“E’ PROVATO CON ASSOLUTA CERTEZZA IL RAPPORTO CORRUTTIVO ALEMANNO-BUZZI” - NELLE MOTIVAZIONI DELLA CONDANNA A SEI ANNI PER L’EX SINDACO, I GIUDICI DELINEANO UNO SCENARIO TORBIDO: “SI MUOVEVA IN UN CONTESTO POLITICO DEGRADATO, SUCCUBE DI LOGICHE CRIMINALI. LA FONDAZIONE ‘NUOVA ITALIA’ HA RAPPRESENTATO PER L'IMPUTATO UN SALVADANAIO CUI ATTINGERE AL MOMENTO DEL BISOGNO…”

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Ilaria Sacchettoni per il “Corriere della sera - Edizione Roma”

 

SALVATORE BUZZI - LUCIANO CASAMONICA - GIANNI ALEMANNO SALVATORE BUZZI - LUCIANO CASAMONICA - GIANNI ALEMANNO

Un sindaco, Gianni Alemanno, «che si muoveva in un contesto politico molto degradato» e «succube di logiche criminali» sia pure ancora non interamente disvelate. Un imprenditore, Salvatore Buzzi, abile nel coltivare rapporti con la pubblica amministrazione e che aveva trovato nell'allora sindaco un interlocutore privilegiato. Nel motivare la sentenza di condanna a sei anni di carcere per corruzione i giudici confermano: «Provato con assoluta certezza il rapporto corruttivo Alemanno-Buzzi (Salvatore Buzzi, patron delle coop, ras di Mafia Capitale, ndr)».

 

la cena poletti alemanno casamonica buzzi la cena poletti alemanno casamonica buzzi

I metodi impiegati dall'ex sindaco per governare la città sono, secondo i magistrati, censurabili: «Il modulo organizzativo utilizzato dal sindaco Alemanno non è stato di certo un valido presidio a garanzia della trasparenza, dell'economicità ed efficienza nell' operato dell'amministrazione ma ha contribuito alla formazione di zone d' ombra idonee a generare comportamenti distorsivi e illegittimi». Accertato il rapporto corruttivo con il ras delle cooperative.

 

Un rapporto mediato, in qualche caso (soprattutto nel periodo della sindacatura) dal suo fiduciario Franco Panzironi, già presidente dell'Ama nonché tesoriere della fondazione «La Nuova Italia»: «Quest'ultimo (Panzironi, ndr) costituiva infatti l'anello di congiunzione fra le cooperative sociali di Buzzi ed Ama spa».

PAOLO IELO PAOLO IELO

 

O meglio «una proiezione esecutiva» di Alemanno. Quanto alla fondazione è stata, secondo i giudici, il «portamonete» personale dell'allora sindaco: «Che la Fondazione Nuova Italia abbia rappresentato per l' imputato un salvadanaio cui attingere al momento del bisogno è circostanza ulteriormente confermata dai trasferimenti di denaro avvenuti in costanza dei rapporti di consulenza tecnica intercorso tra Alemanno e la fondazione a partire dal 28 giugno 2013».

 

Secondo gli investigatori che hanno approfondito per i pm Cascini, Ielo e Tescaroli il ruolo di Alemanno all' interno della fondazione, la cifra trasferita a quest' ultimo in un anno (dall' estate 2013 a quella 2014), è stata di circa 62mila euro. Una somma ingiustificata se si pensa al contributo effettivo offerto da Alemanno alla fondazione, dicono i giudici: «I trasferimenti di denaro, effettuati in seguito alla cessazione della sindacatura di Alemanno, dimostrano invece come l'attività di consulenza (teoricamente formalizzata, ndr ) si sia in realtà tradotta in una ridicola finzione necessaria a giustificare sul piano contabile i molteplici spostamenti di denaro».

ALEMANNO PANZIRONI ALEMANNO PANZIRONI

 

Tirando le somme la fondazione «Nuova Italia» è stata un «salvagente per assicurarsi un sostentamento economico personale una volta terminato il periodo della sua sindacatura». Nel rapporto fra il sindaco di centrodestra e l' imprenditore del centrosinistra si realizza, secondo i giudici, un meccanismo di perfetto equilibrio: «La sindacatura di Alemanno è stata vantaggiosa per Buzzi: le tre cooperative si aggiudicarono appalti per 9,6 milioni di euro, 3.6 in più rispetto alla sindacatura di Veltroni». Alemanno, concludono i giudici, «motivato dalla prospettiva di conseguire un indebito tornaconto personale mostrandosi disponibile a spendere la propria qualità di sindaco per risolvere i problemi delle coop di Buzzi si è inserito in quella logica negoziale simmetrica che tradizionalmente caratterizza le fattispecie corruttive».

 

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