incendio ponte di ferro roma ostiense

SE SO' CUCINATI PURE IL PONTE - L'INCENDIO CHE HA DISTRUTTO IL PONTE DI FERRO E' PARTITO DA UN BRACIERE UTILIZZATO DAI SENZATETTO ACCAMPATI SUL TEVERE - IN POCHI ISTANTI SI E' PROPAGATO ALLE STRUTTURE VICINE, COMPRESE LE CANALINE CHE CONTENEVANO CAVI ELETTRICI, FIBRE OTTICHE E TUBATURE DEL GAS - DUE FOTOGRAFIE E UN VIDEO MOSTRANO PRIMA UN BAGLIORE, POI FIAMME SEMPRE PIU' VIOLENTE ALZARSI DALL'INSEDIAMENTO ABUSIVO, UNO DEI TANTI CHE SI SONO CREATI SULLE SPONDE DEL FIUME...

 

Rinaldo Frignani per il "Corriere della Sera"

 

Pentole usate dai clochard

Un video e due foto. Immagini dalle quali si evince che l'incendio è divampato alla base del Ponte di Ferro. E si è propagato in pochi istanti alle strutture vicine, comprese le canaline che contenevano cavi elettrici, fibre ottiche e tubature del gas. Una galleria di servizio lunga quasi 150 metri, avvolta da guaine in gomma e bitume, che ha fatto da combustibile per alimentare il rogo di sabato notte.

 

Ma alla base dell'incendio che ha devastato uno dei ponti ai quali i romani sono più affezionati c'è stato un episodio accidentale. Niente dolo, quindi, ma un braciere utilizzato dai senzatetto accampati sotto il ponte per illuminare quell'anfratto dove dormivano in sette-otto e per cucinare.

 

I resti della baraccopoli e del ponte crollato

È questa la convinzione del procuratore aggiunto Giovanni Conzo che ieri mattina ha riunito i vertici provinciali di carabinieri e Vigili del fuoco per fare il punto delle indagini, proprio nel giorno in cui è stato aperto un fascicolo per incendio colposo e delitti contro la pubblica incolumità. Contro ignoti, almeno per ora, perché i clochard in questione non sono stati ancora rintracciati.

 

Nell'informativa presentata dai carabinieri del Reparto operativo e del Nucleo investigativo di via in Selci, accompagnata dalla relazione tecnica dei pompieri, ci sono due fotografie scattate da chi indaga quando l'incendio non era stato ancora spento: si vede una sorta di braciere, appunto, forse un fornelletto artigianale, con una fiamma viva e vicino alcune pentole annerite dal fuoco, fra di esse anche una a pressione. Ci sono pure tizzoni, legno che arde, forse preso dalle sponde del Tevere, in quel tratto di fiume, soprattutto dal lato di viale Marconi, poi ridotte a una distesa carbonizzata.

 

incendio ponte di ferro a roma ostiense 14

Insomma, poco prima delle 23 di sabato qualcuno ha acceso quel fuoco che potrebbe poi essergli sfuggito di mano proprio a ridosso dell'inizio della canalina di servizio che in quel punto si infilava nel terreno mentre dalla parte opposta saliva sotto la passerella pedonale schiantata al suolo dopo essere stata deformata dal calore sprigionato dall'incendio.

 

Dal video fornito dai sommozzatori dei Vigili del fuoco, che hanno il loro storico presidio in via del Porto Fluviale, proprio sulla sponda opposta, quella dal lato del quartiere Ostiense, e registrato dalle telecamere di sicurezza puntate sul fiume (dove i pompieri hanno gommoni e barconi per il soccorso) si percepisce prima un bagliore sempre sotto il Ponte di Ferro, quindi si vedono fiamme sempre più violente alzarsi dall'insediamento abusivo che è stato distrutto dal rogo.

 

incendio ponte di ferro a roma ostiense 6

La conferma che tutto è cominciato da quella parte, un luogo dove già in passato ci sono state bonifiche delle sponde, con la rimozione di baracche e giacigli di fortuna. Ma nulla è cambiato, tutto è tornato come prima. Degrado allo stato puro, aggravato - come ha denunciato l'Ama - da discariche formate non soltanto dai rifiuti prodotti dalle persone accampate ma anche dagli esercizi commerciali della zona, con i titolari che gettano cartoni e altro oltre il parapetto del lungotevere senza rispettare la raccolta differenziata ma nemmeno le più elementari regole della civile convivenza.

 

incendio ponte di ferro a roma ostiense 19

Uno scenario che d'altra parte per i romani non è purtroppo una novità, visto che sono centinaia gli insediamenti clandestini che si sono formati negli ultimi mesi lungo il corso del Tevere, spesso in zone inaccessibili per i veicoli delle forze dell'ordine, come nelle anse «morte», verso Acilia e Ostia, raggiungibili soltanto via fiume. Ecco perché non si esclude che già nelle prossime settimane l'argomento sarà affrontato in un Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, per mettere a punto un piano d'intervento complessivo, con i vertici delle forze dell'ordine, per riqualificare intere aree ormai abbandonate.

 

incendio ponte di ferro a roma ostiense 18

Intanto però già si pensa al futuro del Ponte di Ferro, ora completamente transennato per impedire l'accesso ai tanti curiosi che continuano ad affollare il lungotevere per scattarsi selfie con la struttura annerita dalle fiamme: nei prossimi giorni saranno effettuati sopralluoghi per iniziare a pensare a un restauro, dopo l'ok dei Vigili del fuoco che hanno dichiarato il ponte inagibile ma recuperabile. Ma ci vorranno mesi. I romani sperano non anni.

il ponte di ferro dopo l'incendio 2ponte di ferro a roma ostiense dopo l'incendio 6ponte di ferro a roma ostiense dopo l'incendio 5ponte di ferro a roma ostiense dopo l'incendio 4ponte di ferro a roma ostiense dopo l'incendio 1incendio ponte di ferro a roma ostiense 1incendio ponte di ferro a roma ostiense 16incendio ponte di ferro a roma ostiense 17ponte dell'industria roma ostienseil ponte di ferro dopo l'incendio 3

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…