claudia motta erika mattina

SUI SOCIAL C'E' SEMPRE UNA RAGIONE PER ODIARE – NON CI SI PUÒ CANDIDARE NEMMENO A UN CONCORSO DI BELLEZZA SENZA FINIRE NEL MIRINO DEI LEONI DA TASTIERA - DOPO ERIKA MATTINA, FINALISTA AL CONCORSO DI MISS MONDO INSULTATA PERCHÉ LESBICA, UN’ALTRA MISS FINISCE NEL TRITACARNE: CLAUDIA MOTTA, 21 ANNI, FISICO STATUARIO E "COLPEVOLE" DI SEGUIRE I POLITICI DI DESTRA E AVER SCELTO DI POSTARE SU INSTAGRAM IL MOTTO “MEMENTO AUDERE SEMPER” – LO SCONFORTO DI ERIKA: “HO FATTO UNA SETTANTINA DI DENUNCE, MA…”

1 - UNA DI DESTRA, L'ALTRA LESBICA MISS BERSAGLIO DEGLI ODIATORI

Daniela Mastromattei per "Libero quotidiano"

 

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Non ci si può nemmeno candidare in pace a Miss Mondo. Il giudizio lapidario (non richiesto) di chi sosta giorno e notte sui social è arrivato prima di quello della giuria del concorso. A dimostrare che non basta più la bellezza, una pioggia di battute sarcastiche dai toni aggressivi ha travolto nelle ultime ore due aspiranti Miss. Motivo? Non si accetta che tra le finaliste ci sia una (presunta) simpatizzante di Matteo Salvini e una candidata che a un fidanzato preferisce una fidanzata.

 

I frequentatori di Facebook e dintorni sanno essere assai spietati. A 'sto giro si sono scagliati prima contro Claudia Motta, 21 anni. Lei è al terzo anno di Giurisprudenza a Roma e sogna di diventare magistrato. Un'aspirante paladina della legge che, per il suo fisico statuario, i capelli biondo oro e il nasino alla francese, ha sconfitto le altre 20 concorrenti e ora può volare, insieme ad altre nove, alla finale nazionale di Gallipoli, in Puglia il 26 settembre, a rappresentare il Lazio.

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La giovane, originaria di Velletri, è già nota al grande pubblico della televisione per avere fatto l'"angelo custode" di Piero Chiambretti in Tiki Taka. E fin qui tutto bene. Ma secondo i professorini del web, Claudia avrebbe commesso un errore, scegliendo di mettere sul suo profilo Instagram il motto Memento Audere Semper/1922, ("ricorda di osare sempre"), locuzione in latino coniata dallo scrittore e poeta Gabriele D'Annunzio e dunque considerata "di destra", citata anche in alcune occasioni da Matteo Salvini, per rendere omaggio al Motoscafo armato silurante, acronimo Mas, un'imbarcazione bellica usata sul finire della Prima Guerra Mondiale.

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Lo stesso D'Annunzio partecipò alla prima battaglia in cui fu utilizzato il Mas, quella che divenne nota come la Beffa di Buccari. Viene contestata Claudia anche per i suoi riferimenti politici su Facebook; si nota per esempio che segue Giorgio Greci, capogruppo della Lega-Salvini premier di Velletri, e Luigi Grossi, portavoce di Fratelli di Italia nel Comune di Pico. E allora? Niente: giù raffiche di insulti. Come quelli arrivati anche alla piemontese Erika Mattina, "colpevole" di amare una donna. E di averlo dichiarato pubblicamente.

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Adesso ha passato le varie selezioni per Miss Mondo Italia ed è arrivata anche lei in finale: è tra le 25 che si contenderanno la fascia. Una gioia per la bella ragazza di Arona (provincia di Novara) subito offuscata dalle offese omofobe su Instagram. L'accusa più ricorrente? «È passata solo perché lesbica», scrivono sui social. Diversi messaggi sul web hanno più o meno lo stesso significato.

 

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«Oramai il ghieismo è ovunque e vince sempre». E ancora. «Come fa una omosessuale dichiarata a fare le selezioni per Miss Mondo? Assurdo dove stiamo arrivando». Tutti commenti pubblicati sull'account della pagina Instagram che condivide con Martina Tammaro (la sua fidanzata). Non hanno fatto in tempo neanche a festeggiare il piccolo successo che sono state aggredite in modo davvero spiacevole. E forse non tanto perché Erika ha superato le semifinali, ma perché le due ragazze sui social hanno reso pubblica la loro scelta di vita, immagini dove appaiono belle e sorridenti.

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Felici. Non sarà stata invece proprio quella gioia a far uscire allo scoperto gli invidiosi (è pieno il mondo) che si sono accaniti sulla coppia? Erika va avanti nonostante gli insulti. «Tu sai quanto vali - le dice Martina- e sai che hai e avrai sempre un sacco di persone dalla tua parte». Ma non ce l'hanno una vita coloro che passano il tempo a spiare, nascosti dietro a un monitor, e soprattutto a criticare quella degli altri? A quanto pare no. Ricordano quei personaggi di memoria fantozziana, leoni con i deboli e inginocchiati davanti al capo.

