vladimir putin grano

L’ARMA DI RICATTO DI PUTIN NON E’ IL GAS, E’ IL GRANO! - QUIRICO: “I DUE TERZI DEL MONDO SONO ALLA RICERCA DISPERATA DI GRANO PER SFAMARSI: ORA È MENO DISPONIBILE SUL MERCATO E IL PREZZO È QUASI RADDOPPIATO - RUSSIA E UCRAINA SONO I MAGGIORI ESPORTATORI DI QUEI 250 MILIONI DI TONNELLATE DI GRANO CHE PERMETTONO DI ALIMENTARE IL MONDO PIÙ POVERO - LE CONSEGUENZE LE HA SINTETIZZATE L'ONU: C'È IL RISCHIO CHE CROLLI IL SISTEMA ALIMENTARE MONDIALE, UN QUINTO DELLA UMANITÀ, UN MILIARDO E SETTECENTO MILIONI DI PERSONE, RISCHIANO LA POVERTÀ, LA DENUTRIZIONE E LA FAME. LA CARESTIA PUÒ CAMBIARE LA GEOGRAFIA POLITICA DEL MONDO, SCATENARE UN ONDATA DI DISORDINE E DI RIBELLIONI…”

Domenico Quirico per “la Stampa”

 

DOMENICO QUIRICO

Accade sempre così. La cosiddetta situazione mondiale è materia infiammabile, non è possibile rinchiuderla in casseforti ignifughe.

 

Da qualche parte lontano, in Ucraina, c'è la guerra ma negli altri luoghi del mondo è invisibile, impercettibile nelle strade animate, i marciapiedi lì sono pacifici e grigi, e nel cielo si libra su tutto la normalità quotidiana come un dirigibile silenzioso. Da qualche parte, lontano, in Europa c'è la guerra ma altrove per fortuna non sanguina, è come se fossimo alla fine dell'universo.

 

grano

Invece anche lì non c'è più la pace. La guerra si è allargata in cerchi sempre più vasti, senza chiasso, ogni giorno cambia volto e nome. Tutto comincia a dissolversi, a decomporsi, a diventare amorfo come dicono i chimici. È sempre lei la guerra.

 

Ma mentre in Ucraina è battaglia con bombe e fucili, là si chiama carestia, fame. Nel nostro Occidente il problema principale, ossessivo è il prezzo del gas e della benzina e già ci pare uno sfregio intollerabile e subdolo che la guerra del Donbass ci impone. nell'immenso mondo dei poveri, dei "senzatutto" l'onda sismica fa oscillare invece il prezzo del pane che non a caso in molti luoghi, come in Egitto, si chiama proprio così, semplicemente: «vita».

 

dopo la guerra crisi del grano ucraino 5

Dovremmo sempre provare a scendere un poco più in basso perché con la guerra c'è chi se la cava meglio e chi se la cava peggio. E prendere atto della spaccatura che l'aggressione di Putin ha già inferto. Di qua noi con i dibattiti sull'orario in cui sarà lecito ed eroico tener acceso il salvifico condizionatore. Di là i due terzi del mondo, quello che non conta, che è invece alla ricerca disperata di grano per sfamarsi.

 

UCRAINA - LA PRODUZIONE DI GRANO

Perché per la guerra è meno disponibile sul mercato ed è quasi raddoppiato nel prezzo a tonnellata da risultare al di sopra dei loro mezzi. Russia e Ucraina sono i maggiori esportatori di quei 250 milioni di tonnellate di grano che permettono di alimentare il mondo soprattutto quello più povero che non ne produce abbastanza. Ora sei milioni di tonnellate ucraine sono bloccate nei porti di Odessa, Mariupol e Nykolaiv, diventati teatro di dure battaglie e soffocate dal blocco navale russo nel Mar Nero.

 

grano.

La Russia che è il primo esportatore mondiale davanti agli Stati uniti è assediata dalle sanzioni che la escludono tra l'altro dai mercati finanziari e rendono difficili i pagamenti. In più Mosca ha già annunciato che ridurrà le forniture proprio ai suoi clienti più vicini e fedeli dal punto vista politico, che non hanno aderito alla linea dura occidentale, Bielorussia Armenia Kazakhstan e Kirghizstan. I mercati si sa vivono di euforie e paure: i prezzi sono subito balzati alle stelle.

