(S)PORCO CHE NON SEI ALTRO - CORSO ACCELERATO DI DIRTY TALKING, OVVERO DIRE SCONCEZZE MENTRE SI SCOPA - “MI PIACE QUANDO MI SCULACCI / TIRI I CAPELLI / SPUTI IN FACCIA”, "PUNISCIMI", “COSA VUOI CHE TI FACCIA ADESSO?”, “FARÒ QUALSIASI COSA PER TE”, "FAMMI VENIRE CON LA TUA LINGUA" - MA OCCHIO: QUANTO TI DICONO “SEI COSÌ DURO” IN REALTÀ SIGNIFICA CHE...

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Valeria Montebello per www.rivistastudio.com

 

DIRTY TALKING NEL SESSO DIRTY TALKING NEL SESSO

Le persone si dividono in porno e non porno. Se fai parte della prima categoria, non avrai così tanti problemi, solo più possibilità di prendere la clamidia. Se fai parte della seconda, hai due strade: vivere una vita triste o fare finta di essere una persona porno.

 

La Oxford University sta portando avanti una ricerca sul dirty talking: oltre a parlarne ovunque (con gli amici, al supermercato, in chat, qui) bisogna parlare di sesso anche mentre lo si fa per avere la caption del momento. “Vieni”, “duro”, “bagnata”, “ora”, “piano”, “veloce”, “bocca”, “lingua” sono le più usate. Le frasi che si dicono sono sempre le stesse, da “Sei una troia” a “Ti amo”. Se sei fortunata qualcuno te le dirà insieme: “Sei una troia e ti amo”.

 

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Nessuno si azzarda a pronunciare cose come: “Mi eccito quando pulisci bene la casa. Quando sul cesso non resta nemmeno una gocciolina di pipì”. Ma voglio sul serio mimare lo script di un rapporto visto in un porno? Seguire i suggerimenti di una sex influencer che ti spiega come essere una troia etica? La domanda è: cosa voglio dire davvero (se voglio dire qualcosa)?

 

Le Cosmogirl del 2021 sono convinte che lasciarsi andare a parole sporche a letto sia un “urlo primordiale”, “liberatorio”, perché “farti vedere così selvaggia lo farà impazzire”. Mentre si fa sesso, a volte, si smette di essere responsabili di quello che si dice ma proprio per questo non c’è parola o frase adatta, potrebbe anche uscirti dalla bocca “Peccato che Trump ha perso le elezioni” o “Il tuo modo di toccarmi mi ha fatto ricordare che devo comprare un saturimetro”. Non lo dici perché sennò che penserebbe di me, eppure è romantico. Significa che ci tengo a sopravvivere per continuare a farlo con te.

 

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In chat si fingono doti e desideri. Si può essere molto bravi nel sexting – dettagliati, mettere anche bene i punti – ma se poi mi tocchi come se ti stessi mettendo le dita nel naso serve a poco. Ci vuole cautela.

 

Ora che tutti hanno un corso in scrittura di longform, in quest’epoca pandemica, c’è bisogno di un corso di sexting. Di imparare a farlo secondo le proprie capacità. Non scrivere “Infilamelo in bocca fino a farmi soffocare” se vomiti al solo pensiero.

 

Le frasi sporche che si scrivono o dicono durante il sesso nascondono paure inconfessabili, insicurezze, pensieri di morte e desolazione. Forse per questo sono eccitanti. Quelle più popolari si possono mettere insieme, in ordine crescente, dirle tutte durante lo stesso rapporto sessuale, verrà fuori un trattato esistenzialista.

 

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“Chiamami troia” significa che non ti senti abbastanza troia, hai bisogno di qualcuno che ti sproni e rassicuri. È molto simile a “Ti è piaciuto il mio pompino?”. È come quando chiedevi a tuo padre “Ti è piaciuto il mio disegno?”. Strizzi le tette ma è solo la disperazione che straborda dalla tua coppa c.

 

“Adoro il cazzo”. Questa frase ha un suo fascino vorace. Il tono deve essere sincronizzato con il momento. Qui la grammatica è fondamentale. Bisogna. Stare. Attenti. Devi dire “Adoro il TUO cazzo” altrimenti sfoci nell’universalismo e il tuo partner vedrà i cazzi di tutti gli uomini del mondo davanti ai suoi occhi e capirà di essere fallibile, mortale, forse anche gay.

