“DI TROPPE REGOLE SI MUORE. IL PROBLEMA COVID NON LO RISOLVERANNO I POLITICI MA I SINGOLI INDIVIDUI” – ILARIA CAPUA: “LA COSA CHE MI PREOCCUPA DI PIÙ È LA COSIDDETTA ‘PANDEMIC FATIGUE’, QUANDO I PAZIENTI, MA ANCHE LE STRUTTURE SANITARIE E I DECISORI POLITICI PERDONO ENERGIE, SI IMMOBILIZZANO” – “LA MASCHERINA VA PORTATA SEMPRE, LA VITA NOTTURNA VA REINVENTATA: URLARE E CANTARE SONO I MODI MIGLIORI PER DIFFONDERE IL VIRUS”

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Laura Cuppini per www.corriere.it

 

ilaria capua ilaria capua

La curva dei contagi è verticale: quasi 75mila positivi in Italia, 5.700 solo nella giornata di ieri. Ilaria Capua, direttore One Health Center of Excellence dell’Università della Florida, che cosa ci dobbiamo aspettare?

«La domanda giusta è: come ci dobbiamo comportare? Assistiamo a una circolazione vivace del virus, siamo passati da 1.500 a oltre 5mila contagi. È il momento di rafforzare l’impegno da parte di tutti: la mascherina va portata sempre, sottolineo sempre, tranne che in casa e nella propria macchina se si è soli.

 

ILARIA CAPUA TI CONOSCO MASCHERINA ILARIA CAPUA TI CONOSCO MASCHERINA

Se si usa il car sharing meglio indossarla. Il disinfettante va tenuto sempre con sé, lavando le mani più spesso possibile con acqua e sapone. Il virus viene trasportato da goccioline pesanti, che tendono a cadere rapidamente. La distanza interpersonale di due metri ci protegge, in quanto il virus non è in grado di superarla indenne».

 

Come valuta la situazione nelle scuole?

«In Italia abbiamo la fortuna di averle aperte dopo altri Paesi europei e quindi con una certa consapevolezza di quel che poteva succedere. La circolazione virale nelle scuole c’è, ma non è la causa dell’esplosione dei contagi».

 

Il Governo sta valutando di mettere dei limiti agli assembramenti nei locali e anche alle feste private.

balli senza mascherina alla bullona di milano 8 balli senza mascherina alla bullona di milano 8

«Lo trovo giusto, anche se più che il numero di persone conta la provenienza e lo stato sanitario dei presenti. Credo che in questo periodo, per fare un esempio, non sia saggio fare una festa di matrimonio con invitati da mezza Italia.

 

Paradossalmente il raduno di cento abitanti di un paesino sarebbe meno rischioso di un gruppetto di individui che arrivano da aree diverse. Ovviamente non bisogna rinunciare a sposarsi: si può fare una cerimonia più piccola e rimandare l’evento di un paio d’anni, quando presumibilmente saremo tornati a una normalità».

 

turista con la mascherina a san pietro turista con la mascherina a san pietro

È possibile pensare, per il futuro, alla chiusura di alcune Regioni?

«Escluderei questa ipotesi, credo che oggi più che mai dobbiamo affidarci al buon senso che ci fa sopravvivere, imparare e crescere. Di troppe regole si muore. Il problema Covid non lo risolveranno i politici, ma i singoli individui che si sentono parte di una collettività».

 

Dal punto di vista sanitario siamo a rischio?

«Vivo da quattro anni negli Stati Uniti e non conosco nel dettaglio la situazione italiana. Di certo però nell’autunno 2020 gli ospedali sono più preparati di quanto lo fossero nell’inverno 2019. A marzo poi c’è stata una situazione incomprensibile in Lombardia, tanto che ci siamo chiesti se circolasse un virus diverso.

ITALIA Coronavirus ITALIA Coronavirus

 

La risposta è no, in Lombardia c’è stata purtroppo una convergenza di fattori negativi e il Sistema sanitario ha mostrato delle grandi fragilità. Adesso le persone deboli sanno che si devono proteggere, le terapie intensive sono semivuote perché chi è a rischio sta in casa, porta sempre la mascherina. Molte signore hanno cambiato pettinatura, per evitare di andare ogni settimana dal parrucchiere a fare la piega o la tinta».

ilaria capua ilaria capua

 

Qual è la cosa che la preoccupa di più?

