volodymyr zelensky vladimir putin

LA LISTA DELLA SPESA DI ZELENSKY – IL PRESIDENTE UCRAINO, NONOSTANTE GLI INVITI AMERICANI AD APRIRE A UN NEGOZIATO, AL G20 DI BALI HA FATTO CAPIRE DI NON ESSERE DISPOSTO A TRATTARE: TRA LE CONDIZIONI CHE HA POSTO C’È IL RIPRISTINO DELL'INTEGRITÀ TERRITORIALE DELL'UCRAINA (COMPRESA CRIMEA E DONBASS) – L’EX COMICO DEVE FAR VEDERE IL VOLTO DURO E SI OPPONE TOTALMENTE A UNA RIPRESA DEI COLLOQUI SULLA BASE DEGLI ACCORDI DI MINSK DEL 2014…

Francesca Sforza per “La Stampa”

 

VOLODYMYR ZELENSKY

Sull'onda della vittoria strategica ottenuta a Kherson, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è rivolto ieri ai Paesi del G20 riuniti a Bali - polemicamente da lui definiti «del G19», escludendo cioè la Russia - con un discorso di importanza cruciale per le sorti della guerra.

 

Nella sua personale road map in dieci punti - non ancora negoziata, ma frutto di una sintesi piuttosto articolata - si possono individuare due registri, quello dei toni e quello dei contenuti, il primo indirizzato alla sua opinione pubblica e a quella russa, l'altro rivolto alla comunità internazionale.

 

VOLODYMYR ZELENSKY IN COLLEGAMENTO CON IL G20 DI BALI

In linea con lo standing da comandante in capo, Zelensky ha scelto un linguaggio diretto, imperioso, non solo perché sta vincendo sul campo e dunque per tenere alto il morale dell'esercito e dei civili, ma anche per mostrare alla Russia quanto non sia disposto, in nessun modo, a piegarsi ad alcun diktat («Con i russi bisogna usare il linguaggio della forza, è l'unico che capiscono», ha detto più volte).

 

Anche quando sembra più intransigente, però, Zelensky non smette di essere strategico: sa che qualsiasi concessione verrà interpretata come segno di debolezza, e dunque non concede. Sa che non è il momento di farsi vedere disponibili ad aperture, pena il discredito, e dunque non apre. Tuttavia -stila un elenco che ha tutte le caratteristiche di una bozza e invita i grandi della terra a prendere in esame «le soluzioni che possono essere implementate per garantire davvero la pace».

 

I dieci punti

zelensky a kherson 2

Vediamoli, nell'ordine in cui Zelensky li ha indicati. I primi tre sono relativi alla sicurezza e contengono il messaggio che se l'Ucraina è al sicuro, tutto il mondo sarà più sicuro: fondamentale dunque «garantire la sicurezza nucleare» con l'invio di missioni Iaea sugli impianti nucleari ucraini; «sostenere la sicurezza alimentare» potenziando il trasporto via mare sul modello di quanto avvenuto grazie alla mediazione di Onu e Turchia; «investire nella sicurezza energetica» sia per depotenziarne l'uso che possono farne i russi, sia per dare modo all'Ucraina di rientrare in possesso delle proprie infrastrutture.

 

zelensky a kherson

Il quarto, il quinto e il sesto punto sono quelli più scottanti e che hanno fatto dire al portavoce del Cremlino Dmitri Peskov che «l'Ucraina non ha alcuna voglia di negoziare». Si tratta infatti del rilascio di tutti i prigionieri e deportati (si parla di oltre diecimila bambini), del ripristino dell'integrità territoriale dell'Ucraina secondo il quadro di riferimento tracciato dalle risoluzioni delle Nazioni Unite (ce ne sono diverse: le più recenti comprendono le regioni di Kherson, Donetsk, Lugansk e Zaporizhzhia, ma la 68/262 comprende anche la Crimea e Sebastopoli) e del ritiro delle truppe russe con conseguente cessazione delle ostilità.

 

Dmitrij Peskov e vladimir putin

Gli ultimi tre invocano il ripristino della giustizia, con la formazione di un tribunale speciale internazionale e la messa in opera di meccanismi di compensazione dei danni; la tutela dell'ambiente devastato dagli ecocidi su tutto il territorio; l'istituzione di forze di controllo (sul modello del Kyiv Security Compact) che siano in grado di prevenire nuove escalation. Solo in presenza di sforzi che mostrino la reale volontà di implementazione dei punti precedenti si arriva al punto dieci: la firma di un documento che sancisca la fine della guerra.

 

La sindrome di Minsk

volodymyr zelensky antony blinken

In particolare per quanto riguarda i temi della sicurezza e la volontà di prevenire nuove escalation, Zelensky ha mostrato tutta la sua opposizione alla ripresa di negoziati che si ispirino agli accordi di Minsk. Quegli accordi rappresentano per il presidente ucraino l'inizio della fine: dovevano fermare la guerra nel Donbass già nel 2014 e invece si sono trasformati in quella palude da cui poi si è generata l'invasione di febbraio. Ogni accordo che si strutturi su quei principi - di gradualità, di progressivo disarmo, di politica dei piccoli passi - è considerato dall'amministrazione ucraina fumo negli occhi.

