cina covid

ORA CHE LA CINA E’ IL PIU’ GRANDE FOCOLAIO DI COVID AL MONDO, RISCHIAMO UN NUOVO CAOS GLOBALE - NON SOLO IL RISCHIO VARIANTI, IN BALLO CI SONO DOSSIER ECONOMICI, POLITICI E MILITARI - LE RESTRIZIONI ANTI-COVID PER CHI ARRIVA DALLA CINA IMPOSTE DA ALCUNI PAESI, INCLUSA L'ITALIA (MA CI SONO ANCHE GLI STATI UNITI, IL GIAPPONE, L'INDIA, ISRAELE, LA COREA DEL SUD, SPAGNA, FRANCIA E GRAN BRETAGNA, E ALTRI SEGUIRANNO) CREANO UNA NUOVA SPACCATURA TRA PECHINO E L’OCCIDENTE - LA CINA, MAESTRA IN OPACITÀ E DISINFORMAZIONE, SE LA PRENDE CON NOI: “E’ UNO SPORCO TRUCCO PER SABOTARE I NOSTRI SFORZI”

Francesca Sforza per “la Stampa”

tamponi a malpensa per chi arriva dalla cina

 

La partita sui rischi legati a nuove varianti di Covid provenienti dalla Cina, più che sanitaria, è geopolitica. E ripropone gli stessi temi - e interrogativi - che già caratterizzarono la prima ondata della pandemia: dubbi sull'effettiva trasparenza dei dati, scarsa comunicazione sugli effetti della politica zero-Covid, generale diffidenza sulla gestione delle misure di vaccinazione.

 

A cui si aggiungono due anni di distanze maturate su altri dossier, da quelli più strettamente economici legati all'arresto delle politiche espansive della Via della Seta, a quelli politico-militari che hanno visto una sostanziale solidarietà con la Russia sul fronte ucraino e un progressivo irrigidimento dei rapporti con gli Stati Uniti per via di Taiwan (ultima, in ordine di tempo, la scelta di Pechino di aprire un nuovo consolato in Iran «per rafforzare le relazioni bilaterali»).

ondata di contagi covid in cina

 

È tutto questo insieme di ragioni che crea tensioni tra la Cina e i paesi occidentali e che fa reagire Pechino con durezza alle restrizioni anti-Covid imposte da alcuni Paesi, inclusa l'Italia (ma ci sono anche gli Stati Uniti, il Giappone, l'India, Israele, la Corea del Sud, Spagna, Francia e Gran Bretagna, e altri seguiranno).

 

Il quotidiano del partito comunista cinese "Global Times" ha definito l'imposizione di tamponi ai visitatori provenienti dalla Cina «uno sporco trucco politico per sabotare i tre anni di sforzi cinesi nella lotta al Covid e per attaccare il sistema». «La Cina ha sempre pubblicato informazioni sui decessi e sui casi gravi di Covid-19 in uno spirito di apertura e trasparenza», ha dichiarato ai giornalisti Jiao Yahui della Commissione nazionale per la salute.

 

ondata covid in cina 1

Ha poi aggiunto che la Cina considera i decessi per Covid-19 quelli di persone morte per insufficienza respiratoria indotta dal virus dopo essere risultate positive al test degli acidi nucleici: «La Cina si è sempre impegnata a rispettare i criteri scientifici per giudicare le morti da Covid-19, dall'inizio alla fine, che sono in linea con i criteri internazionali», ha detto Jiao (ma ha forse trascurato il fatto che altri Paesi includono nelle morti per Covid tutti i decessi che avvengono entro 28 giorni dai test positivi).

 

covid in cina

Numerosi dunque i margini all'interno dei quali si insinuano le diffidenze. E crescenti anche le obiezioni di diversi organi internazionali. L'ufficio regionale europeo dell'Organizzazione mondiale della sanità, ad esempio, ha già fatto pressioni perché i Ventisette non allentino la vigilanza. «Il Covid non è sconfitto, come chiariscono gli sviluppi globali - ha detto Hans Kluge, il direttore di Oms Europa - I Paesi dovrebbero mantenere le capacità di test e di sorveglianza, inclusa la capacità di rilevare nuove varianti».

 

covid cina

Di diverso avviso l'Ecdc, il centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, secondo cui l'introduzione in Europa di screening obbligatori per i viaggiatori in arrivo dalla Cina è ritenuta al momento ingiustificata: «Nei paesi dell'Unione - si legge in un comunicato - i livelli di immunizzazione e vaccinazione sono relativamente alti, e le varianti che circolano in Cina stanno già circolando nell'Ue».

