attilio fontana angelo borrelli luigi di maio

“STIAMO TENENDO DURO, MA LE MASCHERINE FINIRANNO IN 24 ORE” – IL DRAMMATICO SCAMBIO DI MAIL TRA LE RSA DELLA LOMBARDIA E LA PROTEZIONE CIVILE, CON LE STRUTTURE CHE A INIZIO MARZO CHIEDEVANO AIUTO DISPERATAMENTE. IL TUTTO APPENA DUE SETTIMANE DOPO CHE DI MAIO AVEVA INVIATO TONNELLATE DI DISPOSITIVI IN CINA

 

 

Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”

 

ANGELO BORRELLI CON LA MASCHERINA

Uno scambio di mail drammatico testimonia quanto sia stata disperata all' inzio della pandemia la ricerca di mascherine da parte delle Rsa della Lombardia costrette a combattere disarmate contro il virus che fa strage di anziani. «Si rende improcrastinabile un intervento immediato della Protezione civile e del Governo» perché le strutture «stanno lavorando in condizioni difficilissime», scrivono le Rsa al capo del Dipartimento Angelo Borrelli.

 

istituto don gnocchi milano 2

«Stiamo facendo di tutto», è la sconsolata risposta. Il 5 marzo l' Italia non è ancora zona rossa, lo sarà quattro giorni dopo, quando Roberto Costantini, commissario dell' Associazione delle Rsa private scrive al direttore welfare della Regione Luigi Cajazzo denunciando una situazione «insostenibile». Le mail sono nella memoria depositata ai pm di Milano dall' avvocato Stefano Toniolo, legale dei tre manager della Fondazione Don Gnocchi indagati per omicidio colposo, epidemia colposa e violazione delle norme antinfortunistiche con il presidente della coop dei lavoratori per le morti da covid-19.

 

PIO ALBERGO TRIVULZIO

«Ci sono numerose realtà che hanno pazienti positivi o in attesa di tamponi che hanno quasi terminato le scorte e non hanno ricevuto nulla», dice Costantini chiedendo «aiuto» per le Rsa che di lì a poco accoglieranno pazienti covid-19 e no, come stabilirà la famosa delibera dell' 8 marzo per liberare letti negli ospedali. «Tutti contavano su forniture gestite a livello regionale ma oggi apprendiamo che, con assoluta sorpresa, Aria (Azienda regionale innovazione e acquisti, ndr .) non è in grado di fornire alcunché».

istituto don gnocchi milano

 

attilio fontana si mette la mascherina

Analoga richiesta viene fatta a Borrelli, cui viene segnalato il rischio per la «tenuta, sicurezza e qualità delle cure». Il 7 marzo la risposta: «Stiamo facendo di tutto (...

FONTANA GALLERA

) per acquistare le mascherine e gli altri dpi». Tre giorni dopo, Aris torna a implorare aiuto perché «diversi medici, operatori sanitari (...) si sono ammalati e si stanno ammalando per la scarsità di dpi.

pio albergo trivulzio

 

Stiamo tenendo duro, ma in alcune strutture che stanno nelle zone più contagiate, i dpi si esauriranno in 24 ore. Chiaramente sapete benissimo quali sarebbero le ulteriori conseguenze se questa eventualità si verificasse, poiché il virus purtroppo non guarda al solo prodigarsi delle persone, alle buone opere in corso, a quanto si sta facendo, ma si ferma solo se trova una barriera che gli impedisce di propagarsi o una distanza che non riesce a colmare». Anche stavolta la risposta è laconica: «Stiamo provvedendo a reperire le mascherine e altri dispositivi. Appena avremo contezza ve la faremo avere. Comprendo la vostra esigenza e situazione e risolveremo».

ANGELO BORRELLI ROBERTO SPERANZA GIUSEPPE CONTE

 

Il Don Gnocchi si muove anche autonomamente, ma i primi 900 pezzi arriveranno solo il 16 marzo, spiega la difesa affermando che gli indagati sono «impegnati in prima linea nella lotta al virus e oramai sono allo stremo» con la serenità «gravemente turbata dall' incessante campagna mediatica che ha accompagnato la denuncia» dei lavoratori, alla quale si sono aggiunte quelle di parenti di vittime secondo i quali inizialmente la presenza del virus sarebbe stata nascosta.

Attilio Fontana

 

L' avvocato Toniolo scrive nella memoria (è anche un esposto per calunnia) che nel Don Gnocchi il primo contagio viene individuato il 14 marzo e che ai lavoratori non sarebbe stato vietato di mettere le mascherine, ma chiesto di farne un uso «razionale» in base alle «linee guida dell' Oms» del momento, dato che erano introvabili perché la «Protezione civile le aveva rastrellate sul mercato» per destinarle agli ospedali che curavano i casi covid-19.

ANGELO BORRELLI

 

La Fondazione afferma di sentirsi parte «di un sistema sanitario da sostenere con tutte le proprie forze in questo momento di estrema difficoltà» e i suoi vertici indagati sono in «prima linea» contro la diffusione del virus che, però «è stato purtroppo materialmente impossibile» tener fuori dall' istituto, com' è accaduto per tutte le altre Rsa lombarde che non potevano essere chiuse, come avvenuto per bar e ristoranti, perché «hanno dovuto continuare a operare nell' interesse della collettività e dei pazienti».

 

PIO ALBERGO TRIVULZIO

Dopo il Pio Albergo Trivulzio (non confermate notizie su nuovi indagati), i pm milanesi hanno iscritto anche l' ente Istituto Auxologico per la legge 231/2001 e la Procura di Lodi ha perquisito la Rsa di Mediglia dove sono morti 65 ospiti su 150. In tutto sono salite a 26 le Rsa su cui indaga la Procura milanese.

guido bertolaso attilio fontana

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