«La cosiddetta pandemic fatigue: si verifica quando i pazienti, ma anche le strutture sanitarie e i decisori politici perdono energie, si immobilizzano. L’antidoto è concentrarsi sulle questioni davvero urgenti e necessarie e lasciare un po’ perdere il resto.

 

donald trump e il regeneron 2 donald trump e il regeneron 2

Per esempio, per quanto riguarda i tamponi, bisogna snellire le procedure, evitare che si formino code nei punti-prelievo o che le persone aspettino giorni per avere il referto. Come singoli individui diamo la priorità a poche regole: spostarsi il meno possibile e sempre con la mascherina, mantenere la distanza di due metri, lavarsi e disinfettare le mani. Con l’unione di questi comportamenti siamo protetti, un po’ come la matrioska più piccola, racchiusa dentro le altre».

 

Ha senso secondo lei limitare la presenza nei locali e la movida notturna?

«Sì, sono situazioni in cui si tende a stare senza mascherina e a parlare ad alta voce. Ricordiamoci che urlare e cantare sono i modi migliori per diffondere il virus. La movida va reinventata, altrimenti il virus continuerà a circolare tra i giovani adulti: qualcuno di loro arriverà alla forma grave dell’infezione.

 

Italia coronavirus Italia coronavirus

Inoltre i giovani possono contagiare parenti, amici e colleghi più in là con gli anni. Per un po’ certe cose non si potranno fare, bisogna cercare soluzioni alternative, creative. La si può anche vedere sotto l’aspetto economico: un paziente in terapia intensiva costa al Sistema sanitario circa 100mila euro».

 

Come valuta il cocktail di anticorpi con cui è stato curato il presidente americano?

sean conley medico della casa bianca sean conley medico della casa bianca

«Trump è guarito senza difficoltà, perché ha ricevuto una terapia che avrebbe fermato un treno in corsa (e che non comprende l’idrossiclorochina). Il virus è stato bloccato prima che entrasse in circolo nel sangue e potesse quindi colonizzare gli organi.

 

Gli anticorpi monoclonali sono una versione sofisticata e di precisione della plasmaterapia: per fare un esempio bellico potremmo pensare a un missile terra-aria, paragonato a un esercito un po’ raffazzonato. I monoclonali avranno un momento di grandissima importanza in biomedicina, ma è necessario riuscire ad abbassare i costi di questi farmaci. Anche in Italia ci sono gruppi che li studiano, per esempio quelli di Rappuoli e Lanzavecchia».

 

Negli Stati Uniti ci sono, come in Italia, difficoltà con il vaccino antinfluenzale?

ilaria capua ilaria capua

«No io l’ho fatto un mese e mezzo fa, in famiglia ci siamo vaccinati tutti. Negli Usa è gratuito, anzi una catena di supermercati dà un voucher di 10 dollari a chi si immunizza. In Italia il problema è che storicamente ci si vaccina poco contro l’influenza e quindi negli anni non c’è stata una richiesta tale da avere una fetta di mercato sufficiente. Le operazioni di sanità pubblica vanno fatte sul lungo periodo: se più persone si fossero vaccinate negli anni precedenti oggi avremmo un impatto economico minore sul Servizio sanitario (mi riferisco a chi ha complicanze o strascichi per l’influenza) e maggiore disponibilità di vaccini».

 

Che cosa ci può insegnare la pandemia?

«Voglio vedere il lato positivo di questa catastrofe. Le misure di sanità pubblica che abbiamo imparato non vanno dimenticate e questo deve essere un impegno della comunità scientifica: lavarsi le mani, vaccinarsi contro l’influenza. Abbiamo poi l’opportunità di ripensare alcuni grandi sistemi all’insegna della sostenibilità: mobilità, lavoro, salute. Dovremo creare ambienti di vita più resilienti».

donald trump al balcone donald trump al balcone CORONAVIRUS ITALIA CORONAVIRUS ITALIA CORONAVIRUS ITALIA CORONAVIRUS ITALIA Italia, seriate - coronavirus Italia, seriate - coronavirus

 

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