretti con molti ex terroristi. In prevalenza di sinistra, ma non solo.

 

toni negri ges

Nel suo archivio donato alla Camera dei deputati, oltre al carteggio con Curcio ci sono le lettere inviate ad altri brigatisti come Prospero Gallinari, Mario Moretti e Germano Maccari, militanti dell'Unione dei comunisti combattenti, pentiti come Marco Barbone e l'ex di Prima linea Roberto Sandalo, esponenti dell'Autonomia operaia fuggiti in Francia per evitare il carcere, a cominciare da Toni Negri.

 

Il quale, una volta rientrato in Italia per finire di scontare la pena, si rivolse all'ex presidente per chiedere una buona parola con un dirigente della Digos. Su sollecitazione di Cossiga, in virtù di un'antica conoscenza personale e «come primo effetto della reciproca

francesco cossiga

smobilitazione ideologica», Negri gli dava del tu, e il 12 aprile 1998, giorno di Pasqua, gli scrisse per fargli gli auguri e «per chiederti di intervenire eccezionalmente in mio favore».

 

Dopo un primo diniego, il professore detenuto aspirava a ottenere un permesso per «una brevissima vacanza», però serviva che la polizia «dichiarasse insussistente, come in realtà è, il pericolo di fuga».

 

Così Negri s' era rivolto al presidente emerito: «Mi permetto di insistere con te perché, se ti è possibile, tu faccia questo intervento. Ti ringrazio fin d'ora per quello che potrai fare». All'ex carceriere di Moro Prospero Gallinari, scarcerato per motivi di salute, Cossiga scrisse il 5 maggio '94: «Sono lieto che Lei sia rientrato a casa e formulo gli auguri più fervidi per una vita normale e serena».

mario moretti

 

Aggiungendo il rammarico perché nell'ex Pci c'era chi considerava le Br «uno strumento della Cia e della P2! Che vergogna e che falsità, che viltà e che malafede! Ma non se la prenda. Se viene a Roma me lo faccia sapere».

 

In una lettera a Mario Moretti, il «regista» del caso Moro, l'ex presidente lo ringrazia per il libro sulla storia delle Br scritto nel 1994, e ribadisce la sua idea di un fenomeno «radicato socialmente e radicalmente nella società e nella sinistra italiana, e collegata alla divisione ideologica dell'Europa».

 

mario moretti

È per questa sua analisi che Cossiga, morto dieci anni fa, è stato e continua ad essere pressoché l'unico politico apprezzato dagli ex militanti della lotta armata di sinistra. Compresi i giovani aderenti alla fazione brigatista che nel 1987 uccisero il generale Licio Giorgieri, come Francesco Maietta e Fabrizio Melorio.

 

arrestato renato curcio

«Le sue esternazioni hanno avuto per me lo stesso effetto di rottura e di nuovo punto di partenza delle considerazioni del professor De Felice in materia di fascismo e resistenza», gli scrive Maietta dalla cella nel 1993; cinque anni dopo Cossiga sarà ospite al matrimonio dell'ex brigatista, uscito dal carcere.

 

E al suo compagno di cella Melorio, che all'ex presidente aveva raccontato il passaggio dall'essere suo nemico giurato nel '77 a «condividere molte delle cose che lei sostiene», Cossiga confida: «Ho letto con attenzione, trepidazione e commozione la sua lettera... perché in fondo mi sento anche un po' "colpevole" della Sua prigionia, essendo stato uno di quelli che hanno combattuto quella guerra, e per di più per essermi trovato dalla parte dei vincitori».

IL CADAVERE DI ALDO MORO NELLA RENAULT 4 ROSSA

 

Nel 2002 il «picconatore» manda una lettera a Paolo Persichetti, altro ex dell'Udcc appena estradato dalla Francia e chiuso in prigione: «Ormai la cosiddetta "giustizia" che si è esercitata e ancora si esercita verso di voi, anche se legalmente giustificabile, è politicamente o "vendetta" o "paura", come appunto lo è per molti comunisti di quel periodo, quale titolo di legittimità repubblicana che credono di essersi conquistati non col voto popolare o con le lotte di massa, ma con la loro collaborazione con le forze di polizia e di sicurezza dello Stato».

AGGUATO DI VIA FANI - UNO DEGLI AGENTI DI SCORTA DI ALDO MORO

 

In un altro faldone, insieme a documenti e atti parlamentari e giudiziari sulla strage di Bologna di quarant' anni fa, sono conservate alcune lettere inviate a Cossiga da Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, quando ancora erano sotto processo per la bomba alla quale si sono sempre proclamati estranei.

 

renato rascel, francesco cossiga e aldo moro

Dopo la condanna nell'appello bis, a luglio '94, gli scrisse pure la mamma di Francesca Mambro: «Io e i miei figli Le chiediamo aiuto per la ricerca della verità, perché chi è dalla parte della Giustizia si senta anche dalla parte della difesa di Francesca e Valerio». Ma un anno dopo arrivò l'ergastolo definitivo».

 

ALDO MORO 8ALDO MORO IL COVO BR DI VIA GRADOLIuomo della scorta di aldo moro assassinato roma 16 march 1978 ALDO MORO IL COVO BR DI VIA GRADOLIbettino craxi francesco cossigaTONI NEGRI PANNELLAnegri toniFRANCESCO COSSIGA francesco cossiga gnamprospero gallinari PROSPERO GALLINARI toni 190x130ritrovamento corpo aldo moroGLI UOMINI DI SCORTA DI ALDO MOROWALTER TOBAGI E ALDO MOROaldo moro repubblicaALDO MORO IL COVO BR DI VIA GRADOLIL AGGUATO DI VIA FANI DELLE BRIGATE ROSSE PER RAPIRE ALDO MOROL AGGUATO DI VIA FANI DELLE BRIGATE ROSSE PER RAPIRE ALDO MOROMORO

 

aldo moro con la figlia maria fidafrancesco cossiga 7

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