LETTERE DOPO L’INFERNO - IL MUSEO DELL’OLOCAUSTO DI GERUSALEMME RENDE PUBBLICHE LE PRIME MISSIVE SCRITTE DOPO IL 1945 DAI SOPRAVVISSUTI DEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO: “HO PERSO MIO FIGLIO DI 11 ANNI. ERA MEGLIO MORIRE”

1 - IL VUOTO E LA VOGLIA DI FAR SAPERE - LE LETTERE DEGLI SCAMPATI AI LAGER

Maurizio Molinari per “la Stampa”

 

MUSEO OLOCAUSTO GERUSALEMME MUSEO OLOCAUSTO GERUSALEMME

«Mio figlio di 11 anni è stato gasato, mi chiedo perché sono sopravvissuta, era meglio morire»: la lettera di Olga alla zia Jenny è una delle centinaia scritte dai sopravvissuti all’Olocausto subito dopo la liberazione dei campi. Il centro di ricerche dello Yad Vashem, il memoriale della Shoah a Gerusalemme, le ha raccolte sin dagli Anni Sessanta e in occasione del 70° Giorno dell’Olocausto, che Israele ha celebrato ieri, ha deciso di renderle pubbliche anticipando l’uscita del libro “Sono sopravvissuto, il resto è perduto”.

 

OlocaustoOlocausto

«Le lettere sono la prima testimonianza che abbiamo da parte dei sopravvissuti - spiega Iael Nidam-Orvieto, direttore dell’Istituto internazionale di ricerca sull’Olocausto che ha curato il progetto assieme a Robert Rozett, direttore delle Biblioteche dello Yad Vashem - e ci consentono di comprendere cosa provarono, pensarono e fecero nei giorni immediatamente seguenti l’apertura dei cancelli dei lager».

 

OlocaustoOlocausto

Lo spunto per la ricerca nasce dalla missiva che Primo Levi, appena liberato, scrisse alla famiglia. Godfried Bolle, nell’agosto 1945, riassume così al fratello Leo, ad Amsterdam, il senso della «prima lettera»: «Finalmente riesco a farlo». E poi aggiunge: «Ne seguiranno altre con i dettagli su quanto di terribile è avvenuto alla nostra famiglia, così che possiate farlo sapere agli altri».

 

Negli ultimi tre anni lo Yad Vashem è entrato in possesso di centinaia di «prime lettere» di sopravvissuti grazie all’iniziativa «Raccogliamo i frammenti» che ha portato migliaia di famiglie a consegnare ogni tipo di oggetti risalenti al periodo della persecuzione e dello sterminio di sei milioni di ebrei europei da parte dei nazisti e dei loro alleati.

 

I contenuti dei testi aiutano ad entrare nelle menti di chi era appena scampato alla morte. «Scrivono anzitutto per ricordare chi non c’è più, per far sapere ai famigliari cosa è avvenuto - spiega Nidam-Orvieto - ma anche per esprimere una forte voglia di ricominciare a essere vivi, fare progetti, immaginare attività, iniziative, vite possibili».

OlocaustoOlocausto

 

Colpisce, in ogni testo, l’assenza totale di euforia per l’avvenuta liberazione da parte degli alleati. Prevale, pagina dopo pagina, una netta sensazione di vuoto che si tenta di colmare ricostruendo quanto avvenuto e guardando all’avvenire possibile, spesso nella Palestina meta dell’emigrazione ebraica o anche negli Stati Uniti «terra dove si lavora duro ma si respira liberamente» come scrive una giovane all’ex insegnante Zvi.

scarpe dei prigionieri di auschwitzscarpe dei prigionieri di auschwitz

 

La descrizione dell’inferno appena attraversato è minuziosa, sempre accompagnata alla scelta di frenarsi nel racconto. «Ho avuto il tifo ed ho particolarmente sofferto la fame, era terribile lavorare dalle 3 del mattino fino a notte avendo fame, ci sono state volte che la fame era tale da accecarmi - scrive Olga, sopravvissuta ad Auschwitz e Bergen Belsen - a sorvegliarci erano i cani delle SS, sono ancora piena dei segni dei loro morsi, ma non voglio più scrivere di queste cose, è incredibile che degli esseri umani abbiamo fatto ciò ad altri esseri umani».

