giorgio parisi

"DA PICCOLO NON AVEVO MOLTI AMICI, A PARTE DUE SIGNORI ANZIANI: UN PROFESSORE E UN 65ENNE CHE DICEVA DI ESSERE CAMPIONE DI DAMA" – IL PREMIO NOBEL GIORGIO PARISI RACCONTA LA SUA INFANZIA: “HO IMPARATO A LEGGERE PRIMA I NUMERI CHE LE LETTERE DELL'ALFABETO. LA MATEMATICA ERA PIÙ UN PASSATEMPO, ERO UN BAMBINO UN PO' DIVERSO DAGLI ALTRI. MI PIACEVA STARE DA SOLO E PASSARE MAGARI INTERI POMERIGGI A LEGGERE. O A GUARDARE DENTRO UN MICROSCOPIO...”

Estratto dell’autobiografia di Giorgio Parisi pubblicato da “la Stampa”

 

giorgio parisi 8

Ho imparato a leggere prima i numeri che le lettere dell'alfabeto. A 3 anni - così mi raccontava mia madre - riconoscevo il numero del tram mentre era ancora lontano. «Ecco, arriva il 53», «arriva il 24». Sempre quando ero molto piccolo - mia madre sosteneva prima ancora che iniziassi le elementari, ma forse esagerava o semplicemente ricordava male - c'era il Gioco del 15, qualcuno lo ricorderà, una tavoletta di plastica con 16 quadratini e 15 tessere numerate da 1 a 15 in ordine casuale e uno spazio vuoto. Bisognava riordinarle dall'alto in basso nell'ordine corretto. 

 

giorgio parisi 3

Un gioco, ma che era stato inventato come rompicapo già alla metà dell'Ottocento e che alla base aveva un algoritmo, una specie di versione molto semplificata del cubo di Rubik. (Quando poi il cubo di Rubik è arrivato, nel 1974, io ero già laureato da quattro anni, non me n'era importato nulla. Amici fisici ci giocavano, lo studiavano, si appassionavano. Io l'avrò avuto in mano tre volte a dire molto, poi non ci ho pensato più).

 

C'era una mossa particolare che bisognava fare per risolvere il Gioco del 15 e se non la capivi non riuscivi a mettere in ordine i numeri. Io l'avevo capita. Mia madre mi raccontava che persone adulte che ci provavano e non ne venivano a capo si arrabbiavano molto. Perché era frustrante vedere un bambino piccolo riuscire là dove loro fallivano.

 

giorgio parisi in prima elementare

In compenso, ho sempre scritto malissimo. Come calligrafia intendo. Ma proprio male male. In terza elementare la maestra si era lamentata con mia madre per questo, e che i bambini di prima scrivevano meglio di me. Anche adesso la mia calligrafia è rimasta brutta, se prendo appunti velocemente quando li vado a rileggere non capisco cosa avevo scritto. Da grande, un mio amico diceva che riuscivo ad avere una brutta calligrafia anche quando battevo a macchina.

 

giorgio parisi 6

La mia infanzia e la mia adolescenza sono state molto solitarie. Ma senza una ragione particolare - almeno che io sappia - e senza sofferenza. Forse sono stato uno di quei bambini di cui si diceva «è più grande della sua età», che poi significava con curiosità diverse da quelle della maggioranza dei coetanei, bambini un po' solitari, che magari preferivano la compagnia di adulti invece che del gruppo dei pari, cui non piaceva correre dietro a un pallone, più ingenui nelle cose del sesso e ignari di ogni parolaccia (le due cose sono sempre molto legate fra loro).

 

giorgio parisi 7

Ecco, io ero un bambino così. Un po' diverso dagli altri e con interessi certamente diversi dagli altri, un mondo mio un po' diverso dagli altri. Mi piaceva stare da solo e passare magari interi pomeriggi a leggere. O a guardare dentro un microscopio.

 

Ero affezionato ai miei compagni di scuola, ma amici che frequentassi fuori dalla scuola non ne ho avuti, tranne che al mare, fino ai 16-17 anni. In realtà due, ed erano entrambe persone anziane. Uno lo avevo "ereditato" da mio padre, anche se poi lo frequentavo da solo, e un altro me l'ero cercato proprio io, di mia iniziativa.

 

Una di queste due persone, alla quale ero estremamente legato, era un carissimo amico di mio padre, il professor Nino Prato. Abitava nel nostro palazzo in via Salaria a Roma ma per un po' lui e mio padre si erano salutati soltanto, poi si erano ritrovati d'estate nello stesso albergo a Chianciano e là avevano fatto amicizia.

