vladimir putin gas

IL PIANO DA 200 MILIARDI PER STACCARCI DAL GAS DI PUTIN - LA COMMISSIONE UE HA PRESENTATO IL PIANO "REPOWER-EU" PER TAGLIARE DI DUE TERZI L'IMPORT DI GAS RUSSO ENTRO LA FINE DELL'ANNO, CON L'OBIETTIVO DI AZZERARLO TRA IL 2026 E IL 2027 - LA COMMISSIONE HA PREPARATO ANCHE DEI PIANI NEL CASO IN CUI LE FORNITURE SI INTERROMPESSERO IMPROVVISAMENTE: IN QUEL CASO SI ATTIVEREBBE UN MECCANISMO DI SOLIDARIETÀ, CON RAZIONAMENTI CONCORDATI E RIDUZIONE DELLA DOMANDA DA PARTE DEI PAESI MENO COLPITI - IL VICEPRESIDENTE DELLA COMMISSIONE, FRANS TIMMERMANS: "L'ENI VIOLA LE SANZIONI…"

Marco Bresolin per “la Stampa”

 

fornitura gas russo

Risparmio energetico, diversificazione delle forniture e accelerazione sulle rinnovabili. Sono i tre pilastri del piano "RePowerEU" adottato ieri dalla Commissione europea per tagliare di due terzi l'import di gas russo entro la fine dell'anno, con l'obiettivo di azzerarlo totalmente «tra il 2026 e il 2027». Uno sforzo enorme che costerà più di duecento miliardi di euro, sempre che non si vada verso uno stop improvviso dei flussi, decisamente più costoso. In quel caso scatterebbero piani d'emergenza, i cui contorni sono stati predisposti proprio nel pacchetto presentato ieri.

 

eni

Si tratta di uno scenario che si vuole scongiurare a tutti i costi, ma che non può essere escluso, soprattutto alla luce delle tensioni legate al nuovo sistema di pagamento in rubli. Bruxelles continua a dire che non si può fare: ieri il vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, lo ha ripetuto molto chiaramente, mentre il suo collega Paolo Gentiloni ha cercato di sviare la questione. Il punto è che le principali società energetiche - tra cui l'Eni - vanno avanti, forti del sostegno dei rispettivi governi.

putin rubli 5

 

 Per la Commissione l'apertura del secondo conto in rubli configura una violazione delle sanzioni, ma i governi (che hanno la responsabilità di farle rispettare) contestano a Bruxelles l'assenza di un parere giuridico chiaro a sostegno di questa tesi. Una partita a ping pong tutta interna all'Ue che al momento ha un solo vincitore: il Cremlino.

 

pannelli fotovoltaici

Sul fronte dell'accelerazione verso le rinnovabili, la Commissione ha messo a punto una strategia per il solare che punta a raddoppiare la capacità fotovoltaica entro il 2025, portandola a 320 Gw, per poi salire a 600 Gw entro il 2030. Per arrivarci, l'Ue intende rendere obbligatoria l'installazione di pannelli sui tetti di tutti gli edifici pubblici e commerciali che hanno una superficie superiore ai 250 metri quadrati entro il 2027 (entro il 2026 per quelli di nuova costruzione).

pannelli fotovoltaici

 

Per i nuovi edifici residenziali l'obbligo scatterà invece entro il 2029. Ci saranno inoltre interventi per rendere più facili le autorizzazioni per le rinnovabili e le infrastrutture associate: «Vogliamo garantire che si riducano a un solo anno» ha annunciato Ursula von der Leyen. L'obiettivo è infatti di portare al 45% la quota di rinnovabili nel fabbisogno energetico europeo entro il 2030 (il target precedente era del 40%).

 

impianto fotovoltaico

Ci sono nuovi obiettivi vincolanti anche per quanto riguarda l'efficienza energetica: il taglio richiesto entro il 2030 passa dal 9 al 13%. Saranno poi «incoraggiati» comportamenti per ridurre del 5% il consumo di gas e petrolio, tra cui la riduzione delle temperature negli edifici d'inverno e l'aumento delle temperature minime d'estate, ma anche la sostituzione delle caldaie a gas con le pompe di calore.

 

I GASDOTTI VERSO L EUROPA

Sul fronte della diversificazione delle forniture, l'Ue ha messo a punto il progetto per creare una piattaforma per l'acquisto congiunto di gas, gas naturale liquefatto (Gnl) e idrogeno (seppur su base volontaria). Accanto a questo è stata definita una strategia diplomatica per intensificare i contatti con i potenziali fornitori: Canada e Stati Uniti per il Gnl, ma anche l'Algeria, alcuni Paesi dell'Africa Sub-Sahariana, quelli del Golfo, l'Azerbaigian, Egitto e Israele. Non solo, l'Ue punta a un coordinamento più stretto con altri compratori: nei documenti vengono menzionati Cina, Corea e Giappone.

 

GASDOTTI RUSSI

Come detto, la Commissione ha preparato anche dei piani di contingenza nel caso in cui le forniture di gas dalla Russia si interrompessero improvvisamente. Di fronte a un simile scenario, Bruxelles attiverebbe un meccanismo di solidarietà, con razionamenti concordati e riduzione della domanda da parte dei Paesi meno colpiti a beneficio di quelli maggiormente in difficoltà. In questo contesto - suggerisce la Commissione - si potrebbe prendere in considerazione anche l'introduzione di un tetto massimo al prezzo del gas, per contenere i costi che diversamente schizzerebbero alle stelle.

 

ITALIA - COME SOSTITUIRE IL GAS RUSSO

Tale misura dovrebbe però essere temporanea, disegnata in modo da evitare la "fuga" dei fornitori alternativi e limitata alla fase d'emergenza. Non è proprio ciò che chiedeva l'Italia, visto che il governo di Mario Draghi da mesi ormai insiste per un tetto al prezzo del gas da introdurre subito, in modo da affrontare la situazione attuale. Ma il capitolo dedicato al caro-bollette non offre strumenti rivoluzionari.

 

C'è il via libera ai prezzi calmierati per i consumatori e ai sussidi, magari utilizzando gli extra-profitti delle società energetiche. L'esecutivo Ue ha sposato le tesi dell'Acer, l'Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell'energia, che sconsiglia interventi strutturali sui mercati dell'energia e in particolare su quello dell'elettricità.

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?