roberto benigni

“PRESIDENTE, DEVE RIMANERE QUALCHE ANNO IN PIÙ” – ROBERTO BENIGNI SHOW ALLA CONSEGNA DEL LEONE D’ORO ALLA CARRIERA A VENEZIA: PRIMA CERCA DI CONVINCERE MATTARELLA A RIMANERE PER UN BIS, POI RINGRAZIA LE SUE STELLE POLARI, DA BERTOLUCCI, AD ARBORE FINO AD ALLEN, E INFINE DEDICA IL PREMIO ALLA MOGLIE NICOLETTA BRASCHI – “IL MIO MODO DI MISURARE IL TEMPO È CON TE E SENZA DI TE. UN AMORE A PRIMA VISTA, ANZI A ETERNA VISTA” - VIDEO

 

 

Valerio Cappelli per "www.corriere.it"

 

roberto benigni e sergio mattarella

Roberto Benigni stavolta non salta sulle poltrone dall’euforia, prevale l’emozione e resta nei ranghi davanti alle autorità: «È il premio più bello e lucente che si possa avere in Italia e nel mondo». Quando alla Mostra gli consegnano il Leone d’oro alla carriera si alzano tutti in piedi, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella accolto dalla standing ovation e Pedro Almodovar, Penelope Cruz e il presidente della Biennale Roberto Cicutto.

 

roberto benigni 9

Lui ringrazia Mattarella «per il suo amore per l’arte, ho la soddisfazione di essere un suo contemporaneo, la vorrei abbracciare, in questi anni ci ha aiutato tanto, lei è un presidente straordinario, rimanga per la prossima Mostra, rimanga con noi magari fino ai mondiali di calcio in Qatar perché porta fortuna, porta bene. Presidente, deve rimanere qualche anno in più». Dice che quando Alberto Barbera il direttore artistico lo chiamò per il premio «mi spogliai dalla gioia e accennai qualche passo di rumba».

roberto benigni e nicoletta braschi 4

 

Ringrazia tutte le stelle polari che hanno guidato il suo cammino d’artista, credendo in lui, dai primi, Giuseppe Bertolucci e Vincenzo Cerami, a tutti gli altri che menziona in ordine sparso Ferreri e Fellini, Renzo Arbore e Massimo Troisi, Woody Allen, Jim Jarmusch e Matteo Garrone con il quale, in Pinocchio, ha condiviso la sua ultima avventura al cinema. «Io meritavo un gattino, un micino, ma un Leone d’Oro alla carriera qui a Venezia è veramente il premio più prestigioso più bello, più lucente, più luminoso che si possa sognare in Italia e nel mondo».

 

roberto benigni 7

Ma il ringraziamento più bello e poetico va alla sua Beatrice, la donna della sua vita, Nicoletta Braschi: «Il mio modo di misurare il tempo è con te e senza di te, facciamo tutto insieme da quarant’anni, questo premio ti appartiene, lo dedicherai tu a chi vorrai». Il Leone? «Io prendo la coda per muovere l’allegria, le ali sono tue. Se qualcosa ha preso il volo è grazie a te. La femminilità è un mistero che non comprendiamo, gli uomini sono donne che non ce l’hanno fatta, diceva Groucho Marx».

 

roberto benigni 4

Nicoletta, la sua luce: «Nostro Signore ha adornato il cielo di un altro sole, la prima volta che t’ho visto». Poi si congeda: «Che Dio vi benedica». Jane Campion aveva appena tenuto la laudatio paragonando la sua gioia a una bottiglia di Prosecco pronta a esplodere, dice che nelle sue opere Benigni ci ricorda «l’importanza di amare e di innamorarsi ogni giorno», quest’anima innocente «che ci disarma e ci riporta al parco giochi della nostra infanzia».

 

roberto benigni 5

Difficile pensare che a ottobre compirà 69 anni. Difficile credere che Roberto Benigni è alla sua prima volta alla Mostra del cinema. Ha lasciato Dante a casa, e dopo la sua master class tornerà a Roma col Leone stretto e il ruggito della sua risata, del suo stupore sulla bellezza del mondo. Ed eccolo col naso di cartone nel tempio dei grandi autori così spesso ostili ai comici. Nel pomeriggio appena sbarcato al Lido, (in completo grigio Armani), ai fotografi dice: «Il Leone? Di sicuro stanotte ci dormo insieme e magari ci facciamo una nuotata».

 

roberto benigni 13

Il ragioniere Benigni, nato da due contadini toscani analfabeti («io vengo dal nulla, da una povertà meravigliosa») lo aggiungerà alle nove lauree ad honorem. La cerimonia d’apertura diventa la sera degli umoristi e degli illusionisti, con al centro questo vagabondo della comicità piena di umori popolari e di buone letture, attore in 28 film e regista di 8. Gli bastano cinque minuti per mangiarsi tutta la torta degli applausi, esprimendo ancora la sua gratitudine («provo un sentimento d’amore che ve lo rimando indietro decuplicato») sotto gli occhi di Almodovar, che in Parla con lei gli dedicò il personaggio dell’infermiere Benigno.

roberto benigni 12

 

Uscendo dalla sala Benigni dice: «Potevo parlare solo di lavoro e l’ho fatto ringraziando i registi che mi hanno scelto perché essere scelti è incredibile, e Nicoletta che è tutto per me». Nel suo film Oscar ha giocato sugli orrori dell’Olocausto e anche ora ci ricorda che la vita è bella.

roberto benigni 10roberto benigni 1roberto benigni 6roberto benigni 2roberto benigni 3roberto benigni e nicoletta braschi 3roberto benigni e nicoletta braschi 1roberto benigni e nicoletta braschi 2roberto benigni 11

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…