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LA RUSSIA PRENDE LA RINCORSA – L’EPIDEMIA SI STA DIFFONDENDO NEL PAESE E PUTIN È COSTRETTO AD ARRENDERSI DI FRONTE AGLI OLTRE 18MILA CONTAGI: “SFORTUNATAMENTE LA SITUAZIONE STA CAMBIANDO IN PEGGIO” – A FINE MARZO IL PORTAVOCE DEL CREMLINO SI VANTAVA DELLE MISURE ADOTTATE DALLO ZAR SOSTENENDO DI AVER CONTENUTO IL CONTAGIO, MA ADESSO È LA RUSSIA A FAR PAURA ALLA CINA PER… - VIDEO

 

Giuseppe Agliastro per “la Stampa”

 

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L'epidemia di Covid-19 si sta diffondendo anche in Russia costringendo Putin a mettere le mani avanti e a sottolineare che «sfortunatamente» la situazione «sta cambiando in peggio» e bisogna essere pronti a «tutti gli scenari, anche i più difficili e straordinari».

Ieri le autorità sanitarie russe hanno annunciato che nelle ultime 24 ore sono stati accertati 2.558 nuovi casi: una cifra mai raggiunta prima, che fa salire a 18.328 il totale dei contagiati, mentre i morti sono finora 148.

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I numeri dell' epidemia in Russia sono molto più bassi di quelli che si registrano in Europa o negli Usa. Ma sono in aumento e il picco non è ancora stato raggiunto. Putin è consapevole della situazione. Lo era già tre settimane fa.

 

«Quello che oggi sta avvenendo in molti Paesi occidentali può diventare il nostro prossimo futuro», aveva detto allora. Eppure in quei giorni di fine marzo il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, sosteneva ancora che in Russia non si potesse parlare di una vera e propria epidemia e che il merito fosse tutto delle misure di prevenzione adottate dal governo.

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Ora il contesto appare molto diverso e ieri Vladimir Putin non ha escluso la possibilità di ricorrere a medici e attrezzature sanitarie delle forze armate per vincere la battaglia contro il nuovo virus. La Russia ha già inviato specialisti e apparecchiature del ministero della Difesa in alcuni Paesi stranieri, tra cui Italia, Cina e Stati Uniti: aiuti che secondo alcuni esperti hanno anche obiettivi geopolitici, come quello di dimostrare la fine dell' isolamento internazionale di Mosca.

 

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Presto queste risorse potrebbero essere usate anche in Russia, dove, per cercare di frenare l' epidemia, le attività produttive "non essenziali" sono state congelate almeno fino a fine mese e - come ormai avviene in tantissimi posti nel mondo - molte regioni e città permettono agli abitanti di uscire di casa solo per andare a lavorare, fare la spesa, buttare l' immondizia, passeggiare con il cane o per motivi di necessità.

 

vladimir putin

Una stretta ritenuta indispensabile, soprattutto nella città più colpita della Russia, Mosca, dove da domani per viaggiare in auto o sui mezzi pubblici sarà necessario un permesso elettronico speciale.

 

Cina preoccupata L' aumento del contagio in Russia potrebbe ora preoccupare pure la Cina, che per evitare una seconda ondata di infezioni ha rafforzato i controlli al confine, già quasi sigillato. Liu Haitao, un funzionario del Dipartimento Immigrazione, sottolinea però che la frontiera cinese «è lunga e oltre ai punti di passaggio e attraversamento ci sono un gran numero di passi di montagna, sentieri, traghetti e piccole strade, e la situazione è molto complessa».

 

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La Cina ha quasi bloccato il contagio all' interno del suo territorio, ma domenica ha annunciato 108 nuovi casi, il numero massimo giornaliero finora registrato dallo scorso 5 marzo. Ben 98 di queste persone risultate positive erano entrate in Cina dall' estero, e quasi la metà sono cittadini cinesi tornati in patria dall' estremo oriente russo attraversando la frontiera nella provincia di Heilongjiang.

 

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Si tratta di numeri piuttosto esigui per un Paese di 1,4 miliardi di abitanti, ma per ridurre il rischio di nuovi contagi le città di Suifenhe e Harbin impongono 28 giorni di isolamento e sottopongono al tampone coloro che arrivano dall' estero.

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