 

pesticidi usati per gli ebrei ad auschwitzpesticidi usati per gli ebrei ad auschwitz

Poi c’è il «come» queste lettere furono scritte: in una moltitudine di lingue europee, in yiddish ed anche nell’ebraico allora poco adoperato, indirizzandole a qualsiasi persona o ente conosciuto. Come se il bisogno di scrivere, comunicare, prevalesse sull’identità del destinatario.

 

«C’è chi spedisce la lettera ad un’organizzazione ebraica o sionista, chi scrive alla famiglia, chi a lontani conoscenti e chi a singole persone conosciute limitando a indicare come località la città dove immagina che possano trovarsi». Esprimendo il desiderio di ricominciare ad esistere. Come fa la giovane scampata che, ricevuta la prima lettera di risposta, ammette di «averci giocato» assaporando il ritorno alla vita.

perimetro di auschwitzperimetro di auschwitz

 

2. “MI CHIEDO, ZIA JENNY, PERCHÉ SIAMO ANCORA VIVI”

Da “la Stampa”

 

Cara zia Jenny, mio fratello maggiore Eugene è morto in orribili circostanza in un campo di concentramento. Anche il suo bellissimo figlio di 7 anni e la sua giovane moglie sono morti. Sono stati tutti uccisi dal gas. Eugene era un uomo bello, alto, di 38 anni, molto religioso, generoso. Quando i deportati venivano spediti sui treni trasporto dalla Slovacchia aiutava chi poteva, con i mezzi che possedeva. Fino a quando ha potuto. Ora voglio scriverti del nostro unico figlio, di 11 anni. È stato nascosto in un’istituzione cristiana in Cecoslovacchia.

 

letti ad auschwitzletti ad auschwitz

Erano passati sette mesi dalla nostra deportazione quando lo hanno preso, deportato e gasato. Avevamo grandi piani per lui, ora la nostra vita non ha più significato senza di lui. Non c’è una singola notte durante la quale non sento il suo pianto, non sento la sua sofferenza. Ora io mi chiedo, zia Jenny, perché siamo dovuti sopravvivere. Sarebbe stata una benedizione non rimanere vivi.

Lettera scritta da Olga, sopravvissuta ad Auschwitz e Bergen Belse, il 3 aprile 1946

 

Mi mancano le parole

insegna il lavoro rende liberiinsegna il lavoro rende liberi

Ned, mio amore, ho ricevuto due tue lettere, sono il regalo più bello. Mi hai fatto felice. Nedianko, darei molto per riuscire a vederti, per tenerti le mani, senza il bisogno di parlare di tutto ciò che ho passato durante questi quattro anni. È molto difficile per me parlare o scrivere di questo, non credo di avere le parole per descriverlo.

Lettera scritta a Brno

 

da Syme Spindel al fratello Ned nell’ottobre 1945

 

Eravamo diventati numeri

Caro Zvi, quando ho ricevuto la tua lettera non sapevo cosa farci, aprirla o giocarci per la gioia che mi ha provocato. Poi l’ho letta e riletta, più volte. Ci ho giocato. Forse non mi comprendi ma durante la prigionia abbiamo dimenticato cosa significa essere degli esseri umani, non eravamo altro che dei numeri.

Molti ebrei morirono dentro i convogli Molti ebrei morirono dentro i convogli

 

Lettera scritta da una giovane sopravvissuta al suoex insegnante Zvi che è riuscito a rintracciarla

 

Ingresso ad Auschwitz jpegIngresso ad Auschwitz jpegI prigionieri arrivano ad Auschwitz I prigionieri arrivano ad Auschwitz Le rotaie che portavano al campo di sterminio Le rotaie che portavano al campo di sterminio

 

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)