“VOLEVA FAR RISULTARE UNA PERDITA CHE NON C’ERA” – SECONDO LE ACCUSE DELL’EX AD DI AMA BAGNACANI (SUPPORTATE DAGLI AUDIO PUBBLICATI ALL’''ESPRESSO''), LA RAGGI VOLEVA TOGLIERE DALL’ATTIVO 18 MILIONI DI EURO DI CREDITI DEI SERVIZI CIMITERIALI E PORTARE VOLONTARIAMENTE I CONTI IN ROSSO – IL SILURAMENTO DEL MANAGER PER “GIUSTA CAUSA” E LA DIFESA DELLA SINDACA: “SENZA CONTI IN ATTIVO AI DIRIGENTI NON ARRIVANO PREMI” - VIDEO

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Emiliano Fittipaldi per “la Repubblica”

 

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La battaglia della monnezza, a Roma, fa un salto di livello. E si sposta dalle strade più sporche d' Europa (come certifica una ricerca di Eurostat) ai palazzi del potere e della giustizia. E soprattutto al Campidoglio, travolto dall' inchiesta dell' Espresso sulla gestione della municipalizzata dei rifiuti, Ama spa, da parte di Virginia Raggi e i suoi uomini. Il settimanale ha infatti scoperto che l' ex presidente e amministratore delegato Lorenzo Bagnacani, che è stato licenziato in tronco dalla Raggi a febbraio, qualche giorno fa ha spedito ai pm un esposto, dove accusa la sindaca in persona.

 

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La Raggi, scrive Bagnacani ai pm, avrebbe esercitato « pressioni » indebite su di lui e sull' intero cda dell' azienda, « finalizzate a determinare la chiusura del bilancio dell' Ama in passivo, mediante lo storno dei crediti per i servizi cimiteriali ».

 

Il rosso e il nero (in bilancio)

Secondo quest' accusa, in sintesi, la Raggi avrebbe spinto il manager a togliere dall' attivo dell' azienda (il bilancio era in utile per oltre mezzo milione di euro, un dato di poco inferiore rispetto a quello dell' anno precedente) circa 18 milioni di euro di crediti dei servizi cimiteriali. Un credito « che invece era certo, liquido ed esigibile » .

VIRGINIA RAGGI ROMA FUORI CONTROLLO VIRGINIA RAGGI ROMA FUORI CONTROLLO

 

Con l' unico obiettivo - sostiene Bagnacani - di portare i conti di Ama in rosso. Un' accusa grave e molto simile a quella che l' ex direttrice del dipartimento Rosalba Matassa ha lanciato contro Franco Giampaoletti, attuale braccio destro della sindaca ora indagato per tentata concussione.

 

La rilevanza penale della vicenda è ancora tutta da dimostrare. Ma è un fatto che la storia rischia di creare più di un grattacapo alla Raggi. Anche perché Bagnacani ha allegato, insieme all' ultimo esposto (il primo lo aveva depositato lo scorso novembre) alcune registrazioni contenenti colloqui tra lui, Virginia Raggi e altri dirigenti comunali, oltre a centinaia di conversazioni a due fatte con la sindaca su Telegram e WhatsApp.

 

Gli audio degli incontri

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L' Espresso le ha lette e ha ascoltato anche altri file acquisiti dalla Guardia di Finanza. Negli audio la Raggi parla al suo amministratore con tono assertivo («Lorenzo, devi modificare il bilancio come chiede il socio... se il socio ti chiede di fare una modifica la devi fare! » ) e appare prona agli input degli uomini della sua struttura tecnica, composta da fedelissimi come l' allora Ragioniere generale Luigi Botteghi ( anche lui indagato per tentata concussione), il dg Giampaoletti e il super assessore al Bilancio e alle Partecipate, il potente Gianni Lemmetti.

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Così, al numero uno dell' Ama Bagnacani che le spiega come lui si sentirebbe in grande difficoltà a modificare il bilancio davanti a motivazioni « squalificate » , la Raggi gli ordina secco: « Se tu lo devi cambiare comunque, lo devi cambiare. Punto. Anche se loro dicono che la luna è piatta » . E che, spazientita, dice che Roma «è praticamente fuori controllo » , « i sindacati fanno quel cazzo che vogliono », e la Tari, la tassa sui rifiuti, non può essere aumentata perché « i romani oggi si affacciano e vedono la merda».

 

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"Ti faccio avere 205 milioni"

Gli incontri registrati sono due. Il 26 novembre scorso Raggi e Bagnacani sono soli. La sindaca prova a partire con il piede giusto. Facendo al manager, a sorpresa, promesse da sogno: « Lorenzo, tu hai il sacro terrore delle banche creditrici preoccupate dalla mancata approvazione del bilancio. Allora, io ho una soluzione: le banche ti danno 205 milioni? Io ti trovo i soldi che ti servono. Te li presto, tu chiudi quelle linee di credito, ti levi dalle palle queste banche, trovi altre banche, rinegozi tutti i mutui, tutti i tassi, alle condizioni che ti pare », spiega la Raggi. «Ma se io ti trovo i soldi, che succede? Mi approvi il bilancio, mi sistemi il bilancio e tutto, e andiamo avanti?».

 

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Bagnacani sembra spiazzato. Sia perché non capisce come mai la sindaca, per superare un contenzioso di appena 18 milioni, sia disposta a prestargliene dieci volte tanto. Sia perché nessuno ha mai immaginato che la sindaca potesse far uscire dalle casse comunali oltre 200 milioni di euro di soldi pubblici così, su due piedi. Ma quando il manager chiede per l' ennesima volta che Giampaoletti gli dia delle giustificazioni plausibili sul no ai crediti, la Raggi perde la pazienza: «Scusami però, tu me devi dà 'na mano Lorenzo. Perché così non mi stai aiutando. Io ho la città che è praticamente fuori controllo, i sindacati che fanno quel cazzo che vogliono!».

 

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Bagnacani gli ribatte che «per darci una mano non possiamo fare quello che non è possibile fare», e Virginia, esausta, gli propone di modificare il bilancio come richiesto, e nel caso di farselo poi bocciare dal collegio sindacale. «E a quel punto faremo un contenzioso... non mi stai dando neanche un cazzo di appiglio Lorenzo? Che devo fare? Come faccio? Questo è il sistema, è il sistema! Deve funzionare così altrimenti è il sistema che è sbagliato. Ma cazzo portami in giudizio! Fai quello che ti pare!».

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Il siluramento del manager Bagnacani non ha mai voluto modificare il bilancio come chiesto dalla Raggi e dai suoi uomini, temendo di fare un falso in bilancio. « Virginia, così ci beccano... non possiamo fare quello che non può essere fatto», le dice più volte). Lo scorso febbraio il manager ( che ora dice che il bilancio in rosso «serve a privatizzare l' azienda») e i membri del cda sono stati licenziati per «giusta causa».

 

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L' azienda è stata affidata ad interim a Massimo Bagatti, l' ex direttore operativo. Nemmeno lui per adesso ha firmato il bilancio che piace tanto al Comune. Tutti, così, aspettano la nomina del prossimo presidente. Al Campidoglio è arrivato a sorpresa anche il curriculum di Pieremilio Sammarco. Avvocato amico di Cesare Previti, vicino a Raffaele Marra, consigliere personale della sindaca a cui segnalò l' amico Raffaele De Dominicis come assessore al Bilancio, Sammarco è stato il datore di lavoro della Raggi prima che diventasse sindaca. «Pieremilio è il mio dominus », ammise Virginia.

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