mattarella razov

"SI PUNTI ALLA PACE, MOSCA RITIRI LE TRUPPE" - MATTARELLA NON INVITA L’AMBASCIATORE RUSSO RAZOV E QUELLO BIELORUSSO ALLE CELEBRAZIONI DEL 2 GIUGNO - LE INIZIATIVE DI RAZOV CON SALVINI (SU CUI INDAGA PURE IL COPASIR) NON C'ENTRANO NULLA. LA DECISIONE E’ STATA PRESA IN BASE A UNA REGOLA STABILITA MENO DI UN MESE FA A BRUXELLES: INSIEME ALLE SANZIONI VANNO ESCLUSE DALLE CERIMONIE UFFICIALI I RAPPRESENTANTI DEI PAESI AGGRESSORI. - IL VIDEO DEL PRESIDENTE ALL'ALTARE DELLA PATRIA

 

 
Concetto Vecchio per "la Repubblica"
 

Concerto per gli Ambasciatori al Quirinale

Due sedie vuote. Ieri sera al Quirinale, al concerto del 2 giugno per le alte cariche e gli ambasciatori, non c'erano l'ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov, e il rappresentante bielorusso, Vladimir Vasilkov. Non sono stati invitati. È il frutto di una decisione presa a maggio a Bruxelles dai diplomatici europei.
 
Tra le varie sanzioni era stata raccomandata come misura anche quella di non coinvolgere - a seguito dell'invasione dell'Ucraina - le rappresentanze diplomatiche dei due paesi in occasione delle feste nazionali. Una decisione a cui il Quirinale si è prontamente attenuto per la Festa della Repubblica.
 

Mattarella al concerto per gli ambasciatori

È un'assenza che fa rumore. Razov è stato al centro delle polemiche in questi giorni, dopo le cene con il leader della Lega Matteo Salvini, che ha espresso l'intenzione di recarsi a Mosca. Un viaggio programmato ad insaputa di tanti, anche del Capo dello Stato.
 
Mattarella ha parlato prima del concerto. E ha ribadito la posizione dell'Italia, ricordando ancora una volta da che parte sta in questa guerra che definisce di «stampo ottocentesco». «Occorre ripristinare una rinnovata legalità internazionale» ha detto, condannando l'invasione di Mosca. «Oggi l'amara lezione dei conflitti del XX secolo sembra dimenticata: l'aggressione all'Ucraina da parte della Federazione Russa pone in discussione i fondamenti stessi della nostra società internazionale, a partire dalla coesistenza pacifica».
 

ambasciatore russo a roma razov

Mattarella è tornato poi su un aspetto che gli è caro. È giunta l'ora di trovare coraggio e lucidità per superare gli egoismi che frenano la compattezza della comunità internazionale. «Per porre fine - dice - alla insensatezza della guerra e promuovere le ragioni della pace». L'Europa insomma si muova con una voce sola. E l'Italia sta già facendo la sua parte.
 
Il conflitto sta generando morte e distruzioni. E richiama immediatamente alla responsabilità. «La Repubblica italiana è convintamente impegnata nella ricerca di vie di uscita dal conflitto che portino al ritiro delle truppe occupanti e alla ricostruzione dell'Ucraina».
 

Mattarella al concerto per gli ambasciatori 2

La via maestra resta quella del multilateralismo. Una strada indicata dalla Costituzione. «Dopo la guerra l'Italia scelse di non avere paesi nemici, lavorando intensamente per il consolidamento di una collettività internazionale consapevole dell'interdipendenza dei destini dei popoli, nel rispetto reciproco, per garantire universalmente pace, sviluppo, promozione dei diritti umani».
 

guerini mattarella

Il Presidente invita a superare le divisioni anche interne. «L'incancrenirsi delle contrapposizioni conduce soltanto ad accrescere i serbatoi dell'odio, a negare le ragioni della libertà, della democrazia, della giustizia internazionale dei popoli, valori incompatibili con chi promuove conflitti». Mattarella ricorda anche che «le conseguenze della guerra riguardano tutti. A cerchi concentrici le sofferenze si vanno allargando, colpendo altri popoli e nazioni». Si riferisce alla drammatica sicurezza alimentare di molti Paesi e al deteriorarsi delle relazioni commerciali tra le nazioni. La guerra insomma ci riguarda tutti, a mmonisce il Presidente, nella festa numero 76 della Repubblica. Mette a rischio persino gli obiettivi legati all'emergenza climatica. Un altro tema su cui il Quirinale insiste spesso. Per il resto niente ricevimento per il terzo anno consecutivo, causa Covid.
 
Oggi però torna la parata ai Fori imperiali. Nel pomeriggio saranno aperti i giardini, ma l'ingresso sarà a inviti: è stato deciso di invitare duemila cittadini, persone anziane o fragili, due categorie colpite dalla pandemia. 

RAZOV

Vladimir Vasilkov

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...