cocorico di riccione

MENO BALLI, MENO SBALLI - IL COCORICÒ È L'ULTIMA VITTIMA DI UN'EPIDEMIA DI DISINTERESSE DA PARTE DEL PUBBLICO DANZANTE CHE HA COLPITO LE DISCOTECHE EUROPEE, IL CUI NUMERO, NEGLI ULTIMI DIECI ANNI, È QUASI DIMEZZATO – NUMERI E RAGIONI DEL DECLINO DEI LOCALI DANZERECCI: OLTRE ALLE NUOVI ABITUDINI DEI MILLENNIAL, ALL’ABUSIVISMO E ALLE TASSE, LA COLPA E' ANCHE DELLA VIOLENZA E DELLA...

Costanza Cavalli per “Libero quotidiano”

 

COCORICO

L' ultima piramide abitata - anzi la penultima, se fatti gli inevitabili distinguo consideriamo il Louvre - è venuta giù ieri. Costruita su ispirazione proprio del museo parigino, la discoteca Cocoricò di Riccione, negli anni Novanta e Duemila calamita marittima per gli amanti della musica techno, turbolenta mecca della musica fracassona e teatro di improvvisate performance artistiche e di reading filosofici nei parcheggi, ma soprattutto covo e rifugio di ogni cacciatore di eccessi e sballo, ha chiuso, forse per sempre.

 

cocorico di riccione

Il Tribunale di Rimini, respinta la domanda di concordato preventivo, ha dichiarato fallita la società che gestiva il locale. Tra i creditori, la prima della lista è l' Agenzia delle entrate per il mancato versamento di imposte, ma i guai grossi risalgono al 2015, quando, proprio nel momento in cui era al primo posto fra le discoteche italiane e quindicesima nel mondo, a causa della morte di un 16enne per overdose il locale fu costretto a chiudere. I ricavi subirono il crollo di un migliaio di biglietti in meno a sera, poi sembrò riprendersi.

cocorico 3

Ma in tre anni, tra il Comune che fece chiudere il locale per il mancato pagamento della Tari, la richiesta di pignoramento del dj Gabry Ponte e il sequestro preventivo della Guardia di Finanza per oltre 800mila euro, si è arrivati alla chiusura definitiva.

 

LOCALE STORICO Con i sigilli tribunalizi si conclude così la vicenda di un locale storico, che ogni due mesi al cambiare delle tendenze musicali cambiava allestimento delle sue cinque sale, che fu frequentato da dj di fama mondiale e attirò perfino Federico Fellini in cerca di luoghi popolari dove girare i suoi film, che si permise di sbattere fuori i Daft Puink perché stavano facendo girare musica non abbastanza apprezzata.

cocorico di riccione 9

 

 

Il Cocoricò è l' ultima vittima di un' epidemia di disinteresse da parte del pubblico danzante che ha colpito i locali da ballo europei, il cui numero, negli ultimi dieci anni, è quasi dimezzato. In Italia, fino al 2005, il settore del divertimento notturno si basava sui locali da ballo.

Dal 2008, il declino: in dieci anni gli incassi sono diminuiti di oltre il 18 per cento e il numero delle discoteche, in quindici anni, è passato da oltre 5mila a 2.800. Lo stesso andamento, ovviamente, si ritrova nel volume d' affari: dagli otto miliardi di euro l' anno del 2002 a cinque di oggi. In Europa, si diceva, l' andazzo non è migliore: secondo un' inchiesta del settimanale The Economist del 2016, in Olanda, per esempio, dal 2001 al 2011 ha chiuso il 38 per cento delle discoteche. In Gran Bretagna nel 2005 c' erano 3144 discoteche, dieci anni dopo 1733.

 

cocorico di riccione 8

La colpa non è tutta delle nuove abitudini dei Millennial: secondo una ricerca Fipe-Istat del 2017, rispetto al 2008, i giovani dai 20 a i 24 anni che vanno a ballare almeno una volta all' anno sono diminuiti di 342mila unità, quelli dai 25 ai 34 anni di 939mila. Una parte importante la mette l' abusivismo: l' economia della notte, infatti, fattura 70 milioni di euro l' anno e dà lavoro a 1,5 milioni di persone, ma il 90 per cento delle attività non ha l' autorizzazione per essere "locale da ballo"

DISCOTECA COCORICO’

 

Quindi, per esempio, le nottate danzanti negli stabilimenti balneari, nelle ville private, sono abusive; e "rubano" circa due miliardi l' anno alle discoteche "ufficiali", già gravate dal 48 per cento di tasse. «Ormai si balla dappertutto», lamentava Maurizio Pesca, presidente dell' Associazione italiana locali da ballo. «Ristoranti, bar, posti in cui si fa l' aperitivo. Alcuni si travestono addirittura da circoli culturali».

cocorico di riccione 7

 

OLTRE L' ABUSIVISMO Il secondo problema sono le tasse: «Il 22% del prezzo del biglietto d' ingresso è l' Iva», spiega Luciano Zanchi, presidente di Assointrattenimento, «il 16 riguarda l' imposta di intrattenimento, il 5 va alla Siae, il 2 è l' Scf (l' istituzione che tutela i diritti relativi alla registrazione discografica, ndr)». Poi ci sono i contributi per i dipendenti, gli stipendi, i costi di gestione, il cibo e le bevande. «E gli utili che restano sono tassati del 57%».

cocoricò

Terzo: la violenza e la droga. Se una volta la discoteca era a misura di coppia, nel tempo è diventata "da branco": le risse si scatenano facilmente e gli addetti alla sicurezza non sembrano mai abbastanza.

cocorico di riccione 5

 

A Grosseto, il questore ha emesso un provvedimento di sospensione di cinque giorni per tre discoteche di Follonica, a causa di ripetuti episodi di violenza. Ad aprile, anche a Roma, dopo risse e accoltellamenti, sono state chiuse tre discoteche. A Firenze, per motivi di ordine pubblico, due discoteche, Dolce Zucchero e Manduca, sono state sprangate del tutto, dopo le sentenze di Tar e Consiglio di Stato. Erano state, per anni, teatro di pestaggi, aggressioni, fino a un caso di stupro ai danni di una 17enne.

cocorico di riccione

Infine non mancano gli errori dei proprietari: a Trento, il Diamond è stato chiuso per irregolarità: porte di emergenza sbarrate, estintori non in regola, bottiglie di Jack Daniel' s che contenevano alcolici di origine indefinita. L' unico buttafuori in servizio portava alla cintura una pistola taser, illegale: è stato denunciato per porto abusivo d' arma.

cocorico di riccione 10cocorico di riccione 6

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...