fulvio abbate alberto bagnai elio e le storie tese

LA POLITICA È FINITA, ANDATE IN PACE - FULVIO ABBATE SI MUOVE SCONSOLATO TRA BATTUTE, MEME E CITAZIONI CHE GIUNGONO DALL’INESAURIBILE CATALOGO DELLA PACCOTTIGLIA SUBCULTURALE: “SONO AMICO E STIMO ELIO E LE STORIE TESE EPPURE AVER LETTO CHE IL LEGHISTA BAGNAI, PARLANDO DELL’ESECUTIVO IN BILICO DI GIUSEPPE CONTE, LO ABBIA DEFINITO: “GOVERNO DAI PIEDI DI BALSA CHE CAMPA SU UNA STORIA FALSA” O GIÙ DI LÌ, CONFESSO DI AVERLO TROVATO DEVASTANTE, LA CONFERMA DI UN ANALFABETISMO DIFFUSO…”

Fulvio Abbate per "www.huffingtonpost.it"

 

fulvio abbate al gfvip

Da laureato in filosofia (dunque, filosofo dilettante), certi giorni, devastato dallo sconforto, mi viene quasi da piangere. Ho la sensazione infatti che l’intera storia del pensiero, ergo d’ogni scienza legata al sapere e alla conoscenza, cioè alla gnoseologia, stiano per svanire di fronte alla semplificazione da baretto pop, da “stuzzicheria”. O magari la dissoluzione è già avvenuta, e personalmente ne colgo solo il precipitato ultimo.

andy warhol 6

 

Come accade agli aerei abbattuti dalla contraerea. Così tra battute, meme e citazioni che giungono dall’inesauribile catalogo dell’amatissima paccottiglia subculturale. Percepita come avvincente, rassicurante, pronta a colmare ogni dubbio circa l’essere il non essere e il divenire. E gli strumenti stessi in possesso d’ogni individuo. Sia rispetto all’umano ordinario sia rispetto a ogni questione politica. Quanto all’arte, sembra ormai legittimarsi unicamente nella sua accezione glamour; ma ora non è il caso di scantonare anche nell’estetica.

BAGNAI

 

In questo senso, non sembri un riferimento improprio, abbiamo comunque l’obbligo di detestare il lascito di Andy Warhol, l’artista che nell’ideale ex voto della già citata semplificazione dialettica, campeggia in alto circonfuso di luce, lì fisso a far le veci da ogni possibile Maria Immacolata. Pronto ad affermare la tautologia del, perdonate l’apparente volgarità, “… e ‘sti cazzi?” (cit.) implicitamente sempre più chiamata in causa ogni qualvolta c’è da sciogliere un nodo complesso. In assenza di Warhol, infatti, il linguaggio stesso oggi non mostrerebbe le voragini di molti suoi penosi, tautologici, significanti, cascami di citazioni ordinarie, a buon mercato.  

 

meme sulla crisi di governo mattarella e conte

Sono amico e stimo Elio, le leggendarie sopracciglia delle Storie Tese, eppure avere letto che il leghista Bagnai, parlando dell’esecutivo in bilico di Giuseppe Conte, lo abbia definito: “Governo dai piedi di balsa che campa su una storia falsa” o giù di lì, confesso di averlo trovato devastante, la conferma di un analfabetismo diffuso che viene colmato dal ricorso a un repertorio ordinario. Non dico che dovesse citare, che so, un remoto Cesare Merzagora o piuttosto Thomas Hobbes o chissà quale altro cinto erniario del pensiero politologico, mettendo così a rischio la propria attendibilità presso l’ampio pubblico di nutrie che seguono il “campionato” e il “calcio-mercato” della politica, resta però che tutto questo si presenta come la prova ulteriore dell’abominevole precipizio della semplificazione, pronta a negare l’esistenza della memoria culturale stessa.

 

meme sulla crisi di governo conte versione di caprio

Lo stesso vale per un grillino, Di Nicola, che, restando in tema di governo, attinge al catalogo di Vasco Rossi accennando al suo tentativo di trovare un senso a questa crisi, “ma un senso questa crisi non ce l’ha”. Altri ancora hanno mostrato il proprio spessore come il leghista Centinaio che sempre riferendosi al premier Conte e al suo Governo: “Lei mi sembra l’Arturo Brachetti della politica, quell’illusionista che si cambia d’abito alla velocità della luce. Poi ieri ascoltando il suo intervento alla Camera mi è venuto in mente quando ero bambino, c’era la pubblicità di un giocattolo: i Playmobil. Questa pubblicità che diceva mille vite Playmobil, con un omino potevi fare tanti personaggi”.

 

FULVIO ABBATE

Ora capite il perché Warhol deve essere ritenuto l’ispiratore-mandante morale di questo grado zero della possibile citazione? E lo stesso vale per Giorgia Meloni, che aveva invece paragonato Conte a un Barbapapà. Lo stesso grado zero che ha reso celebre il lessico di un film quale “Amici miei”, pellicola dallo stesso Monicelli ritenuta non meritevole del successo ottenuto.

 

Tuttavia il picco massimo, lo scoglio, e qui qualcuno penserebbe a una canzone di Mogol- Battisti (d’altronde, anche le Brigate Rosse, nonostante quell’insostenibile bagaglio leninista, in un loro “comunicato” citarono “le discese ardite e le risalite”, quindi in cosa vogliamo sperare?), lo scoglio peggiore su cui si infrange ogni nostra speranza di sussistenza della filosofia coincide con l’abuso plebiscitario dell’espressione “rosicare” in tutte le sue declinazioni, peggio ancora quando si attesta nell’esperanto romanesco redazionale e insieme social: “… sta a rosicà!”, “… rosicone”, “… che rosicamento” ecc.

GIORGIA MELONI E IL VIDEO CON IL PESCE

 

La semplice evenienza che in luogo delle forme lessicali degradate nella prosaicità da tavernetta si possa invece citare, metti, un Gaetano Salvemini o perfino un Emanuele Severino, appare ormai risibile a un uditorio attestato sulla linea del bagnasciuga dei “cazzari”, salvo dover ricorrere a necessaria nota a piede di pagina per colmare le lacune dell’analfabetismo adulto diffuso. Vorrà pur dire qualcosa il ricorso da parte di molte principali rubriche politiche giornalistiche a “Le più belle frasi di Osho”?

 

meme sulla crisi di governo conte non schioda

Acme massima, almeno ai nostri occhi, di una insostenibile semplificazione qualunquistica che vede ogni risata accompagnarsi a una mano tenuta rigorosamente sul “pacco”. Di fronte a ogni meme di Osho l’intera storia del pensiero, della filosofia, e della satira stessa, svanisce, muore, innalzando semmai al suo posto la sagoma spettrale di una sala-corse h24. P.S. E anche tutto questo gran parlare sui guanti artigianali di Bernie Sanders risponde al medesimo pietoso vaniloquio.

MARCHESE FULVIO ABBATEFulvio Abbate con la JulleuchterFULVIO ABBATEFULVIO ABBATE GIUSEPPE CONTE MEMECONTE MEMECONTE CASALINO MEMEPATRIZIA DE BLANCK FULVIO ABBATEandy warhol 4andy warhol 5FULVIO ABBATE

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...