GRANO

 

Si teme che la Russia in questo modo annunci la volontà di riempire i suoi stock strategici in vista di una guerra lunga e di una lunga resistenza all'assedio occidentale.

Siamo davvero troppo ossessionati dal gas come se fosse l'arma risolutiva da cui dipende la vittoria su Putin. E se invece fosse l'umile, antichissimo grano lo strumento del ricatto riuscito con cui lo zar prende alla gola il mondo?

dopo la guerra crisi del grano ucraino 4

 

È un caso che nel 2014 con l'occupazione della Crimea e le prime sanzioni occidentali Mosca annunziò "il riarmo agricolo" a cui come al solito noi sacerdoti della allegra globalizzazione trionfante non abbiamo prestato attenzione. Aumentò cioè la produzione cerealicola per ridurre la dipendenza alimentare da Europa e Stati Uniti e si lanciò con successo all'assalto di mercati in cui fino ad allora era poco presente come l'Algeria per accrescerne la dipendenza.

 

grano 1

L'Ucraina, che è il vero granaio d'Europa e i cui clienti maggiori sono in Medio Oriente e nel Magrheb, ha il grano che marcisce nei silos assediati dal blocco dei porti. Nella parte del Paese non toccata direttamente dalla guerra, le semine sono state fatte regolarmente, ma ad Est e a Sud i campi sono ridotti a terreni di battaglia, minati, arati impietosamente dai carri armati. I russi razziano trattori e macchine agricole, e bisognerebbe contarli come perdite più gravi di tank e cannoni.

 

Manca ormai il carburante per farli muovere con i depositi annientati dai bombardamenti. Il raccolto sarà molto inferiore al solito. Le conseguenze le ha sintetizzate l'Onu: c'è il rischio che crolli il sistema alimentare mondiale, un quinto della umanità, un miliardo e settecento milioni di persone, rischiano la povertà, la denutrizione e la fame.

dopo la guerra crisi del grano ucraino 3

 

Ecco la geografia della più ancestrale paura dell'uomo: 55 Paesi africani e del Terzo Mondo sono minacciati, diciotto di loro dipendono per più del cinquanta per cento dalla Russia o dall'Ucraina per le importazioni di grano, Eritrea Somalia Mauritania e Tanzania per il cento per cento. Nell'Africa subsahariana il trenta per cento del grano consumato è acquistato nei due Paesi in guerra. La sopravvivenza sarà legata agli aiuti internazionali.

 

dopo la guerra crisi del grano ucraino 1

Riflettiamo politicamente su questa geografia della disperazione aggravata dalla guerra. Nel 2011 la miccia delle rivoluzioni arabe fu una catena di furibonde rivolte del pane. Un brusco aumento dei prezzi della farina allora causato dal crollo dell'offerta dovuto alla siccità in Russia, Australia e Argentina, scatenò la rabbia contro regimi tirannici e corrotti e divenne rivoluzione. Oggi l'Egitto di Al Sissi, primo importatore al mondo di grano, e che il governo vende a prezzi calmierati per evitare un'altra piazza Tarhir, ha riserve di farina per i suoi 100 milioni di abitanti solo fino all'estate.

 

grano trebbiato

I prezzi troppo alti bloccano la creazione di nuove riserve necessarie a calmare un fronte interno che non vive certo un periodo di baldoria e di abbondanza. Il Libano già atterrato da una crisi economica biblica dipende per il 50 per cento dalle forniture russe e ucraine. In Siria dove il novanta per cento della popolazione vive sotto la soglia della povertà una ondata di siccità ha aggravato la situazione alimentare.

 

Bashar alleato di Mosca, il vincitore rischia di essere travolto da una rivolta della fame. La carestia può cambiare la geografia politica del mondo, scatenare un ondata di disordine e di ribellioni. Le folle si muovono solo con sentimenti elementari, invocazioni brutali: vogliamo il pane è una di queste. Sarebbe la vittoria di Putin ottenuta non con il gas o il petrolio ma con il grano.

Ultimi Dagoreport

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...