 

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“Il tuo cazzo mi appartiene”. Qui è direttamente il verbo divino a parlare. Evoca torture medioevali (è come se lo mettessi in una gabbietta) ma è anche una quote capitalista (il tuo cazzo è merce, il tuo cazzo vale poco e adesso è mio).

 

“Strappami i vestiti”. Voglio spogliarmi dalla mia identità ed essere tutt’uno con la galassia.

 

“Mi piace quando mi sculacci / tiri i capelli / sputi in faccia”. Non è niente rispetto al calvario che dobbiamo sopportare qui sulla terra. Ricordamelo e anticipamelo. Guarda in basso in modo languido così nessuno si accorgerà che stai pensando alla morte.

 

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“Puniscimi”. Frase sentita in un porno BDSM e ripetuta spesso senza sentimento di sottomissione assoluta. È difficile essere consapevoli dell’umiliazione, non subirla ma volerla. Per allenarti guarda Bella di giorno, puoi vedere Catherine Deneuve nuda o con i suoi outfit YSL sporcati di cacca invece di una bielorussa drogata che geme mentre la frustano con l’ortica.

 

“Cosa vuoi che ti faccia adesso?”. Una frase competente, sinistramente burocratica. Quando la fantasia più hot che puoi avere in questo periodo è che la tua padrona di casa ti abbassi l’affitto la risposta è: “Fai le cose normali che si fanno in questi casi”. Cercare di controllare quello che succederà fra poco nel tuo letto non ti farà essere più tranquillo sul futuro: domani è l’abisso.

 

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“Farò qualsiasi cosa per te”. Magari per dirlo interrompi un momento intenso, che non tornerà mai più. Per distogliere l’attenzione dal tuo corpo nudo o dal verso strano che hai fatto usi questa frase per nascondere la tua vulnerabilità.

 

“Fammi venire con la tua lingua”. Lingua lunga, morbida, appuntita. Attenzione a non focalizzarti sulla forma del corpo, «Meglio non usare troppi aggettivi», dice la Durex insieme a Umberto Eco.

 

Potrebbero urtare la sensibilità del partner che non si sente a suo agio con la forma della sua lingua. Potresti ricordargli quello che effettivamente è. Un pezzo di carne dilaniata.

 

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“Vieni per me”. Il regno dei cieli è vicino. Voglio che arrivi il giorno del giudizio quindi gli chiedo – lo prego – di venire per me, per redimermi e farmi diventare un corpo glorioso che non deve più preoccuparsi di peli e fluidi corporei.

 

“Sei così duro”. Ogni volta che qualcuno pronuncia queste parole in realtà era mezzo duro. È un falso incoraggiamento, un po’ come “Andrà tutto bene”. Ma non andrà bene, non va mai bene.

 

“Vestiamoci da alieni”. Non sopporto di essere me stesso. Come il tuo corpo, in alcuni giorni, l’intero mondo potrebbe sembrarti estraneo. Questo è davvero il mio pianeta? Il mio corpo? Sono queste le domande dietro ad ogni role play.

 

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“Oh mio Dio, vengo”. Sembra un orgasmo finto. Sai cosa dice una ragazza che viene per finta? “Oh mio Dio, vengo”.

 

Se fingi con un uomo penserà che ha fatto bene e che ha un pene magico, ma la prossima che si troverà a fare sesso con lui subirà la stessa tortura e dovrà fingere anche lei. È una catena che non verrà mai spezzata. Non fingere è una questione umanitaria, più femminista del farsi crescere i peli sotto le braccia.

 

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Se proprio bisogna fare dirty talking che sia ideologico. Si strappa il suo blazer, mi butta sul letto, mi avvolge la sua cravatta rossa intorno ai polsi e mi sussurra all’orecchio una frase di Ronald Reagan: «Alcune persone vivono a lungo e si chiedono se abbiano mai fatto la differenza al mondo; i marine non hanno questo problema».

 

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Se non trovate nessuno capace di declamare cose del genere mentre riceve sesso orale meglio tornare ai classici.

 

Al perverso ma educato “Sì”. “Di Più”. “Per favore”. “Grazie”. O al silenzio. Se vuoi essere strozzata basta che prendi la mano del tuo partner e gliela posizioni sul tuo collo. Mettersi a quattro zampe è efficace da quando gli umani hanno iniziato a camminare dritti. È animalesco, primordiale, più eloquente di qualsiasi frase porno.

 

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