 

L'internazionalizzazione

VOLODYMYR ZELENSKY 2

Molto avvertito, da parte di Zelensky, inserire continui richiami al coinvolgimento di Paesi terzi, in modo da evitare di trovarsi impelagati in bilaterali impossibili. Fare riferimento alle azioni di mediazione della Turchia per sbloccare il trasporto del grano, alle risoluzioni Onu per garantire l'integrità territoriale, ai formati multipli per assicurarsi alleanze militari e cooperazioni civili ha il doppio scopo di responsabilizzare la comunità internazionale e di agitare davanti alla Russia il fantasma di un isolamento senza riscatto. Ogni dossier va trattato sotto ombrelli internazionali: in nessuno dei punti elencati Zelensky ha infatti previsto un forum a due. Mai trovarsi da soli senza testimoni, è il messaggio di fondo.

valery gerasimov, dmitry peskov e yuri ushakov zelensky a kherson 1volodymyr zelensky antony blinken

Ultimi Dagoreport

troisi papa leone carocci monda

CIAK! LA MESSA È FINITA: ANDATE IN PACE AL CINEMA "TROISI", COSÌ FATE FELICI IL SUO DOMINUS VALERIO CAROCCI E QUEL DISOCCUPATO A CACCIA DELLA BIENNALE VENEZIANA, ANTONIO MONDA - MENTRE LA SETTIMA ARTE IN ITALIA, SOTTO IL DOMINIO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI, STA VIVENDO UNA DELLE SUE FASI PIÙ COMATOSE, TRA SALE VUOTE E “SINISTRI” TAGLI AL TAX-CREDIT DEL MINISTRO GIULI-VO, PAPA LEONE XIV RUGGISCE IN FAVORE DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE (MA DA QUANDO IN QUA IL PONTEFICE SI OCCUPA DI RIEMPIRE LE SALE, ANZICHÉ PREOCCUPARSI DI RIEMPIRE LE CHIESE?) - L'UNICO CINEMA CHE BENEFICIA DELLA GLORIA DI PREVOST È IL "TROISI", GESTITO DA CAROCCI CHE, IN DUPLEX CON ANTONIO MONDA, HA CONVINTO IL CARDINALE JOSE' TOLENTINO DE MENDONÇA NELLA DIVINA MISSIONE DI ORGANIZZARE AL CINEMA "TROISI" NOVE INCONTRI CON REGISTI E ATTORI INTERNAZIONALI, SOTTO IL PATROCINIO DEL SANTA SEDE - GRATIS? MANCO PER NIENTE. PER ACCEDERE ALLA SALA BISOGNERÀ SBORSARE 8 EURO. E COSÌ SIA - CAROCCI E LA NOTA STAMPA DEL "PICCOLO AMERICA" CHE RILANCIA LE PAROLE DEL PAPA...

pier silvio marina berlusconi marta fascina arcore

FLASH! - COL PRETESTO DI DARE UNA RIVERNICIATINA A VILLA SAN MARTINO (CHE HA SPESE DI MANUTENZIONE E SERVITU’ DI 220 MILA EURO ALL’ANNO), MARINA & PIER SILVIO SONO FINALMENTE RIUSCITI A FAR SLOGGIARE MARTA FASCINA E IL SUO PAPA’ ORAZIO, CHE NON L’ABBANDONA MAI, DALLA REGGIA DI ARCORE - ORA LA VEDOVA MORGANATICA E’ CONFINATA IN UNA DÉPENDANCE DEL VILLONE DI 130 METRI QUADRATI, DOVE PROBABILMENTE ALLA FINE RESTERÀ IMPEGNATISSIMA A CONTARE I 100 MILIONI DI EREDITA’ OTTENUTI DALLA BUONANIMA DI PAPI SILVIO…

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…

emanuele filberto di savoia - consulta dei senatori del regno

MONARCHIA UNICA VIA! – SABATO PROSSIMO A PALAZZO BORGHESE DI FIRENZE SI RIUNISCE QUEL CHE RESTA DEI MONARCHICI DE’ NOANTRI, PER LA SERATA DI GALA DELL’ORGANIZZAZIONE “CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO”. OSPITE D’ONORE “SUA ALTEZZA REALE” EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA – NELL’INVITO SONO BEN EVIDENZIALE LE “NOTE DI ETICHETTA”: “È CONSUETUDINE FARE L'INCHINO (C.D. CURTSY) AD UN'ALTEZZA REALE, DINANZI ALLA SUA PERSONA”, “NON È CONSUETUDINE (POICHÉ NON ELEGANTE) UTILIZZARE COSTANTEMENTE I TELEFONI CELLULARI” – AGLI UOMINI È “RICHIESTO IL COSIDDETTO ‘WHITE TIE-CRAVATTA BIANCA’ VALE A DIRE IL ‘FRAC’”. E PER LE DONNE? "È D’UOPO L’ABITO LUNGO. NON SONO AMMESSI..."