 

2 - ERIKA, LA MISS ATTIVISTA E LE MINACCE OMOFOBE «HO FATTO 70 DENUNCE MA SPARISCONO TUTTI»

Giusi Fasano per il "Corriere della Sera"

 

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Come sta?

«Bene, dai. Adesso va un po' meglio. Ci diamo del tu?»

Certo. Un po' meglio rispetto a quando?

«Rispetto alle prime ore. Quando arriva l'ondata è sempre difficile, ti agiti e ci rimani male anche se sei abituata».

Abituata a...

«A insulti di ogni genere, ogni giorno, a messaggi che hanno più parolacce che spazi, a cattiverie, a minacce di morte. Cose tipo: se vi becco per strada vi ammazzo, prego per farvi morire... Stavolta però non me lo aspettavo».

 

Perché no?

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«Perché in questo momento non sto facendo la lesbica attivista. Sto facendo una cosa per me, sono qui da sola e sto vivendo una gioia per essere arrivata alla finale di Miss Mondo Italia, non sto scrivendo un post sul ddl Zan. Non giustificherei gli haters nemmeno per il ddl Zan ma tirare in ballo l'orientamento sessuale per un concorso di bellezza... Sono più dispiaciuta che arrabbiata».

Ti rovinano la festa?

«Ci provano ma non ci riusciranno. Però che fatica avere a che fare di continuo con gente frustrata che usa i social per sfogarsi...».

 

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Stiamo parlando con Erika Mattina, 24 anni, fidanzata da quasi cinque con Martina Tammaro, 26. Tutte e due attiviste lgbt e antiomofobia, via Facebook ma soprattutto via Instagram, dove gestiscono un profilo da 120 mila follower che si chiama leperledegliomofobi.

Cos' è successo in questi ultimi due giorni?

«Che i soliti leoni da tastiera se la sono presa con me perché sono fra le 25 finaliste di Miss Mondo. A parte gli insulti l'accusa è: sei passata perché lesbica. Fortuna che Martina, lontano, sta gestendo tutto in modo impeccabile per non farmelo pesare».

 

Lo staff del concorso si è detto «basito» da questi attacchi «da voltastomaco».

 «Mi sono tutti molto vicini e qui (a Gallipoli per la finale del 26, ndr ) nessuno è interessato alla mia omosessualità».

Davvero gli odiatori sono così presenti nella vita tua e di Martina?

«Mi piacerebbe dire che non è così ma non posso. Ci tartassano da mattina a sera». Denunce?

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«Non so più quante volte siamo andate dalla polizia. Abbiamo denunciato una settantina di profili, e sono solo i post più gravi e minacciosi».

 

E quindi sono arrivati ai responsabili.

«Alcuni sono profili fake, altri non sono rintracciabili, altri ancora spargono odio e poi vengono eliminati. Sono risaliti solo a due identità. Due uomini, un adulto e un ragazzo. L'adulto aveva incitato al bullismo contro di noi da un profilo con nome e cognome vero. Non lo abbiamo mai visto ma durante la causa civile (vinta) lui ha consegnato al nostro avvocato un foglio con scritte le scuse per quello che aveva detto».

 

Scuse accettate?

«Beh, diciamo che le scuse sono già qualcosa, un piccolo traguardo. Il foglietto lo abbiamo incorniciato».

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E invece il ragazzo?

«È ancora tutto in corso».

Vi è capitato di incontrare fisicamente qualcuno che vi aveva insultato via social?

«No, perché sono codardi alla fine. Fanno i leoni da tastiera finché restano anonimi e protetti dietro uno schermo. Però ci sono capitate situazioni in cui qualcuno se l'è presa con noi per un abbraccio o un bacio. Anche lì: insulti, risatine, una volta un papà ha coperto gli occhi di un bambino perché avevo dato un bacio "a stampo" a Martina».

 

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Se avessi davanti una delle persone che vi ha scritto cattiverie che gli diresti? «Dipenderebbe da quel che ha scritto. Se fosse solo un commento cattivo proverei a ragionare e a capire perché prendersi la briga di venire sul mio profilo a insultarmi. Davanti a minacce di morte sarei meno diplomatica».

 

I vostri genitori saranno preoccupati.

«Molto. Mia madre mi dice che spesso non riesce a dormire, soprattutto se legge minacce di morte, appunto».

Il coming out?

«Dopo sei mesi che stavo con Martina. Non è stato facile. Ho perso molti amici, giovani ma pieni di pregiudizi. Confido nelle nuove generazioni. Anche in famiglia non è stato facile. I genitori di Martina l'hanno presa bene, i miei hanno fatto più fatica, ma alla fine oggi amano Martina. Le cose possono cambiare. A chi crede di non farcela dico: abbiate fiducia».

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Da grande vuoi fare...

«Mi piacerebbe entrare in polizia».

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