SERVIZI SEGRETI, SI CAMBIA – CON IL SILURAMENTO DI VECCHIONE E L’ARRIVO DI BELLONI SI DÀ GIÀ IN USCITA UN GRUPPO DI 007 LEGATI AL VECCHIO ASSETTO: SEMPRE PIÙ TRABALLANTE LA POLTRONA DI MARCO MANCINI, INCARICATO DI VIGILANZA SULL'USO DEI FONDI RISERVATI, DOPO L’IRRITUALE INCONTRO CON RENZI - IN USCITA, ANCHE IL VICEDIRETTORE ROBERTO BALDONI, ESPERTO DI CYBER-SECURITY: DOPO LO STOP ALL’OPERAZIONE DI CONTE PER…

-

Condividi questo articolo


Francesco Grignetti per “La Stampa”

 

ELISABETTA BELLONI ELISABETTA BELLONI

Con l'uscita di scena del direttore Gennaro Vecchione, e l'arrivo domani di Elisabetta Belloni, si apre una nuova stagione al vertice dei servizi segreti. Che il clima non sia dei migliori al Dipartimento informazioni e sicurezza, lo sussurrano in tanti. Prova plateale è stato il commiato del direttore uscente, che due giorni fa non ha fatto mancare qualche veleno su Marco Mancini, lo 007 protagonista dell'affaire dell'autogrill. C'è da capirlo: Vecchione è stato tra i più accesi sostenitori del dirigente Mancini, spendendosi per portarlo alla vicedirezione dell'Aisi. La cosa nel gennaio scorso però non s' è concretizzata. E da quel momento è calato il gelo tra i due e i rispettivi fan.

giuseppe conte gennaro vecchione giuseppe conte gennaro vecchione

 

Vecchione ritiene a questo punto che sia stato proprio Mancini la sua buccia di banana. Il primo problema di Elisabetta Belloni sarà di riprendere le redini di un Servizio dove la guerra per cordate non ha mai portato nulla di buono.

 

Così si danno già in uscita un gruppo di 007 che sono stati portati al Dis da Vecchione, considerati, a torto o a ragione, troppo legati al vecchio assetto. È sempre più pencolante, poi, la poltrona di Mancini, incaricato di vigilanza sull'uso dei fondi riservati, a carico del quale il Copasir (dove non si è ancora risolta la frattura per la presidenza, negata all'unico partito di opposizione, Fratelli d'Italia) ha chiesto al Dis un'indagine. Si vedrà quali saranno le conclusioni sull'incontro irrituale tra Mancini e Matteo Renzi. Così come, grazie a «Report», sono emersi anche incontri tra Mancini e Matteo Salvini.

MATTEO RENZI E MARCO MANCINI MATTEO RENZI E MARCO MANCINI

 

Infine il nodo della cyber-security. Era stato uno dei motivi di scontro alla fine del 2020: da una parte Giuseppe Conte che voleva fortissimamente una Fondazione con cospicui fondi per sviluppare tecnologie e operazioni contro gli hacker; dall'altra tutti gli altri, che temevano la creazione di una sorta di agenzia non codificata, non sottoposta al controllo del Parlamento, alle strette dipendenze del direttore Vecchione, e in grado di perforare qualsiasi privacy digitale. La primissima decisione di Franco Gabrielli, l'ex Capo della polizia che Mario Draghi ha voluto come sottosegretario delegato all'intelligence, è stata il taglio netto.

Roberto Baldoni Roberto Baldoni

 

L'intera materia è uscita dal perimetro degli 007 e diventerà qualcosa di diverso. Forse un Dipartimento a sé, che vedrà l'apporto di tanti uffici specializzati nei diversi ministeri: la Difesa, l'Interno, lo Sviluppo economico, e anche i servizi segreti. Visto però il brusco cambio di rotta, si dà in uscita, magari non subito, anche il vicedirettore Roberto Baldoni, uno dei massimi esperti italiani di cyber-security, finora Zar unico in campo, che probabilmente sentirà un po' stretto il ruolo che resta al Dis.

elisabetta belloni elisabetta belloni MATTEO RENZI E MARCO MANCINI MATTEO RENZI E MARCO MANCINI roberto baldoni, alessandro picardi, giuseppe cornetto bourlot roberto baldoni, alessandro picardi, giuseppe cornetto bourlot conte vecchione conte vecchione elisabetta belloni 3 elisabetta belloni 3 elisabetta belloni 1 elisabetta belloni 1 marco mancini marco mancini marco mancini marco mancini elisabetta belloni foto di bacco (3) elisabetta belloni foto di bacco (3) marco mancini e matteo renzi marco mancini e matteo renzi marco mancini marco mancini giuliana sgrena e marco mancini giuliana sgrena e marco mancini elisabeetta belloni 2 elisabeetta belloni 2

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

CRACK, ALLA FINE TUTTO CROLLERÀ (GIORGIA COMPRESA) - “MONTE DI PIETÀ”, LABIRINTICA E IMPIETOSA MOSTRA DELLO SVIZZERO CHRISTOPH BUCHEL ALLA FONDAZIONE PRADA DI VENEZIA, È UN PRECIPIZIO NELL’ABISSO DEL DENARO. LÀ DOVE COLLASSA LA NOSTRA PATOLOGICA COMPULSIONE DI ACCUMULARE TUTTO E DI PIÙ, TRA CELEBRITÀ DIVORATE DALLA POLVERE DELL OBLIO E STILISTI RIDOTTI A BARZELLETTA, LÀ, IN UN MONDO-PALUDE CHE HA SUCCHIATO TUTTO, TIZIANO E CANALETTO, “MERDA D’ARTISTA” DI MANZONI E LE TELE-VENDITE DI WANNA MARCHI, CARRI ARMATI E BORSETTE TAROCCATE PRADA, L’IMMAGINE CHIAMATA AD ACCOMPAGNARCI ALL’ULTIMA MINZIONE DELL’UMANITÀ, APPOGGIATA DAVANTI AL BAGNO, SOPRA UNA SCATOLA PRONTA PER ESSERE SPEDITA VIA, È LEI, GIORGIA DEI MIRACOLI CHE SORRIDE INCORNICIATA…

DAGOREPORT - FEDEZ E FABIO MARIA DAMATO OUT: MISSIONE COMPIUTA PER MARINA DI GUARDO! LA MAMMA DI CHIARA FERRAGNI IN QUESTI MESI HA RIPETUTO A CHIUNQUE CHE IL PANDORO-GATE E LE SUE CONSEGUENZE ERANO TUTTA COLPA DI FABIO MARIA DAMATO E DI FEDEZ. LA SIGNORA AGGIUNGEVA SOVENTE, CON IMBARAZZO DEGLI ASTANTI, CHE CHIARA AVREBBE DOVUTO SUBITO DIVORZIARE. E COSÌ SARÀ – D’ALTRONDE, CHIARA HA DATO DA VIVERE A TUTTA LA FAMIGLIA MATRIARCALE: DALL’IMPROVVISATA SCRITTRICE MARINA ALLE SORELLE INFLUENCER DI SECONDA FASCIA. DI COSA VIVREBBERO SE LA STELLA DI FAMIGLIA SMETTESSE DI BRILLARE?