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PIÙ CHE UN CARCERE, UN ALBERGO - A REBIBBIA I DETENUTI RUSCIVANO A OTTENERE FACILMENTE COCAINA E TELEFONI: LA DROGA E LE SCHEDE SIM VENIVANO MESSE DAI FAMILIARI NELLE TORTE DELLA DOMENICA O DENTRO LE PIZZE - SETTE ARRESTATI, C'È ANCHE UN POLIZIOTTO DELLA PENITENZIARIA DETTO "ER FARFALLINA", CHE ERA FONDAMENTALE NELLO SMERCIO - GLI STUPEFACENTI NELLE INTERCETTAZIONI VENIVANO CHIAMATI "COMPLETINI"

1 - REBIBBIA, LA DROGA IN CELLA DENTRO LE TORTE DOMENICALI

Marco De Risi per "Il Messaggero"

 

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Il carcere per loro era diventato confortevole come un albergo. «Portateci i completini», ovvero la cocaina, dicevano ai familiari. Nelle celle potevano fare uso di droga e anche parlare al cellulare con chi volevano e a qualunque ora del giorno.

 

C'era anche un poliziotto della Penitenziaria corrotto pure lui finito in manette. La droga e le sim telefoniche entravano nascosti nelle pizze fatte arrivare dai familiari, anche in alcune torte che venivano recapitate ai reclusi nei giorni festivi.

 

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Non solo, un gruppo di carcerati facevano affari rivendendo all'interno la droga e i cellulari con le relative sim. Accadeva nel reparto G8 del carcere di Rebibbia.

 

LE MISURE

A scoprirlo, dopo una delicata indagine sono stati i Carabinieri della Compagnia Eur ed il Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, coordinati dalla Procura di Roma.

 

droga nella pizza a rebibbia

Gli investigatori hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale nei confronti di 7 persone (5 in carcere e 2 ai domiciliari), perché indiziate, a vario titolo dei delitti di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso, introduzione di dispositivi idonei alla comunicazione e di corruzione per atti contrari ai propri doveri.

 

droga a rebibbia 5

Questi reati sono stati reiterati fino all'anno in corso. L'attività investigativa denominata Open Prisons ha consentito di accertare l'esistenza di un traffico di sostanze stupefacenti, di cellulari e schede Sim introdotte abusivamente e reiteratamente all'interno dell'istituto penitenziario di Rebibbia.

 

La richiesta di droga e di schede telefoniche perveniva da alcuni detenuti i quali si occupavano della successiva rivendita nell'ambito del reparto G8 del carcere romano. Nel ricostruire la filiera dello spaccio e dell'acquisizione dello stupefacente dall'esterno è emerso, tra l'altro, il coinvolgimento dei familiari di alcuni detenuti i quali, per veicolare l'introduzione delle dosi di stupefacente e delle Sim card, si servivano tra l'altro dei pacchi colloquio.

 

LE INDAGINI

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Le investigazioni hanno permesso di appurare il coinvolgimento di un Agente Penitenziario, già sospeso in via cautelativa in sede amministrativa, gravemente indiziato per i delitti di concorso nel reato di detenzione a fini di sostanza stupefacente e corruzione per compiere atti contrari ai doveri d'ufficio, avendo fatto da tramite tra i detenuti e l'esterno, per facilitare l'introduzione illecita nel carcere di quanto richiesto e che è stato sottoposto agli arresti domiciliari.

 

droga a rebibbia 6

Le indagini riportano diverse intercettazioni tramite le quali è possibile ricostruire l'ingresso della droga nel carcere e la complicità della guardia carceraria. Quest'ultimo, secondo gli inquirenti, ha svolto un ruolo cruciale perché si potessero consumare i reati.

 

L'AIUTO

«Dobbiamo sbrigarci che tra pochi giorni lui va in ferie», questa un'intercettazione tra un detenuto e la compagna. È evidente che l'uomo vuole che gli arrivi della droga in carcere e questo deve per forza avvenire prima che la guardia vada in vacanza. Troppo importante il suo aiuto per smerciare illegalmente dentro il carcere.

 

2 - «TI SONO ARRIVATI QUEI COMPLETINI?». I FAVORI DELL'AGENTE ER FARFALLINA

M. D. R. per "Il Messaggero"

 

Invece che cocaina, un arrestato parla genericamente di «stecche di sigarette». Si rivolge per telefono alla sua compagna anche lei indagata per le stesse accuse. «Ti sono arrivati i soldi? Le hai recuperate le stecche di sigarette che lunedì è vicino?».

 

droga a rebibbia 3

Poi sempre dalle intercettazione si desume che la droga viene chiamata completino. «Quando arrivano i completini che qui li stiamo aspettando», così si rivolge uno degli arrestati ad una complice che doveva portargli la droga in carcere con l'aiuto della guardia carceraria corrotta.

 

C'è un'intercettazione che fa capire quanto fosse utile l'agente della Penitenziaria, soprannominato er farfallina e quanto tutto il giro illegale girasse intorno a lui. «Guarda che ci dobbiamo sbrigare che lunedì va in ferie. Dobbiamo farlo prima», si rivolge per telefono uno degli arrestati ad un complice all'esterno.

 

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Ad andare in ferie era la guardia carceraria e l'intercettazione conferma quanto importante fosse il suo ruolo. Poi c'è una sodale che ci ripensa e vuole tirarsi fuori dal gruppo. «Ma non mi risponde più - dice una complice parlando al cellulare con un recluso - Pensaci te a portarmi il completino domenica alla visita».

 

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Per completino s'intende sempre la droga. I carabinieri intercettano un cellulare all'interno del carcere. Si sente il recluso parlare della droga. «Dai domenica portami la pizza», dice riferendosi alla cocaina. Ma i militari si rendono conto che l'utenza era in uso anche ad altri reclusi che la usavano illecitamente per parlare con le persone fuori dal carcere.

 

Poi dalle altre intercettazioni si capisce anche come la droga e i cellulari passassero tramite i pacchi. «Mi raccomando devi incartare bene i pacchi», dice un recluso parlando al cellulare alla sua compagna.

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