zelensky

“LA POPOLARITÀ DI ZELENSKY È AI MINIMI STORICI. SI VOTASSE OGGI VERREBBE SCONFITTO” - LO STORICO UCRAINO YAROSLAV HRYTSAK: “SI È CIRCONDATO DI FEDELI ESECUTORI E VUOLE CONCENTRARE IL POTERE NELLE PROPRIE MANI - RIPETE LA NARRATIVA EROICA DEI PRIMI MESI: COMBATTERE PER LIBERARE LE REGIONI OCCUPATE. MA NESSUNO ACCETTA PIÙ QUESTI DISCORSI: NON TORNEREMO AI CONFINI DEL 1991. GLI UCRAINI CERCANO SOLUZIONI PER TERMINARE IL CONFLITTO - L’EX CAPO DELLE FORZE ARMATE ZALUZHNY AVREBBE IL CARISMA PER FARE DOLOROSE CONCESSIONI A PUTIN. ZELENSKY SOGNA DI INTERPRETARE IL CHURCHILL UCRAINO MA E' PIU' COME GORBACIOV: RISPETTATO ALL’ESTERO, DETESTATO IN PATRIA”

Estratto del’articolo di Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

YAROSLAV HRYTSAK

«La popolarità di Volodymyr Zelensky è ai minimi storici. Se si votasse oggi verrebbe sconfitto e l’Ucraina ha bisogno di elezioni al più presto per rinnovare la dirigenza politica.

Purtroppo, dobbiamo attendere: non si potrà andare alle urne finché il Paese resterà sotto la minaccia russa».

 

Yaroslav Hrytsak, noto docente di storia all’Università di Leopoli, spiega le debolezze del presidente ucraino in questa fase difficile del conflitto.

 

[…] Come spiega il crollo della popolarità di Zelensky?

VOLODYMYR ZELENSKY CON VALERY ZALUZHNY

«Due ragioni. La prima: da oltre un anno non è stato in grado di riportare una sola vittoria. Eccetto forse l’avanzata nella regione di Kursk, che però potrebbe rivelarsi molto fragile. Seconda ragione: Zelensky ci tratta come fossimo bambini che non sono in grado di ragionare e a cui non si deve dire seriamente la verità.

 

Continua invece a ripetere la narrativa eroica dei primi mesi, per cui dobbiamo restare uniti e combattere per liberare tutte le regioni occupate dagli orchi russi, inclusa la Crimea. Ma ormai nessuno accetta più questi discorsi: è ovvio che non riusciremo a tornare ai confini del 1991 e comunque ciò comporterebbe tantissimi morti e distruzioni, che il Paese non può sostenere. In realtà, gli ucraini cercano nuove soluzioni per terminare il conflitto e non corrispondono con i discorsi del presidente».

 

VOLODYMYR ZELENSKY - ASSEMBLEA ONU

Chi vincerebbe le elezioni presidenziali oggi?

«Gli ultimi sondaggi indicano in netto vantaggio l’ex capo delle forze armate, Valerij Zaluzhny. In maggio lo davano al 70 per cento delle preferenze con un progetto di militarizzazione della società. Lui avrebbe il carisma necessario sia per chiedere più sacrifici, che per fare dolorose concessioni a Putin. Tuttavia, per ora non sappiamo se è pronto a candidarsi».

 

Zelensky è consapevole del problema?

YAROSLAV HRYTSAK

«Si è circondato di fedeli esecutori che cercano di tenerlo lontano dalle cattive notizie. Al cuore del problema resta il suo desiderio di concentrare il potere nelle proprie mani: sceglie i collaboratori sulla base della lealtà, non della professionalità, un atteggiamento suicida.

 

[…] Zelensky è stato un bravo attore e ancora si comporta come tale. Sogna di interpretare il ruolo del Churchill ucraino. L’emergenza dei primi tempi di guerra lo ha aiutato: ha incarnato il volontarismo generoso e coraggioso degli ucraini, che volevano combattere a ogni costo.

 

volodymyr zelensky joe biden

Ma il gioco si è fatto più difficile quando è stato chiaro che la guerra si sarebbe protratta e occorreva elaborare politiche innovative di resistenza. Lo paragono a Gorbaciov: molto popolare all’inizio della Perestroika, ma poi sempre più isolato; rispettato e persino amato all’estero, però detestato in patria».

 

Tra le opposizioni suggeriscono un governo di unità nazionale per affrontare il negoziato con Putin…

«Sì, potrebbe essere una soluzione. Zelensky non è un pensatore sistematico, necessita di consiglieri esperti che elaborino politiche e strategie di lungo periodo. Dobbiamo passare dalle speranze nella vittoria alla politica della sopravvivenza. Però Putin sta vincendo, cerca di prendersi il massimo dell’Ucraina, non è pronto a compromessi».

 

volodymyr zelensky a cernobbio 6

I russi avanzano nel Donbass: teme il crollo?

«Questa è una classica guerra d’attrito. E questi tipi di guerre terminano con il collasso di uno dei due eserciti. Il risultato dipende da quanto a lungo una società sia disposta ai sacrifici. Ma per ora non leggo segni di collasso ucraino. Vediamo cosa capiterà durante l’inverno […] Da noi la situazione è difficile. Ma in Russia potrebbe essere peggio. Pare che la maggioranza dei russi voglia la fine subito della guerra».

 

Meglio Donald Trump o Kamala Harris per l’Ucraina?

«Non so cosa aspettarmi da Trump, può fare mosse inaspettate. Temo però che la Harris possa essere in continuità con Biden. I ritardi degli aiuti americani ci dissanguano. Anche i contributi per accrescere le nostre industrie militari arrivano lenti».

VOLODYMYR ZELENSKY VLADIMIR PUTINvolodymyr zelensky con i primi f 16 biden zelensky vertice natozelensky a cernobbio

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? INNANZITUTTO L’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MILANO BLOCCA DI FATTO OGNI POSSIBILE ASSALTO DELL’ARMATA “CALTA-MELONI” AL "FORZIERE D'ITALIA", ASSICURAZIONI GENERALI – CERTO, I MANAGER DECADONO SOLO DOPO UNA SENTENZA DEFINITIVA, MA GIÀ DA ADESSO LOVAGLIO E E COMPAGNIA POTREBBERO ESSERE SOSPESI DAL CDA O DALLA VIGILANZA DI BANKITALIA - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DEI PM DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE FAVORITA DA PALAZZO CHIGI DELLA COMBRICCOLA ROMANA, SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO'') - OGGI IN BORSA MONTE PASCHI SIENA HA CHIUSO PERDENDO IL 2,12%, MEDIOBANCA -0,15% MENTRE, ALLONTANANDOSI CALTARICCONE, GENERALI GUADAGNA LO +0,47%...

putin witkoff marco rubio donald trump zelensky

DAGOREPORT – SI ACCENDE LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO CONTRO TRUMP - I DANNI FATTI DA STEVE WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HANNO COSTRETTO L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A METTERE IN CAMPO IL SEGRETARIO DI STATO MARCO RUBIO CHE HA RISCRITTO IL PIANO DI PACE RUSSIA-UCRAINA - CON IL PASSARE DELLE ORE, CON UN EUROPA DISUNITA (ITALIA COMPRESA) SUL SOSTEGNO A KIEV, APPARE CHIARO CHE PUTIN E ZELENSKY, TRA TANTE DISTANZE, SONO IN SINTONIA SU UN PUNTO: PRIMA CHIUDIAMO LA GUERRA E MEGLIO È…

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?