suicidio assistito

IL PARLAMENTO DORME, CI PENSA LA CONSULTA - STORICA APERTURA DELLA CORTE COSTITUZIONALE VERSO IL SUICIDIO ASSISTITO: VIENE ALLARGATO IL RIFERIMENTO AI “TRATTAMENTI DI SOSTEGNO VITALE”, UNA DELLE 4 CONDIZIONI PER L'EUTANASIA STABILITE NEL 2019, AFFIDANDO AL GIUDICE IL POTERE DI VALUTARE IL MARGINE DI SOFFERENZA, AL PUNTO DA APRIRE LA PORTA ALLA POSSIBILITÀ DI METTERE FINE ALLA VITA CON UN “IO LO VOGLIO" DI UN PAZIENTE, E CHI LO ACCOMPAGNERÀ IN QUESTO PERCORSO NON COMMETTERÀ REATI…

suicidio assistito

Estratto dell'articolo di Liana Milella per “la Repubblica”

 

Sul fine vita la storia si ripete. Protagonista, ancora una volta, la Corte costituzionale. A fronte di un Parlamento silente dal 2018. E di un governo che fa dire all’Avvocatura dello Stato “giù le mani, è materia nostra”. La Corte invece “parla” con una decisione destinata a lasciare di nuovo una traccia decisiva nel cammino sofferto dei diritti. […]

suicidio assistito 7

 

A breve potremo leggerla tutti. Tecnicamente è una sentenza “interpretativa di rigetto”, nel senso che precisa l’ampiezza della stessa decisione della Corte sui “trattamenti vitali di sostegno”. […] Qui s’innesta il passo avanti della Corte. Che interpreta le famose quattro condizioni fissate nel 2019 che hanno reso possibile il suicidio assistito. La terza stabiliva che a rivendicare questo diritto poteva essere chi è “tenuto in vita a mezzo di trattamenti di sostegno vitale”. Ed era capace, recitava la quarta, “di prendere decisioni libere e consapevoli”.

 

suicidio assistito 6

Ora la Consulta allarga il riferimento ai “trattamenti di sostegno vitale”. Solo una macchina in caso di paralisi totale, come per chi è tetraplegico? Oppure anche l’indispensabile “sostegno” di un’assistenza continua per ogni minuscolo gesto quotidiano? Qui sta la svolta della Corte che affida alla figura del giudice il potere di stabilire il margine di sofferenza per quel “trattamento di sostegno vitale”, al punto da aprire la porta alla possibilità di mettere fine alla vita con un “io lo voglio”.

 

suicidio assistito 5

Decisione difficilissima. Che leggeremo nelle pagine dei due giudici - il costituzionalista Franco Modugno e il penalista Francesco Viganò - che hanno firmato la sentenza. E per comprenderne al contempo valore e peso conviene citare le parole dello stesso Viganò contenute in un podcast edito dalla Consulta del dicembre 2020 che ripropongono Giuliano Amato e Donatella Stasio nel volume Storie di diritti e di democrazia […] “Si dice spesso che le decisioni della Corte possono cambiare la vita delle persone. Forse questo non è mai stato così vero come rispetto a quelle che riguardano il momento drammatico in cui la vita si conclude”.

suicidio assistito 4

 

Un peso enorme. Come quando Dj Fabo in Svizzera aveva spinto, con l’unico dito che poteva muovere, il farmaco letale nel suo corpo. E aveva a fianco Marco Cappato. E ancora i casi di Mario che nelle Marche riesce a chiudere la sua vita il 17 giugno 2022. E Gloria che raggiunge lo stesso obiettivo il 24 luglio 2023.

 

E siamo a oggi, all’aiuto che lo stesso Cappato, con Felicetta Maltese e Chiara Lalli, tutti dell’Associazione soccorso civile, hanno dato a Massimiliano, accompagnato in Svizzera a morire perché affetto da sclerosi multipla. Cappato, segretario dell’Associazione Luca Coscioni, si autodenuncia. Rischia 12 anni di carcere per aver violato l’articolo 580 del codice Rocco che punisce “l’istigazione o l’aiuto al suicidio”.

 

suicidio assistito 2

Non è la prima volta, tant’è che è indagato per altri casi dalle procure di Bologna, Milano e Roma. Ma qui cambia tutto dopo il ricorso alla Consulta del giudice di Firenze sul caso di Massimiliano. Ne fa un altro un giudice di Milano. Ma ce ne sono altri dieci che premono, seguiti dal team dalla Coscioni con la segretaria Filomena Gallo.

 

[…] Ora la Consulta apre una nuova porta. Affida ai giudici, tanto contestati dal governo, di stabilire i margini di un “trattamento di sostegno vitale”. Caso per caso sarà una toga a decidere il via libera dalla vita stessa. E chi lo accompagnerà in questo percorso non commetterà reati.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…