receep tayyip erdogan impero ottomano

LA MANO DELL’OTTOMANO – LA SCELTA DEL PARLAMENTO TURCO DI DARE IL VIA LIBERA ALL’INVIO DELLE TRUPPE IN LIBIA È SOLO L’ULTIMO RICONOSCIMENTO DEL DISEGNO NEO-OTTOMANO PERSEGUITO PER ANNI DA ERDOGAN: LA TURCHIA TORNA NEL MEDITERRANEO, COME SOGNATO DALL’IMPLACABILE PRESIDENTE – ORA NEL PAESE SARANNO LUI E PUTIN A SPARTIRSI LE MACERIE...

 

 

 

Marco Ansaldo per “la Repubblica”

 

ERDOGAN CIRCONDATO DALLE TRIBU' OTTOMANE

La foto di cronaca è quella di un Erdogan col sorriso, rara in realtà, mentre saluta il voto per l' intervento armato dal palco del Parlamento, le quattro dita in alto, simbolo della Fratellanza musulmana. Ma l' immagine più confacente è quella che lo raffigura nel fastoso Palazzo che si è fatto costruire poco lontano, ad Ankara: lui, in posa come un Sultano, circondato dai capi delle tribù ottomane addobbati con le vesti di un tempo.

 

AL SERRAJ ERDOGAN

Non c' è raffigurazione migliore di questa, scattata in epoca in cui l' ambizione imperiale si palesava già chiara a Istanbul, la ex Costantinopoli, per comprendere quanto sta avvenendo in queste ore con la decisione storica della Turchia di sbarcare militarmente in Libia. Sembra di tornare indietro nel tempo. Di fare un salto nei secoli, in quei lunghi sei secoli in cui l' Impero ottomano dominò il mondo.

 

IMPERO OTTOMANO ALLA MASSIMA ESPANSIONE

La scelta dell' Assemblea nazionale turca di entrare con gli stivali in Africa diventa il riconoscimento del disegno neo-ottomano perseguito per anni da Erdogan, ora all' inizio di un' altra avventura e di una nuova fase. Lo sbarco della Turchia nel Mar Mediterraneo non è altro che un ritorno. Sognato, voluto e infine raggiunto. A dispetto dell' ultima sconfitta elettorale patita dal presidente lo scorso anno nelle urne. Che anzi questo scatto di orgoglio può adesso neutralizzare e trasformare in un trampolino di rilancio, pure interno.

 

erdogan putin

Implacabile Erdogan. Animale politico dalle mille vite, è entrato nel suo 18mo anno di governo scommettendo su un futuro che guarda al passato, e lo giudica perciò vincente. Ecco così che subito dopo il voto telefona a Donald Trump «per discutere l' importanza della diplomazia nel risolvere le questioni regionali».

erdogan felice mentre bombarda i curdi

 

LUIGI DI MAIO KHALIFA HAFTAR

La "diplomazia" di Erdogan, da sempre, procede per strappi. Ed è ispirata a una teoria precisa: il neo-ottomanesimo. Inventore: lo stratega Ahmet Davutoglu. Prima consigliere internazionale dell' allora aspirante Sultano, poi nominato ministro degli Esteri, quindi scelto come primo ministro e infine estromesso, come si conviene a un vassallo ormai sfruttato. Ma nei primi anni Duemila fu il suo libro fondamentale, "Profondità strategica", a costruire le basi di uno studio divenuto in un paio di decenni realtà. L' assunto principale? La Turchia è dotata di potenzialità date dal suo spazio geografico e dal suo passato storico, religioso e culturale che ne fanno "non una media potenza regionale, ma un attore di prima grandezza nel panorama internazionale".

 

DAVUTOGLU

La sofisticata teoria del professor Davutoglu, oggi ridotto a transfuga del partito conservatore di ispirazione religiosa fondato dal leader, si nutre dell' esempio imperiale. Dopo la conquista ottomana di Costantinopoli nel 1453, la nuova realtà seduta nella penisola anatolica si espande, prosperando. Con una marcia impressionante: Maometto II conquista la Grecia, le colonie genovesi del Mar Nero, assedia Rodi e nel 1481 prende l' Albania. Nel secolo successivo i sultani Beyazid II e Selim I si concentrano su Asia e Africa del Nord, abbattendo il sultanato mamelucco di Siria e Egitto, e conquistando tutti i Paesi arabi del Vicino Oriente con il titolo di protettore dei Luoghi santi di Mecca e Medina. Da cui si capisce l' irritazione manifestata ieri dalla Lega araba, che dopo il voto ha strepitato accuse contro Ankara.

 

la turchia bombarda i curdi in siria 3erdogan annette la siria del nord

Saltando le successive avanzate di Solimano il Magnifico, capace di impossessarsi di Bagdad, di Tunisi, dell' Algeria e dello Yemen, si arriva al 1911, quando l' Impero ormai in disfacimento perde contro l' Italia di Giolitti la guerra per il possesso di Cirenaica e Tripolitania. Oggi Erdogan, il Sultano nuovo, sembra di tutt' altro avviso. L' intervento militare in Siria di ottobre e il voto per la Libia di gennaio sono volti a rivoluzionare il delicato equilibrio geopolitico di un mare diviso e ambito. Petrolio e gas fanno gola, e i turchi con il recente Memorandum di intesa firmato con Tripoli a dicembre sono ormai vicini alle coste libiche. Anzi, ora dentro. Ad Ankara non importa se sta tradendo l' alleanza con la Nato comprando i missili dai russi e mettendoli nelle basi comuni. Le ambizioni di Erdogan, fino a ieri contenute, nel Mediterraneo adesso stanno diventando legge.

Davutoglucombattenti curdemilizie di assad verso kobanel'offensiva turca contro i curdi in siria 4carro armato turcola turchia bombarda i curdi in siria 2la lettera di trump a erdogan 1l'offensiva turca contro i curdi in siria 1carri armati turchila lettera di trump a erdogandonald trump recep tayyip erdoganbombardamenti turchi in siriala lettera di trump a erdogan 2

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...