luca attanasio vittorio iacovacci

L’AMBASCIATORE LUCA ATTANASIO, UCCISO IN CONGO IN UN AGGUATO, CHIESE UNA SCORTA RAFFORZATA MA LA FARNESINA DISSE “NO” - LA LETTERA, DATATA 2018, RICHIEDEVA 4 CARABINIERI INVECE DEI 2 AL SUO SEGUITO - IL MINISTERO DEGLI ESTERI INVIO’ UN SUO ISPETTORE CHE DIEDE PARERE CONTRARIO - PRIMA DEL SUO ARRIVO, L'AMBASCIATORE ITALIANO A KINSHASA, AVEVA UNA SCORTA DI QUATTRO PERSONE - COME MAI FU POI RIDOTTA? SU QUALI ELEMENTI FU RESPINTA LA RICHIESTA DI ATTANASIO?

Grazia Longo per “la Stampa”

 

ROCCO LEONE (SECONDO A SINISTRA) - FRANCO BORDIGNON - LUCA ATTANASIO - VITTORIO IACOVACCI

L' ambasciatore Luca Attanasio si era reso conto di operare in una zona molto pericolosa e per questo, raccontano adesso, aveva chiesto aiuto alla Farnesina per ottenere una scorta rafforzata, ma il suo allarme è rimasto inascoltato.

 

Il diplomatico - caduto in Congo lunedì scorso in un agguato dai risvolti ancora poco chiari, insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e all' autista Mustafa Milambo - è arrivato a Kinshasa nel 2017. Un anno dopo, nel 2018, ha inviato una lettera alla Farnesina, a Roma, per richiedere formalmente che la scorta di due carabinieri di cui disponeva venisse raddoppiata. Evidentemente, nel corso delle missioni che aveva compiuto nell' arco di dodici mesi aveva avvertito che sarebbe stato più prudente e sicuro operare con una difesa personale più consistente.

SELFIE DI LUCA ATTANASIO E LA MOGLIE

 

Il ministero degli Esteri, in seguito alla sollecitazione ricevuta, ha inviato, come da prassi, un suo ispettore a verificare la situazione. Ma la visita e la verifica sul posto non hanno purtroppo portato ad un esito positivo. Tant' è che Attanasio ha continuato ad essere protetto solo da due militari.

 

A rafforzare la sua richiesta, in verità, c'era anche il fatto che prima del suo arrivo, l'ambasciatore italiano a Kinshasa, capitale della Repubblica democratica del Congo, aveva una scorta di quattro persone. Come mai furono poi ridotte a due? E sulla base di quali elementi non è stato espresso parere favorevole alla domanda di Luca Attanasio?

LUCA ATTANASIO

La Farnesina, contattata in serata da La Stampa, non ha dato risposte in merito alla vicenda.

 

Ma non sono queste le uniche questioni sul tappeto. Molti, troppi dubbi restano ancora da chiarire. A partire dal ruolo dell' Onu e del Pam (Programma alimentare mondiale) nella missione Monusco, quella che aveva organizzato il viaggio dell' ambasciatore Attanasio. Lunedì scorso il nostro diplomatico si era fidato del Pam ed era volato da Kinshasha a Goma, territorio sotto la giurisdizione delle Nazioni Unite, convinto di trovare un dispositivo adeguato. Ma così non è stato, perché la strada che era stata definita sicura si è rivelata mortale. E infatti il ministro degli esteri Luigi Di Maio ha chiesto tanto all' Onu quanto al Pam chiarimenti urgenti a riguardo.

 

Sappiamo - soprattutto dalla testimonianza di Rocco Leone, vice direttore del Programma alimentare mondiale in Congo scampato all' attacco - che i sequestratori erano sei, «cinque armati di kalashnikov Ak47 e uno di machete».

luca attanasio con la moglie e le figlie

 

Hanno ucciso subito l' autista Mustafa e poi hanno costretto i passeggeri a scendere e a seguirli nel fitto della foresta ai lati della strada. Rocco Leone sarà sentito in Italia dai pm Sergio Colaiocco e Alberto Pioletti. Sul luogo dell' agguato sono poi intervenuti i ranger, che hanno il compito di presidiare il parco del Virunga, il paradiso dei gorilla. Ma chi ha sparato per primo? Chi ha colpito a morte l' ambasciatore e il carabiniere?

 

Dall' esame autoptico è emerso che non sono stati vittime di un' esecuzione, ma sono stati uccisi durante un conflitto a fuoco. Nel collo del carabiniere è stato trovato un proiettile di Kalashnikov Ak47, ma quest' arma è utilizzata sia dai guerriglieri sia dai rangers. È acclarato che il carabiniere non ha sparato alcun colpo, presumibilmente non ha avuto il tempo di reagire al blitz messo in atto dal commando. La sua pistola d' ordinanza, da cui non risulta essere partito alcun proiettile, si trovava nel fuoristrada.

 

luca attanasio ambasciatore ucciso

Agli atti della procura di Roma, che ha delegato per le indagini i carabinieri del Ros, si trova anche un tablet, sempre rinvenuto a bordo della jeep degli italiani, che potrebbe fornire elementi preziosi alle indagini soprattutto per quanto riguarda il piano di viaggio dell' ambasciatore e l' organizzazione degli spostamenti. L' obiettivo di chi indaga è capire quante persone fossero a conoscenza della missione del nostro diplomatico ed eventualmente raccogliere elementi sul perché non fosse stata prevista una scorta armata.

luca attanasio con la moglieattanasio e la moglie

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