 

I deficit di comunicazione tra Cina e paesi occidentali hanno inevitabilmente scavato un solco, in questi anni, in particolare con l'Italia, che prima aveva sposato la linea della Via della Seta con la firma di un'intesa politica ad ampio spettro e poi fu il primo Paese, nel gennaio 2020, a bloccare i voli in arrivo dalla Cina e a registrare, al suo interno, episodi di sinofobia che crearono una forte freddezza tra Roma e Pechino.

 

ondata covid in cina

Al momento però, il comitato di sicurezza dell'Ue ha invitato gli Stati membri a non adottare misure congiunte sui viaggi (indicazione non rispettata da Italia, Francia e Spagna, che hanno preferito stringere sulle misure di controllo). Paul Belcher, consulente per la salute pubblica europea, ha ricordato come gli approcci congiunti abbiano fatto la fortuna dell'Europa nelle politiche vaccinali e nei processi decisionali, e che sarebbe sbagliato tornare a politiche nazionali non concordate tra i Ventisette.

 

covid in cina 9

La commissaria europea per la Salute Stella Kyriakides ha invitato i diversi Paesi ad aumentare la sorveglianza del virus, anche implementando il controllo delle acque reflue negli aeroporti: «Se compare una nuova variante, sia che venga dalla Cina sia che venga dall'Ue, dobbiamo rilevarla in tempo per essere pronti ad agire», ha dichiarato. E non ha fatto mistero del fatto che la comunicazione con la controparte cinese in tema di trasmissione di dati e informazioni, sia piuttosto carente. A dimostrazione che esiste un problema di fiducia reciproca, su cui rischia di edificarsi un nuovo grande fraintendimento politico, e ulteriori divisioni.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONA – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…

giorgia meloni giampaolo rossi antonino monteleone laura tecce antonio preziosi monica giandotti pierluigi diaco

PRIMA O POI, AFFONDE-RAI! - MENTRE IN CDA SI TRASTULLANO SUGLI ASCOLTI DECLINANTI DI “TG2 POST”, SI CHIUDONO GLI OCCHI SULLO STATO ALLA DERIVA DI RAI2 E DI RAI3 - UN DISASTRO CHE NON VIENE DAL CIELO. LA TRASFORMAZIONE DELLA PRODUZIONE DEI PROGRAMMI DALLE TRE RETI A DIECI DIREZIONI IN BASE AL "GENERE" (INTRATTENIMENTO, INFORMAZIONE, FICTION, ECC.), AVVIATA DA FUORTES NEL 2021 MA IMPLEMENTATA DALL’AD GIAMPAOLO ROSSI (CON LA NOMINA DELLA DIREZIONE DEL "COORDINAMENTO GENERI" AFFIDATA A STEFANO COLETTA), HA PORTATO ALLA PERDITA DI IDENTITÀ DI RAI2 E DI RAI3 MA ANCHE AL TRACOLLO DEGLI ASCOLTI (E DELLE PUBBLICITÀ) - LO SCIAGURATO SPACCHETTAMENTO HA PORTATO A UNA CENTRALIZZAZIONE DECISIONALE NELLE MANI DI ROSSI E A UN DOVIZIOSO AUMENTO DI POLTRONE E DI VICE-POLTRONE, CHE HA FATTO LA GIOIA DEI NUOVI ARRIVATI AL POTERE DI PALAZZO CHIGI - PURTROPPO IL SERVILISMO DI UNA RAI SOTTO IL TALLONE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI NON PAGA. LE TRASMISSIONI CHE DOPO UNA MANCIATA DI PUNTATE FINISCONO NEL CESTINO ORMAI NON SI CONTANO PIÙ. TANTO CHE I DUE CANALI SONO STATI RIBATTEZZATI ‘’RAI2%’’ E ‘’RAI3%’’...

fabio pinelli soldi csm

DAGOREPORT – ALTRO CHE SPENDING REVIEW AL CSM TARGATO FABIO PINELLI – IL VICEPRESIDENTE DI NOMINA LEGHISTA SEMBRA MOLTO MENO ATTENTO DEL PREDECESSORE NELLA GESTIONE DELLE SUE SPESE DI RAPPRESENTANZA – SE NEL 2022, QUANDO ERA IN CARICA DAVID ERMINI, ERANO STATE SBORSATI APPENA 4.182 EURO SU UN BUDGET TOTALE DI 30 MILA, CON L’ARRIVO DI PINELLI NEL 2023 LE SPESE DI RAPPRESENTANZA PER TRASFERTE E CONVIVI SONO LIEVITATE A 19.972 EURO. E NEL 2024 IL PLAFOND DISPONIBILE È STATO INNALZATO A 50 MILA EURO. E PER LEGGE IL VICEPRESIDENTE DEL CSM NON DEVE DETTAGLIARE LE PROPRIE NOTE SPESE DI RAPPRESENTANZA...

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO