gaia camilla pietro genovese

UN PADRE RIVELA LA NUOVA MODA DEI PISCHELLI IN CORSO FRANCIA: "CORRERE TRA LE AUTO CHE SFRECCIANO. E' IL GIOCO DEL SEMAFORO ROSSO". LO HANNO FATTO ANCHE GAIA E CAMILLA? PARLA L’AMICO DI PIETRO GENOVESE: “ERO IN AUTO CON LUI: LE RAGAZZE SONO SBUCATE ALL’IMPROVVISO NEL BUIO, CORREVANO, IMPOSSIBILE EVITARLE” – “ERAVAMO ANDATI A CENA A CASA DI AMICI. AVEVAMO BEVUTO QUALCHE BICCHIERE DI VINO, NESSUNO AVEVA FUMATO CANNE. ANCHE VOLENDO NON AVREMMO POTUTO CORRERE". ECCO PERCHE'

Veronica Cursi per il Messaggero

pietro genovese

«Quelle due ragazze sono sbucate all’improvviso, correvano mano nella mano. Mi creda, era impossibile evitarle. Pioveva, era buio, ma ricordo perfettamente cos’è successo: ho visto due sagome apparire dal nulla e poi il corpo di una di loro rimbalzare sopra il cofano».

 

Davide A., 20 anni, studente di Economia dei Parioli, parla con un filo di voce. Spesso si ferma per trattenere le lacrime. Era su quella maledetta macchina la notte del 22 dicembre, seduto al lato passeggero accanto al suo migliore amico Pietro Genovese. Il giovane ora si trova agli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio stradale duplice. «Io e Pietro - ripete Davide - ci conosciamo dalle elementari, abbiamo condiviso tutto insieme». Purtroppo, ora, condividono anche quella notte che ha cambiato le loro vite per sempre.

gaia e camilla investite e uccise a corso francia

 

Davide cosa ricorda di quella sera?

«Eravamo appena andati via da una cena a casa di amici al Fleming dove avevamo festeggiato il ritorno di un amico dall’Erasmus. Avevamo bevuto qualche bicchiere di vino, niente di più. Era da poco passata la mezzanotte e avevamo imboccato Corso Francia per andare verso il Treebar al Flaminio».

 

Quanti eravate in macchina?

«Pietro guidava, io ero seduto accanto a lui e dietro di noi, sul sedile posteriore, c’era un altro nostro amico che al momento dell’incidente però stava mandano un messaggio con il cellulare e dice di non aver visto nulla».

A che velocità andavate?

«Non so, ma anche volendo non avremmo potuto correre. Su Corso Francia era appena scattato il semaforo verde e l’auto era ripartita da poco».

 

A quel punto cos’è successo?

PIETRO GENOVESE

«Mentre passavamo davanti a una macchina che aveva rallentato alla nostra destra sono sbucate due sagome. Correvano. Credo volessero scavalcare il guardrail per raggiungere l’altro lato della strada. Ricordo di aver sentito un botto tremendo. E di aver visto una di loro sopra il cofano dell’auto. É successo tutto in una frazione di secondo».

 

Vi siete fermati subito?

«Il tempo di renderci conto di quello che era successo e accostare l’auto sulla destra, poco prima della rampa. Non potevamo inchiodare in mezzo alla strada. Dall’incidente al momento in cui ci siamo fermati saranno passati 5-10 secondi».

 

E poi cosa avete visto?

«Io sono sceso di corsa dalla macchina e ho visto il corpo di una delle due ragazze per terra, mi sono avvicinato per sentire il battito, non si muoveva. Poco più avanti mi sono accorto che c’era anche l’altra ragazza sull’asfalto. Subito dopo di me sono scesi Pietro ed Edoardo. Le macchine continuavano a camminare, ricordo di aver visto una, forse due macchine investirle di nuovo».

 

Pietro era ubriaco?

la macchina di pietro genovese 1

«Aveva bevuto un paio di bicchieri di vino, ma non era ubriaco o drogato: nessuno quella sera aveva fumato canne».

A quel punto avete chiamato i soccorsi?

«Qualcuno che aveva assistito all’incidente aveva già chiamato l’ambulanza, io ho chiamato i miei genitori, gli altri anche: eravamo tutti sotto choc».

Come ha saputo che Pietro era stato arrestato?

«Mi ha scritto un messaggio: “Sto andando in Questura, mi stanno arrestando”. Poi più nulla, sono in contatto con la famiglia».

 

Pietro aveva ripreso la patente da poco ed era già stato segnalato due volte per possesso di stupefacenti.

gaia von freymann

«È vero, una volta gli trovarono una canna in macchina e ogni tanto capitava che andasse un po’ veloce, ma non è un pazzo alla guida. E quello che è successo non si poteva evitare».

 

É più tornato sul luogo dell’incidente?

«Da quella sera sono uscito di casa solo una volta per andare a trovare Pietro: sta malissimo, piange tutto il giorno, siamo molto preoccupati per lui».

Ha mai pensato di contattare le famiglie delle ragazze?

«Ci penso tutti i giorni, ma cosa potrei dirgli? Mi dispiace per quello che è successo? Sono distrutto? Da quella sera, io, Pietro ed Edoardo non dormiamo più, non mangiamo più. Ma siamo vivi. Quando me la sentirò la prima cosa che voglio fare è portare una corona di fiori a Corso Francia. Gaia e Camilla avevano solo pochi anni meno di me. È un dramma per tutti».

 

2. IL GIOCHINO DEL SEMAFORO ROSSO

Alessia Marani per il Messaggero

gaia, una delle due ragazze morte a corso francia

«Lo chiamano il giochino del semaforo rosso e quando mia figlia e la sua amichetta me lo hanno spiegato dopo la morte di Camilla e Gaia, mi sono venuti i brividi. Si tratta di attraversare le due carreggiate di Corso Francia veloci mentre per i pedoni è rosso e per le auto che sfrecciano è verde, sfidando la sorte. Un gioco folle del sabato sera e non solo, in voga tra i giovanissimi di Ponte Milvio. Lo fanno per farsi grandi riprendendosi anche con gli smartphone, creando storie sui social che poi si cancellano nel giro delle 24 ore».

 

A rivelarlo è M. L., 43 anni, un piccolo imprenditore del Labaro, quartiere a nord di Roma, le cui figlie, una sedicenne e l’altra ventenne, il sabato sera frequentano la zona dei locali non distante da Corso Francia. La più piccola è in contatto con la comitiva delle due liceali travolte e uccise una settimana esatta fa mentre attraversavano lo stradone con il semaforo pedonale rosso.

 

 

«LO FANNO TUTTI»

i funerali di gaia e camilla 82

L’uomo ha un nodo alla gola mentre parla ma lo fa con coscienza, per mettere sul chi-va-là gli altri genitori, per esortarli a seguire ancora meglio i figli e impedire loro che commettano «qualche altra bravata tanto pericolosa fino alla morte».

 

«Quando domenica mattina - dice l’imprenditore - appresa le terribile notizia ho chiesto a mia figlia più piccola e a una sua amichetta che la sera prima erano state a Ponte Milvio “ma com’è possibile che sia successa una disgrazia del genere?” loro non erano affatto stupite. Anzi, mi hanno risposto: «Ma è il giochino, lo fanno tutti”». Il genitore non sa dire se anche Camilla e Gaia si fossero lanciate su Corso Francia per sfidare la sorte l’altro sabato notte quando il Suv le ha travolte, ma non si sente di escluderlo del tutto. «Quando gliel’ho chiesto a mia figlia, lei mi ha detto che era già andata via da Ponte Milvio a quell’ora, ma ha aggiunto che “lo fanno tutti, sempre”.

 

 

la macchina di pietro genovese2incidente corso francia il giorno dopocamilla romagnoli gaia von freymann 1camilla romagnoligaia von freymann 2la macchina di pietro genovesepaolo genovese foto di baccogaia von freymann 1incidente corso francia il giorno dopo 1la macchina di pietro genovese 3

 

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