guido bagatta

“IL PAPA? SAPEVA CHE ERO AGNOSTICO E MI DISSE: ‘NESSUNO È PERFETTO’” – L’INCREDIBILE VITA DI GUIDO BAGATTA CHE, TRA UNA TELECRONACA E UN’ALTRA, È PASSATO DA CASA DI JOAN COLLINS E HA FATTO DA CHAPERON A LADY CICCONE: “MADONNA? UNA VERA STAR. UN MOMENTO ERO IL SUO MIGLIORE AMICO E IL MOMENTO DOPO NON MI SALUTAVA. LIZA MINNELLI? MI CHIAMAVA ‘SWEETIE’, TANTO CHE UN GIORNALISTA LE CHIESE SE FOSSI IL FIDANZATO. I CINQUE STELLE? LUIGI DI MAIO MI VOLEVA MINISTRO DELLO SPORT, MA C’ERA CHI MI RINFACCIAVA GLI INIZI CON BERLUSCONI” - LA CAZZATA SULLE DUECENTO DONNE, IL COMPLEANNO CON MICHAEL JORDAN E…

Estratto dell'articolo di Candida Morvillo per il “Corriere della Sera”

 

guido bagatta 3

L’album dei ricordi di Guido Bagatta include foto a spasso con Madonna, foto al compleanno di Michael Jordan, foto con Papa Francesco, foto in campo contro i San Antonio Spurs, campioni dell’Nba in quel 1999, sebbene lui il basket più che altro lo racconti, ma quella volta segnò pure un canestro (lui: «Ho giocato per tre minuti, è stato il giorno più bello della mia vita»). Bagatta, 64 anni, conduce il GiBi Show su RadioDeejay, è il volto del basket sul Nove e Discovery, ha collezionato mille telecronache sportive, fra cui dieci Superbowl, quattro finali di Nba, dieci Olimpiadi inclusa quella di Parigi.

michael jordan guido bagatta

 

Ha scritto dieci libri e La mia vita bassa ha venduto centomila copie fra gli adolescenti. E organizza eventi: lo scorso giugno ha portato Russell Crowe al Cervino Mountain Music Festival, obiettivo: fissare il primato mondiale per l’esibizione blues/rock canora più in alta quota. Il maltempo li ha fermati: «C’erano cinque gradi, fulmini, lampi, grandine. Russel ha detto che neanche nella sua Nuova Zelanda, dove piove sempre, ha mai visto una tempesta così. Ma ho la testa dura: l’anno prossimo, ci riprovo».

guido bagatta 2

 

[…] Michael Jordan e la neve?

« Anni fa, la Nike mi chiese di fargli da chaperon in Italia per una settimana.

Stava per diventare il cestista più famoso di sempre. Presentava le nuove scarpe, l’ho accompagnato a Bormio, siamo diventati amici. Nessuno lo sa, ma è diventato davvero ricco grazie a quelle scarpe: Nike non era convinta dell’operazione e l’agente di Michael li convinse proponendo un cachet basso ma royalties alte. Tuttora, Michael incassa 250 milioni di dollari l’anno così».

 

Tornando a Russell Crowe?

papa francesco

«Questo record era un mio pallino da 15 anni. Ho visto Crowe a Sanremo coi Gentlemen Barbers e, alle tre di notte, ho chiamato Amadeus per farmi dare i contatti. Crowe ha capito la sfida: salire a quattromila metri sul Matterhorn Glacier Paradise in tre tappe, per adattarsi all’altitudine, cantare tre brani. Poi, a duemila metri, fare il concerto gratuito con anche il Fabrizio Bosso Quartet e il chitarrista Luca Stricagnoli. Tutto annullato per l’allerta meteo, purtroppo».

 

E lei com’era finito, invece, con Papa Francesco davanti a una Lamborghini?

«Ero andato a consegnargliela. Una mattina, sono caduto male dal letto, ho picchiato la testa e ho incontrato un amico che mi ha detto di conoscere benissimo il capo delle guardie svizzere. Io facevo il consulente dell’allora Ceo di Lamborghini Stefano Domenicali e mi sono inventato un’auto personalizzata coi colori vaticani, che il papa ha firmato e che è andata all’asta per beneficenza. In cinque minuti, eravamo su tutte le prime pagine del mondo».

 

guido bagatta 1

E fu difficile convincere il pontefice?

«Fu di una facilità incredibile. Lo abbiamo chiesto al capo delle guardie svizzere la sera e, la mattina, ci ha detto sì. Il papa è arrivato, voleva pure sedersi nell’auto e guidarla, ma i suoi non gliel’hanno permesso. Ed era preparatissimo, sapeva tutto, anche di me, che sono agnostico. Al che, gli dico: sono uno che non crede. E lui, come nel film A qualcuno piace caldo : be’, nessuno è perfetto».

 

Altri incontri memorabili?

liza minnelli guido bagatta

«Lavoravo a Tmc. Vittorio Cecchi mi dice: so che lei parla bene inglese, viene Madonna in Italia per presentare il film Evita, dovrebbe stare tre giorni con lei, le sta bene? Dico: no, mi fa schifo. Mi ritrovo con lei che allattava la figlia e Antonio Banderas, l’altro protagonista. Madonna era una star vera: un momento ero il suo migliore amico e il momento dopo non mi salutava nemmeno. Poi, dopo due ore, diceva: Guido, usciamo per una pizza, vuoi venire? Banderas, invece, è uno di noi: abbiamo giocato a pallacanestro in un campetto di quartiere».

 

guido bagatta 4

Altri ingaggi da chaperon?

«Liza Minnelli. Era in Italia in tour. Abbiamo legato subito perché, da appassionato di cinema, le ho chiesto dei suoi genitori, dei loro film.

In conferenza stampa, le facevo da interprete e mi chiamava sweetie , tanto che un giornalista le chiese se fossi il fidanzato. Coi grandi personaggi, il segreto è parlare di cose che non si aspettano da una persona normale. Qualche anno fa, a Udine, finisco a cena con Bruce Springsteen dopo un concerto.

 

madonna

Da ragazzo, ero stato ospitato da una famiglia del New Jersey, a due chilometri da dov’è nato e cresciuto lui: ci siamo messi a parlare della sua contea. Bill Clinton l’ho incontrato a Washington, lui suona il sax ed è impazzito quando gli ho raccontato che il chitarrista jazz Franco Cerri era, per gli italiani, “l’uomo in ammollo” in una vasca dello spot di un detersivo».

 

Il telecronista Rino Tommasi ha raccontato che la fece assumere da Silvio Berlusconi perché lei gli aveva giurato di conoscere alla perfezione il football, cosa non proprio vera.

«Non andò così. Avevo vent’anni, sapevo di football, ma alla prima telecronaca per Canale 5, mi diedero la videocassetta senza darmi la formazione. Improvvisai, cercando di riconoscere i giocatori col casco in testa e su un monitor 10x10. Ogni tanto, bleffavo, inventavo i nomi. Era Dallas-Pittsburgh, raccontai la sfida fra petrolieri e operai delle acciaierie. Ma era un provino: non mi aspettavo che lo mettessero in onda».

 

E invece?

joan collins

«Deve sapere che, fin da bambino, sognavo di diventare telecronista e sognavo l’America. Nel ’79, facevo l’università a Los Angeles e leggo sul Corriere della sera che Mike Bongiorno lasciava la Rai per Fininvest, dove sarebbero arrivati gli sport americani. Prendo carta e penna e gli scrivo che sono appassionato di football, basket, baseball e che ho già collaborato con un giornale.

 

Torno a casa a Milano per Natale e, una mattina, mamma mi tira giù dal letto dicendo che ha già chiamato due volte uno che si finge Mike Bongiorno. La terza chiamata la prendo io e Mike mi convoca a Milano 2. Lì, trovo lui, Tommasi, appunto, e Berlusconi, che mi fanno il famoso provino. La sera alle otto, a casa coi miei, accendiamo la tv e sentiamo: buona serata da Guido Bagatta, questo è il grande sport di Canale 5».

guido bagatta

 

Che genitori ha avuto?

«Mamma è una profuga istriana che a 13 anni ha assistito alle torture subite da suo padre, poi buttato in una foiba, e che è arrivata a Milano col carretto, la madre malata di tisi e nient’altro. Papà era figlio di un colonnello dell’aviazione che in guerra aveva perso tutto. Si sono conosciuti su un campo di atletica e si sono tirati su costruendo una famiglia, non facendomi mancare nulla e lasciandomi grandi insegnamenti».

 

Nasce prima la passione per gli Stati Uniti o per gli sport americani?

peterson bagatta

«Prima quella per l’America. Papà era un chimico, dirigente della Montedison, ci andava spesso e tornava con tanti racconti.[…] Un giorno, sono finito a casa di Joan Collins, la star di Dynasty . Eravamo seduti vicini ai Telegatti del 1985, poi, la vedo per caso in un ristorante di Beverly Hills, tutta cotonata, vestita di giallo canarino, e mi fa: ci siamo già visti?».

 

Come arriva da lì a casa di Joan Collins?

«Mi fa sedere con lei, quindi invita la tavolata nella sua villa a Bel Air. Fino alle due di notte, ho assistito a telefonate con gente che il più stupido era Steven Spielberg. Però non le dissi che ero invece follemente innamorato della sua rivale Linda Gray, la Sue Ellen di Dallas ».

 

guido bagatta

Andrea Roncato dice che è stato un latin lover e che, da giovani a Rimini quando una ragazza si negava, si diceva: qui Bagatta ci cova.

«Era una battuta da comico detta alla radio, ma è falsa. Ho fatto quello che ha fatto qualsiasi ragazzo degli anni ‘80 con la possibilità di conoscere tante persone. Non è da me contare quante fidanzate ho avuto».

Però, dopo, è stato lei a confermare alla radio, alla Zanzara, di averne avute duecento.

«Ero lì per raccontare un mio libro e Giuseppe Cruciani mi chiese se avevo avuto duemila donne, mille, duecento. Ho sbagliato a dare aria a una battuta goliardica».

 

Ora, è fidanzato?

«Ho avuto relazioni lunghe e da cinque anni sto con una quasi coetanea meravigliosa, con cui sperimento una relazione stupenda: io vivo a Milano 2 col mio bassotto, lei in centro coi due figli ventenni».

guido bagatta photo andrea arriga

 

Lei non ha figli, perché nei romanzi parla spesso di adolescenti?

«Perché ho la testa di un adolescente. La protagonista de La mia vita bassa è il mio corrispettivo femminile, sua madre somiglia a mia madre, sua nonna a mia nonna».

[…]

I Cinque Stelle la volevano ministro dello Sport, perché non se ne fece nulla?

«Mi chiamarono Luigi Di Maio e Casaleggio padre e figlio, ma in due giorni che ne parlavamo era già iniziato lo stillicidio di chi mi rinfacciava gli inizi con Berlusconi e ho risposto che non ero interessato. Non mi sono pentito».

[…]

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”