 

giorgio parisi 4

Mio padre andava a "Chianciano fegato sano", slogan famoso dell'epoca, non aveva problemi particolari al fegato ma ci andava prima della guerra perché era senso comune che l'acqua fosse depurativa e facesse comunque bene. Bene si mangiava di sicuro, negli alberghi.

 

Andava anche a Fiuggi a "passare le acque". Soffriva di calcoli renali e si fermava là due settimane. In genere da solo. Ma un paio d'anni siamo andati anche noi. Era un posto fin troppo tranquillo e del tutto artificiale. Cioè non era il paese vero e proprio, ma un luogo fatto solo di alberghi.

giorgio parisi 5

 

Lui la mattina andava come tutti alla Fonte - c'era un numero sterminato di orinatoi - poi si tirava sera giocando a boccette da tavolo. C'erano addirittura le aste, con oggetti che oscillavano da pochi spiccioli a cifre anche ragguardevoli. Doveva essere la mia estate dei 13 anni quando, nelle due settimane a Fiuggi, ho letto Delitto e castigo, che mi aveva fatto una grandissima impressione.

 

giorgio parisi 1

Nino Prato aveva fatto la guerra, era uno dei "ragazzi del '99", aveva due anni più di mio padre, era ebreo e credo avesse dovuto nascondersi durante il fascismo, ma di questo non so quasi nulla. Non era sposato e viveva con la sorella che però non ho mai visto, veniva a trovarci spesso a casa sia quando abitavamo nello stesso palazzo sia successivamente quando ci siamo trasferiti in via Spontini. Abitava al primo piano, noi al quarto, suonava il violino e papà diceva che si sentiva tutto, ma io non me lo ricordo. Gli piacevano le poesie, e ne scriveva anche.

 

giorgio parisi 2

Parlavamo, con noi era molto gentile, confidava a mio padre alcuni suoi problemi, sentivo che parlava di un terreno che possedeva vicino a Cortona e che il mezzadro gli rubava i soldi. Era un tipo freddoloso e molto formale, teneva all'eleganza. L'ho visto sempre con giacca, cravatta e panciotto. Il panciotto se lo levava d'estate, ma ricordo che una volta a Ostia, a pranzo in uno stabilimento balneare, era in giacca e cravatta. Lavorava per un agente di cambio. Veniva spesso anche al Parco dei Daini a Villa Borghese. 

 

il premio nobel giorgio parisi foto di bacco

Nelle fontane ricoperte di muschio c'era una miriade di animaletti (gli infusori) che erano quasi invisibili a occhio nudo. Così lui un giorno - io facevo le elementari - mi ha regalato un microscopio, e per me è stata una cosa importantissima. C'era una fontanella completamente ricoperta di muschio, andavo, prendevo il muschio, lo mettevo in una boccetta con un po' d'acqua stagnante, lo portavo a casa e si vedevano questi animaletti che nuotavano, un animaletto che sarà stato un millimetro sembrava un serpente. Nino Prato è stato una figura per me molto importante e "familiare".

 

giorgio parisi 3

Avevo fatto amicizia anche con un altro signore sui 65 anni. Diceva che era stato campione italiano di dama, andavo spesso da lui, giocavo a dama, a dama vinceva sempre, poi a scacchi vincevo di più io. Faceva Balzi di cognome, era pelato con un po' di capelli bianchi che gli arrivavano sopra le orecchie.

 

L'amicizia con il professor Prato posso anche pensare fosse stata un po' casuale, era un amico di famiglia, ma questo signor Balzi l'avevo proprio cercato io, mio padre lo conosceva appena e non ricordo nemmeno come fosse cominciata la nostra amicizia. A casa mi annoiavo, avevo tutta una serie di letture appassionanti, è vero, e il microscopio, ma non potevano bastare. Non avevo stimoli sufficienti né dai professori né dai coetanei.

giorgio parisi 1

 

Anche la matematica era più un passatempo che l'idea di un "investimento" che mi avrebbe portato da qualche parte. E leggevo più la storia della matematica che i testi di matematica veri e propri, forse perché - senza saperlo - era la ricerca che mi appassionava, trovarmi davanti un problema e provare a risolverlo, avere dei suggerimenti non delle soluzioni preconfezionate.

giorgio parisi 3

Incredibile che sia andata avanti così fino a tutto il primo anno di università.

 

Nel 1955 muore zio Totò, che era sempre rimasto a Palermo e che non avevo mai conosciuto. A quel punto la vedova, Celeste, si trasferisce a Roma, ospite di un convento di suore. Andavo a trovare anche lei e con lei giocavo a canasta. Una signora di 80 anni e un ragazzetto di 10 che giocano a canasta in un convento di suore.

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…