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UNA PROTESTA DA LASCIARE SENZA PAROLE - I MIGRANTI

BLOCCATI AL CONFINE TRA IL MESSICO E IL GUATEMALA SI SONO CUCITI LA BOCCA E SI RIFIUTANO DI MANGIARE PER PROTESTA: SONO SOPRATTUTTO HONDUREGNI E HAITIANI CHE DA MESI SONO IN ATTESA DEI VISTI NECESSARI PER ENTRARE NEGLI STATI UNITI - PRIMA DEVONO SOPRAVVIVERE ALLE PERSECUZIONI E ALLE TORTURE LUNGO IL VIAGGIO VERSO LA LIBERTA' E POI...

Pierluigi Bussi per "la Stampa"

 

Migranti al confine in Messico si cuciono la bocca

Usano aghi e fili di plastica per cucirsi le labbra, disinfettandosi con l'alcool il sangue che esce dalla bocca, lasciando libero solo un piccolo spazio per bere acqua che comunque ingeriscono con difficoltà. Sono i migranti centroamericani, principalmente haitiani e honduregni, che sognavano di cambiare vita, ma che invece sono divenuti prigionieri di un inferno in Messico, dove sono bloccati senza via di fuga.

 

Tanto da essere costretti a portare le proteste ai livelli più estremi, cucendosi la bocca e rifiutando di mangiare. Hanno deciso che moriranno piuttosto che rinunciare al loro sogno e passare la loro vita come schiavi dei cartelli in qualche hacienda o nelle prigioni locali. Sanno che, se vi entreranno, non ne usciranno più se non da morti. A questo punto, perciò, meglio perdere la vita per cercare la libertà con ogni molecola del proprio corpo e del cuore. Non si sa mai cosa potrebbe succedere, la speranza per tutti è quella di un miracolo che li salvi e li porti al desiderato «paradiso».

 

Migranti al confine in Messico si cuciono la bocca 2

Un concetto che conoscono bene, provenendo da popolazioni fortemente cattoliche, ma che finora hanno visto solo nei libri o raccontato da insegnanti e predicatori. Un concetto che ora vogliono far diventare realtà a qualsiasi prezzo. Costi quel che costi.

 

I disperati si sono radunati a Tapachula, città di confine con il Guatemala. Sono da mesi in attesa dei visti necessari per entrare negli Stati Uniti e avere la loro possibilità di farcela e stanno aumentando giorno dopo giorno. Il numero di migranti che arrivano nel paese dell'America Centrale, infatti, è aumentato in maniera esponenziale negli ultimi anni. Solo nel 2021 il numero di domande di asilo ha registrato un incremento dell'87% e le autorità affermano di ricevere più di cento domande al giorno nella sola Tapachula.

 

Migranti al confine in Messico si cuciono la bocca 3

Domande che non riescono a gestire, pur facendo quello che possono: danno la priorità ai bambini, alle donne incinte, agli anziani e alle persone con disabilità. Ma la situazione è ugualmente al collasso ed è destinata a peggiorare ancora. A meno di quel tanto sperato miracolo che tutti sognano.

 

Ma il loro dramma non è solo quello di sognare l'America, ma sopravvivere alle persecuzioni e torture lungo il viaggio verso il confine. Per sfuggire ai soprusi del proprio governo, intere famiglie con al seguito neonati, sono costrette a dormire in tende fatiscenti, che diventano semplici bersagli dei cartelli criminali. Diventa facile per criminali senza scrupoli, estorcere, violentare e anche uccidere.

 

Migranti al confine in Messico si cuciono la bocca 4

Questi reati raramente sono denunciati e puniti. I genitori vivono con il terrore che i loro figli possano essere rapiti. Human Rights First riporta che nel 2021 sono stati commessi circa duemila casi, tra omicidi, stupri, torture, rapimenti e altri crimini violenti contro i disperati centroamericani. Molti dormono in campi profughi improvvisati con latrine a cielo aperto, altri cercano di sopravvivere ammassati per le strade senza coperte. Manca acqua e cibo.

 

Anche chi è appoggiato nei centri di accoglienza predisposti dal governo messicano non se la passa meglio, sono perseguitati dagli agenti antimmigrazione, che rastrellano tutte le aree alla ricerca di persone prive di documenti regolari. Difficile avere tutto a norma quando gli uffici competenti messicani non funzionano, spesso le domande di visto si perdono. Questo costringe i migranti a non poter lasciare il paese e diventare solamente bersaglio degli agenti di sicurezza.

 

Migranti al confine Messico Usa

L'agenzia messicana per l'immigrazione riporta testimonianze di scene raccapriccianti, denuncia che molti comportamenti violenti sono opera di chi avrebbe invece dovuto tutelare i disperati in cerca di libertà. Nel 2019, il governo Trump ha negato per la prima volta ai migranti centroamericani la richiesta di status di rifugiato negli Stati Uniti. Da allora, più di 70.000 persone non hanno avuto l'opportunità di presentare le proprie domande e chiedere asilo; il governo ha utilizzato la politica dei protocolli di protezione dei migranti chiamata «Remain in Mexico», che non ha fatto altro che trasferire migliaia di rifugiati nelle pericolose città di confine del Messico.

 

Migranti al confine Messico Usa 2

Forti le affermazioni di Efrén Olivares, del Southern Poverty Law Center. «L'amministrazione Trump ha creato questa politica crudele e razzista nel tentativo di penalizzare i richiedenti asilo. Per le migliaia di persone intrappolate al confine, è impossibile esercitare i propri diritti legali».

 

Con l'elezione di Joe Biden, si sperava in una inversione di tendenza. In effetti, poco dopo il suo insediamento, fu sospeso temporaneamente il programma elaborato dall'ex presidente Trump, tanto che entrarono nel paese un numero limitato di richiedenti asilo. Tuttavia, nel dicembre 2021, a seguito di un'ordinanza del Tribunale federale provocata da rimostranze degli stati del Texas e Missouri, Biden è stato costretto a riavviare in parte il precedente programma, con la promessa di apportare cambiamenti a favore dei rifugiati. Tra questi, risolvere la maggior parte dei casi di asilo entro sei mesi, garantire che i richiedenti possano avvalersi di un avvocato.

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