SENEX NO SEX - I DOLORI DELL’EROS SENILE NELLE ELEGIE DI MASSIMIANO, POETA TARDO-ANTICO, CHE DESCRIVE CON LUCIDITÀ IL DECLINO FISICO CHE PORTA VIA CON SÉ IL PIACERE, COSTRINGENDO L’UOMO A DESIDERARE SENZA POTER CONSUMARE – IL "SENEX", L'ANZIANO, CONOSCE SOLO IL RIFIUTO E IL FALLIMENTO EROTICO, DELL'AUGELLO PENDULO. ALMENO FINO ALL'ARRIVO DEL VIAGRA...

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Silvia Stucchi per “Libero quotidiano”

 

eros senile 4 eros senile 4

Negli scorsi giorni (Libero 6/11/20202) Vittorio Feltri trattava il tema, spesso censurato, dell' amore senile. In proposito consigliamo la lettura di Massimiano, poeta tardo-antico, vissuto fra V e VI secolo, di una generazione più giovane di Boezio, e autore di sei Elegie, edite e tradotte da Emanuele Riccardo D' Amanti (Fondazione Lorenzo Valla, Mondadori, 414 pp., euro 49).

 

Le Elegie sviluppano con accenti tragici il tema dell' amore senile: nella prima, di cospicua ampiezza, l' anziano poeta supplica la vecchiaia di non ritardare la morte. Il componimento è giocato sul contrasto fra passato e presente, fra la gioventù (quando Massimiano, bello e vigoroso, eccelleva nella poesia, nell' atletica, nell' oratoria e nella poesia, ma era disinteressato all' eros), e la vecchiaia: in questa età il poeta rovescia completamente la prospettiva di Cicerone, che nel Cato Maior esaltava la vecchiaia quale età positiva, attiva, non priva di piaceri, degna di onore e rispetto.

elegie massimiano elegie massimiano

 

Non così in Massimiano, che descrive la menomazione progressiva dei sensi nel senex, e, ancor peggio, quella della mente: il vecchio è un malato terminale, costretto a vivere in un ambiente oscuro simile all' Oltretomba, un morto ancora in vita, insomma. Il modello per tale analogia è Ovidio, relegato da Augusto a Tomi, sul Mar Nero, che, nelle opere scritte da quella remota località lamentava il suo infelice isolamento, ricorrendo alla metafora del morto per chiarire che quella che era costretto a vivere era una non-vita.

 

Insieme, il personaggio del senex risente della caratterizzazione di celebri figure tragiche, prima di tutte l' Edipo protagonista dell' Edipo a Colono, con cui condivide la constatazione sofferta del radicale cambiamento di status, il desiderio di morte e il lamento contro un potere tirannico che tiene in vita gli infelici.

 

i danni del tempo La seconda elegia, più breve, ne prosegue i temi della prima, narrando il rifiuto da parte di Licoride, donna con cui il poeta ha avuto una lunga relazione, ma che ora gli preferisce amanti più giovani e che dileggia l' anziano innamorato. Se nella tradizione letteraria precedente troviamo ritratti grotteschi di vecchie, con una dettagliata analisi dei danni loro arrecati dal tempo (pensiamo alla Canidia di Orazio o a certe vecchie mogli della commedia plautina), qui il poeta rovescia il tópos e presenta la decadenza e il dileggio che toccano all' uomo anziano.

 

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La terza elegia rievoca un episodio dal triste epilogo, cioè il primo amore di Massimiano per Aquilina, sentimento contrastato perché i giovani sono di classi sociali diverse. Scoperta la relazione della figlia, la madre la picchia; interviene allora Boezio, che ammansisce con doni i genitori di Aquilina. Ma quando tutti gli ostacoli sono rimossi, Massimiano perde ogni ardore e congeda la ragazza ancora inviolata. Un episodio di amore in età matura è narrato nella quarta elegia: Massimiano si infatua di Candida, una donna di spettacolo, e, in preda alla passione, crede di vederla, sentirla, persino di toccarla.

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Ma la tragedia arriva con la quinta elegia, che rievoca un fallimento erotico in età senile: Massimiano è sedotto da una Graia puella, una splendida cortigiana. In un primo incontro la ragazza si mostra però infastidita dall' abbraccio del vecchio, che si raggela ed è vittima di impotenza. Un secondo rendez-vous ha esito positivo, ma nel terzo si verifica ancora una défaillance: allora la giovane, inutilmente prodigatasi per rianimare le stanche forze del partner, intona un elogio funebre alla mentula, spiegando che il suo è il pianto per una catastrofe universale, visto che la mentula crea ogni vita, garantisce coesione alla coppia e nessuno, né potenti né saggi, può resistere all' eros.

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Chiude il corpus una brevissima elegia che richiama la prima, con cui condivide il leitmotiv del vecchio come morto vivente e il tono funebre. Le elegie massimianee sono il bilancio dell' importanza dell' eros nella vita del poeta, contrassegnata in gioventù da inibizioni e pudore, in vecchiaia da rifiuti e impotenza. Questi testi, a torto attribuiti nel XVI secolo a Cornelio Gallo, attestano la fusione fra matrice letteraria pagana e cristiana: ciò rispecchia la formazione d' un aristocratico educato fra V e VI secolo, epoca affascinante, di fine di un mondo e apertura verso nuovi orizzonti politici, culturali, letterari.

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