alessandro profumo massimo dalema d'alema

“D’ALEMA NON AVEVA NESSUN MANDATO, FORMALE O INFORMALE, A TRATTARE PER CONTO DI LEONARDO” - ALESSANDRO PROFUMO IN AUDIZIONE AL SENATO SUL RUOLO DI “BAFFINO” COME MEDIATORE NELLA VENDITA DI ARMI ALLA COLOMBIA: “FIN DA SUBITO HA CHIARITO CHE SAREBBE RIMASTO DEL TUTTO ESTRANEO ALLE FUTURE ATTIVITÀ DI INTERMEDIAZIONE” - MA LA LEGA INSORGE: “PERCHÉ SI COINVOLSE L’EX PREMIER NELL’AFFARE, AVENDO GIÀ DUE REALTÀ INCARICATE DI SEGUIRE LA VICENDA?” - SULLA QUESTIONE SI ATTENDONO GLI AUDIT INTERNI DI LEONARDO E FINCANTIERI - LA SETTIMANA PROSSIMA SARA' ASCOLTATO BONO

Chiara Rossi per www.startmag.it

 

MASSIMO DALEMA

Per Leonardo la trattativa con la Colombia non rappresentava un accordo G2G. “La procedura è stata avviata nel 2019, in tempi ampiamente antecedenti queste vicende, ed eravamo ancora nella fase in cui si cerca di capire come trasformare una potenziale opportunità in una realtà”.

 

Lo ha detto Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo, durante la sua audizione di questa mattina al Senato sull’export dei materiali di difesa.

 

In particolare, al centro dell’audizione la posizione di Leonardo riguardo il Colombiagate. Ovvero il caso che vede protagonista l’ex premier Massimo D’Alema in qualità di mediatore nella vendita da 4 miliardi di euro di mezzi militari alla Colombia da parte di Fincantieri e Leonardo, con 80 milioni di euro di possibili provvigioni per i mediatori.

 

ALESSANDRO PROFUMO

Sulla questione, si attendono i risultati degli audit interni avviati dalle due aziende partecipate dal ministero dell’Economia. Come ha annunciato il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, in Aula alla Camera rispondendo a un’interrogazione Fdi nel corso del question time il 23 marzo. “I risultati saranno oggetto di approfondimento e valutazione dagli organi societari e dalla istituzioni preposte” aveva fatto sapere il ministro.

 

I DOCUMENTI CHE DIMOSTRANO LO STATO DELLE TRATTATIVE DEI DALEMA BOYS CON LA COLOMBIA

Intanto oggi, sul caso, la Commissione Difesa del Senato ha ascoltato il numero uno di Leonardo e la prossima settimana sarà ascoltato l’ad di Fincantieri Giuseppe Bono.

 

Alla fine, i senatori della Lega hanno diramato una nota in cui si dicono “insoddisfatti” dalle risposte di Profumo.

 

Tutti i dettagli sull’audizione dell’ad di Leonardo, Alessandro Profumo, al Senato.

 

IL RUOLO DI D’ALEMA

“Lo voglio sottolineare in maniera forte, D’Alema non aveva nessun mandato, formale o informale, a trattare per conto di Leonardo”. Lo ha detto l’ad di Profumo presso la Commissione Difesa del Senato rispondendo a una domanda sulla vicenda riguardante l’intermediazione per la vendita alla Colombia di armi.

alessandro profumo foto di bacco

 

Nel caso specifico, “il presidente D’Alema, anche in relazione alla sua storia istituzionale, ha prospettato a Leonardo che queste opportunità possono essere maggiormente concreti ma fin da subito ha chiarito che sarebbe rimasto del tutto estraneo alle future attività di intermediazione. Sulla base di questa soluzione l’azienda ha avviato le attività di verifica della fattibilità di queste ulteriori opportunità” ha evidenziato l’ad di Leonardo.

