filippo felici

PERCHE’ E’ STATO UCCISO FILIPPO FELICI? IL 25 ENNE ACCOLTELLATO DA 3 GIOVANI SOTTO CASA, A ROMA, IN ZONA CINECITTA’, SAREBBE STATO GIUSTIZIATO NELL'AMBITO DI UN REGOLAMENTO DI CONTI PER UN DEBITO DI DROGA - L'AMICIZIA DELLA VITTIMA CON NICOLÒ PISCITELLI, IL 23ENNE NIPOTE DI FABRIZIO "DIABOLIK", L'EX CAPO DEGLI IRRIDUCIBILI DELLA LAZIO, CHE NEL MAGGIO DEL 2021 È STATO CONDANNATO A TRE ANNI PER SPACCIO DI DROGA…

Luca Monaco Andrea Ossino per “la Repubblica - Edizione Roma”

 

filippo felici

«Mi hanno svegliata delle urla, ho sentito gridare in strada, mi sono affacciata alla finestra e ho visto quel ragazzo sdraiato in terra, immobile » . Sono le 2.06 del mattino quando Francesca, una residente del palazzo in via Publio Rutilio Rufo 11, allerta i soccorsi. Dopo pochi minuti arriva un'ambulanza del 118, ma Filippo Felici, 25 anni è già morto, ucciso da una coltellata al dorso, inferta da dietro. I tre aggressori sono già scappati. Il 25enne è riverso sull'asfalto della strada stretta che si affaccia sul capolinea degli autobus in piazza di Cinecittà, in fondo alla via Tuscolana, all'estremo sud della città.

 

Sul posto arrivano subito le pattuglie del reparto Volanti, gli investigatori della squadra Mobile che indagano sul caso. L'ipotesi più accreditata finora è che il 25enne, che lavorava saltuariamente come ragazzo delle consegne per una pizzeria nella zona di Colli Albani e che nel 2020 era stato impiegato come addetto al recupero dei monopattini a noleggio per conto delle ditte appaltatrici del Comune, sia stato ucciso nell'ambito di una lite, un regolamento di conti per un debito di droga.

 

filippo felici

I rilievi della polizia scientifica sono andati avanti fino alle otto del mattino, tanto che gli studenti che sono passati per il capolinea, diretti a scuola, si sono trovati di fronte la scena del crimine. Un telo copriva il corpo del 25enne martoriato da una serie di tagli superficiali, inferti prima della coltellata mortale. Felici non aveva documenti addosso, forse gli sono stati rubati dagli aggressori.

 

Gli investigatori hanno faticato a identificarlo, per riuscire a contattare i genitori, anche se l'omicidio si è consumato a pochi metri dall'appartamento della famiglia. Le telecamere della zona avrebbero ripreso tre persone scappare dal luogo dell'omicidio. Ci sono gli occhi elettronici del Comune puntati sul capolinea in piazza di Cinecittà e quelli di un palazzo privato che riprendono la via di fuga verso via Quintilio Varo, sul versante opposto della strada costeggiata dai palazzi di edilizia residenziale.

RAGAZZO MORTO A ROMA CON COLTELLATE ALLA SCHIENA

 

Felici viveva da anni, insieme alla sua famiglia, nell'appartamento al piano terra dell'edificio alla fine della strada. Figlio di un dirigente d'azienda e di un'insegnante, Felici, che lascia anche un fratello, viveva di lavori saltuari. «Era un ragazzo tanto gentile - dice il vicino di casa, Vincenzo Casaburro, un impiegato 50enne - l'ho visto l'altro ieri, ci siamo salutati. La sua è una famiglia molto per bene ».

 

Anche Felici lo era, a quanto raccontano gli esercenti del quartiere, che lo vedevano passeggiare sotto casa con i due cani, un Rottweiler e il piccolo Brando, il meticcio che aveva comprato in estate.

 

Aveva alle spalle qualche piccolo precedente di polizia, e probabilmente delle amicizie sbagliate, come raccontava lui stesso. «L'ultima volta l'ho visto martedì - ricorda Ilaria, la barista in via Tuscolana - era senza voce, mi ha detto che era stato allo stadio » . Era « un bravo ragazzo Filippo - assicura anche se mi diceva che frequentava troppa gente di strada e che gli piaceva menare le mani».

RAGAZZO MORTO A ROMA CON COLTELLATE ALLA SCHIENA 2

 

Amante della musica trap, sui suoi canali social spicca l'amicizia con Nicolò Piscitelli, il 23enne nipote di Fabrizio "Diabolik", l'ex capo degli Irriducibili della Lazio, che nel maggio del 2021 è stato condannato a tre anni per spaccio di droga. Ora è caccia ai tre aggressori.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”