giandavide de pau

QUALCOSA NON TORNA NEL TRIPLICE OMICIDIO NEL QUARTIERE PRATI - GIANDAVIDE DE PAU, ACCUSATO DI ESSERE IL KILLER, NON HA SPIEGATO IL MOVENTE: ERA IN PREDA A UN RAPTUS O ERA OFFUSCATO DALL'USO DI STUPEFACENTI? - AGLI INVESTIGATORI DE PAU HA RIFERITO DI AVER TRASCORSO CONSUMANDO DROGA ANCHE LA NOTTE PRECEDENTE AGLI OMICIDI, IN COMPAGNIA DI UNA PROSTITUTA CUBANA NELLA ZONA DELLA STAZIONE TERMINI - L’ARMA DEL DELITTO, PROBABILMENTE UNO STILETTO, NON E’ STATA TROVATA…

Edoardo Izzo per “la Stampa”

 

GIANDAVIDE DE PAU

A 48 ore dal fermo di Giandavide De Pau, l'uomo accusato di essere il killer delle prostitute che, per due giorni, ha fatto vivere in ansia i cittadini del quartiere romano di Prati, ci sono ancora molte questioni che non tornano. A cominciare dall'arma del delitto: De Pau, dopo aver commesso i tre femminicidi, l'ha gettata via? L'ha nascosta da qualche parte? Sicuramente nel corso delle perquisizioni della polizia a casa di sua madre - in viale Esperia Sperani, in zona Ottavia, quadrante Nord della Capitale - non è stata trovata. E non è emerso nulla neanche dall'esame dei cassonetti presenti nella zona degli omicidi.

 

GIANDAVIDE DE PAU

Visti i tagli sul corpo delle tre vittime - la colombiana 65enne Marta Castano Torres e due cittadine cinesi ancora non identificate - si pensa a un'arma da taglio tipo stiletto, ma la certezza sarà possibile averla soltanto una volta eseguito l'esame autoptico, previsto per oggi al Policlinico Agostino Gemelli di Roma.

 

L'altro punto oscuro è il movente, che nel corso dell'interrogatorio di sabato non sarebbe emerso. Il 51enne, conosciuto per essere autista del clan Senese e finito anche nelle carte dell'inchiesta "Mondo di Mezzo", sarebbe stato in preda a un raptus quando, tra le 10 e le 13 di giovedì scorso, ha colpito con crudeltà i corpi delle tre escort provocandone la morte? È stato un gesto istintivo? O era offuscato dall'uso di stupefacenti di cui risulta essere consumatore abituale?

GIANDAVIDE DE PAU

 

Agli investigatori De Pau ha riferito di aver trascorso consumando droga anche la nottata di mercoledì, in compagnia di una prostituta cubana alloggiata nella zona della stazione Termini. Non è ancora chiaro però quanto questo possa aver inciso sullo svolgersi degli eventi e sul resoconto tra il confuso e il delirante fornito dall'uomo agli investigatori: ha parlato di una sorta di «blackout», che lo avrebbe portato a vagare due giorni senza mangiare né dormire prima di cercare rifugio presso i familiari.

 

Ed è stata proprio la sorella, che ha avvertito le forze dell'ordine perché procedessero all'arresto, a spiegare che il fratello ha un problema grave con la cocaina, irrisolto dopo anni di inutili tentativi.

GIANDAVIDE DE PAU

 

Al momento, è un fatto, i magistrati romani contestano al 51enne il triplice omicidio aggravato ma non la premeditazione. Questo potrebbe far presumere che l'uomo abbia trovato l'arma sul luogo dei primi omicidi: l'appartamento al primo piano di via Riboty, dove sono state uccise le due cinesi. «Di quegli istanti ricordo solo tanto sangue», ha detto De Pau nel corso dell'atto istruttorio in uno di quelli che, il suo avvocato, ha definito «uno dei rari momenti di lucidità».

 

Poi più nulla. Il 51enne non ha ricordato neppure di essere stato in via Durazzo 38, luogo del terzo omicidio. «Non ricordo di essere stato in quella casa. Mi contestate due omicidi, non avrebbe senso negarne un terzo», ha detto, inchiodato comunque dalle immagini delle telecamere di zona che ne documentano chiaramente la presenza all'ora degli omicidi. Intanto l'uomo, dopo aver passato le prime due notti a Regina Coeli, dovrà sostenere tra martedì e giovedì un nuovo interrogatorio, questa volta davanti al gip.

IL CASO DEL SERIAL KILLER DI PRATI A ROMA

 

Potrebbe però scegliere di non parlare e rifarsi a quanto già detto ai pubblici ministeri e alla polizia. L'uomo ha numerosi precedenti a suo carico - droga, lesioni personali, porto abusivo di armi, violenza privata, ricettazione, due ricoveri psichiatrici, in relazione ai quali sarebbe attualmente in cura farmacologica -, ma soprattutto una violenza sessuale ai danni di una cittadina brasiliana risalente a 15 anni fa: lei è riuscita a salvarsi. Questa volta, invece, per le tre vittime, non c'è stato scampo. E non c'è scampo al dolore neanche nella periferia dove risiedono la mamma e la sorella di De Pau.

IL CASO DEL SERIAL KILLER DI PRATI A ROMA

 

Davanti al palazzo una volante della polizia. Sulla porta di ingresso un messaggio per i giornalisti: «Se avete un'anima abbiate rispetto per il dolore di una famiglia. Non suonate e non fate domande!». I vicini spiegano al citofono: «Cosa volete che vi dicano? Sono brave persone: la mamma è una grandissima lavoratrice, una vittima collaterale del figlio». La sorella di De Pau chiede rispetto per sé e per la madre. «No comment, andate via per favore», dice mentre getta un sacchetto della spazzatura.

rilievi della scientifica in via augusto riboty, dopo l omicidio delle due cinesi 4

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…