 

“ATTENTI ALLA TRASPARENZA”

“Siamo molto attenti alla compliance di quanto facciamo tant’è che siamo leader globale per trasparenza leader internazionale e globale per la sostenibilità del Dow Jones. Sono certo che anche nel caso del quale si parla in questi giorni verrà vista la totale correttezza dei nostri comportamenti”, ha sottolineato Alessandro Profumo.

l atto che dimostra la conoscenza di gardo con dalema

 

NESSUNA SUCCESS FEE PAGATA

Nel caso delle trattative con la Colombia che ha coinvolto l’ex premier Massimo D’Alema, “non siamo arrivati alla richiesta del contratto”, ha rimarcato Profumo.

 

Inoltre, il numero uno di Leonardo ha chiarito che “sul tema delle soglie, delle percentuali”, legato alle trattative per le commesse, possono variare anche in base a elementi come le opportunità di entrare nei nuovi mercati. E sarebbe il caso dell’eventuale vendita di ‘caccia leggeri’ M346 in Colombia.

 

alessandro profumo

“Si tratta di ‘success fee’ – spiega Profumo – che vengono pagate esclusivamente quando il contratto si è concluso ed è stato erogato il pagamento, quando la società ha incassato”. E “nel caso specifico non è stato sottoscritto alcun contratto quindi non si è verificata la condizione necessaria”.

 

INGRESSO DI LEONARDO NEL MERCATO DELLA COLOMBIA

Infine, “ci tengo a sottolineare che laddove dovessimo riuscire, perché l’ipotesi non è tramontata, ad entrare nel mercato della Colombia, entreremmo per la prima volta nel mercato sudamericano con una versione light attack battendo il competitore coreano, che è il più grosso competitore che noi abbiamo nella versione ligh attack in particolare in America Latina”.

 

“Un competitore coreano che ricordo commercializzato da Lockheed Martin, che come noto è un competitore particolarmente forte. Da qua anche l’interesse per noi del mercato colombiano”, ha evidenziato l’ad di Leonardo.

 

Dunque “non è tramontata” l’ipotesi di una vendita di aerei M-346 Fighter Attack alla Colombia, versione ‘light combat’ dell’aereo addestratore avanzato M-346 di Leonardo.

I MESSAGGI WHATSAPP CON IL FILE AUDIO DELLA CONVERSAZIONE DI MASSIMO DALEMA

 

“Per noi la strategicità d’ingresso in quel mercato — ha rilevato per ultimo Profumo — sarebbe estremamente rilevante. Vedremo come proseguirà questa potenziale opportunità”.

 

INSODDISFATTA LA LEGA

“Ci riteniamo insoddisfatti” delle risposte di Alessandro Profumo. Così i senatori della Lega in commissione Difesa a Palazzo Madama dopo l’audizione di Alessandro Profumo sul “caso Colombia” oggi in Senato.

 

jet m346 di leonardo

“Se sul ruolo dello studio legale Robert Allen Law — proseguono i senatori leghisti — e di Aviatec, sales promoters a vario titolo dell’affare, Profumo ha risposto in maniera scolastica, è sul ruolo di Massimo D’Alema, sul suo raggio di azione e sui relativi limiti, che nessuna risposta è stata fornita ai commissari. Perché si coinvolse l’ex premier nell’affare, avendo già due realtà incaricate di seguire la vicenda? Come fu individuato lo studio legale di Miami? Domande lecite, che la Lega non pone per una volontà persecutoria, ma perché convinta che il Parlamento sia l’unico luogo deputato a fornire risposte chiare ai cittadini”.

alessandro profumo foto di bacco

 

Pertanto, concludono i senatori “La Lega vuole la verità, continuerà a cercarla e non si fermerà davvero davanti a chi fa la figura dello smemorato, rendendo un pessimo servizio alla verità ed alla democrazia”.

dalema mail giordo fincantieri ALESSANDRO PROFUMO GIUSEPPE CONTEil servizio de le iene su massimo dalema e la compravendita di armi con la colombia 30

Ultimi Dagoreport

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…