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SONO PESANTI COME MACIGNI LE PROVE RACCOLTE CONTRO CIRO GRILLO E I SUOI TRE AMICI - TUTTO SAREBBE COMINCIATO CON L'ASSALTO FALLITO A UNA DELLE DUE VITTIME, CONVINTA A ENTRARE IN CAMERA CON LA SCUSA DI PRENDERE LE COPERTE. IL RAGAZZO LA BRACCA IN UN'ALTRA STANZA SENZA PORTE DOVE LA VIOLENTA MENTRE GLI AMICI “ENTRAVANO E USCIVANO RIDENDO TRA LORO E OSTRUENDOLE IL PASSAGGIO” – "LA FORZAVANO A BERE VODKA, AFFERRANDOLA PER I CAPELLI E TIRANDOLE INDIETRO LA TESTA E LA COSTRINGEVANO A..."

 

1 – “STUPRO DI GRUPPO SULLE DUE RAGAZZE”. IL FIGLIO DI GRILLO INCHIODATO DA UNA FOTO

Estratto dell’articolo di Paolo G. Brera per “la Repubblica”

 

ciro grillo

Sono pesanti come macigni le prove raccolte dal procuratore di Tempio Pausania e dalla sua pm contro Ciro Grillo e i suoi tre amici: la tesi difensiva continua al momento a essere il sesso consenziente, ma dalle memorie dei telefonini sequestrati ai quattro giovani e depositate agli atti dai magistrati emergono particolari agghiaccianti, e un quadro d'insieme sempre più rivoltante.

 

Non ci sono solo le parole della ragazza italo-norvegese che ha detto e ribadito di essere stata violentata da tutti e quattro i giovani, ma anche un' immagine eloquente che ritrae proprio il padrone di casa, Ciro Grillo, mentre oltraggia la sua amica profondamente addormentata dopo essersi ubriacata. […]

 

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[…] È evidente che la procura non condivide neanche una sillaba della tesi secondo cui la notte folle in Costa Smeralda sarebbe stata una notte di sesso volontario […] Secondo i magistrati inquirenti, il 17 luglio 2019 in uno dei villini affacciati su buca 9 del Pevero Golf, entrambi di proprietà del fondatore del M5S, «mediante violenza, costringevano e comunque inducevano la ragazza, abusando delle sue condizioni di inferiorità fisica e psichica dovuta all' assunzione di alcol, a subire e compiere atti di natura sessuale».

 

È un'aggravante, sul piano processuale. Tutto sarebbe cominciato con un tentativo da parte di Francesco Corsiglia di completare la serata […] con un assalto sessuale a una delle due ragazze, convinta a seguirlo in camera con la scusa di prendere le coperte. L'assalto fallisce, ma lui la bracca in un'altra stanza senza porte dove la violenta mentre gli amici «entravano e uscivano ridendo tra loro e ostruendole il passaggio quando, divincolatasi, la ragazza tentava di allontanarsi».

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Per lei, l'incubo non era affatto finito lì: a mattina fatta gli altri tre ragazzi «la forzavano a bere vodka, afferrandola per i capelli la costringevano e comunque la inducevano a compiere e subire ripetuti atti sessuali con ciascuno di loro». E non contenti, non ancora soddisfatti, se la sono presa anche con l'amica, precipitata in un sonno conciliato dall' alcol […]

 

2 – NUOVA ACCUSA PER IL FIGLIO DI GRILLO SPUNTA UN'ALTRA RAGAZZA ABUSATA

Estratto dell’articolo di Giacomo Amadori per “la Verità”

 

(…)  Ciro Grillo, il figlio ventenne del fondatore dei Movimento 5 stelle Beppe (…) rischia, insieme con tre suoi coetanei, un processo per violenza sessuale di gruppo e per questo aggravata. Sono infatti terminate le investigazioni del procuratore di Tempio Pausania Gregorio Capasso e della pm Laura Bassani per il presunto stupro e altri abusi perpetrati da Grillo junior, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria ai danni di due coetanee, S. J. e R. M..

 

L'avviso di chiusura delle indagini inviato lo scorso 6 novembre ai quattro e ai loro avvocati contiene una grande sorpresa. La vittima dei giovani non è stata considerata solo S. J., ventenne italo-norvegese, ma anche l' amica R. M..

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L' inchiesta ha clamorosamente smentito la linea difensiva dei legali che vorrebbero far passare l' idea di due ragazze disponibili, alla fine di una serata di bisboccia, a concedersi una gang bang. Ma forse queste due giovani, studiose e cresciute in solidi contesti famigliari, non sono inquadrabili in facili stereotipi estivi.

 

(…) Leggendo le due paginette con le contestazioni appare abbastanza evidente che gli inquirenti nei cellulari dei quattro ragazzi genovesi abbiano trovato le prove di una nottata di inaudita brutalità. Adesso uno dei quattro eredi del comico genovese e i suoi amici sono accusati di violenza sessuale aggravata dall' essere di gruppo.

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Nel primo capo d' imputazione sono tutti accusati perché in concorso tra loro, la notte del 17 luglio 2019, «riuniti presso l' abitazione a loro in uso, sita in Cala di Volpe di Arzachena, partecipavano ad atti di violenza sessuale in danno di S. J.». L' appartamento citato è di proprietà della famiglia Grillo e si trova in un esclusivo golf club. La notte dello stupro sotto quel tetto dormiva anche la mamma di Ciro, Parvin Tadjik. La quale non avrebbe sentito nulla.

 

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Ma continuiamo a leggere: «Mediante violenza, costringevano e comunque inducevano S. J., abusando delle sue condizioni di inferiorità fisica e psichica dovuta all' assunzione di alcol, a subire e compiere atti di natura sessuale».

 

A questo punto inizia la descrizione dettagliata dell' orrore. Corsiglia, dopo aver chiesto alla studentessa milanese di accompagnarlo in una stanza da letto per prendere delle coperte «la afferrava per le braccia, la scaraventava sul letto e la baciava in bocca». Era solo l' inizio: «Continuava poi la condotta violenta nel tentativo d avere un rapporto sessuale, mettendosi nuovamente sopra di lei e allargandole le gambe, ma S. J. riusciva a divincolarsi e a uscire dalla stanza». L'incubo, però, era destinato a continuare.

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«Corsiglia si infilava nel letto di un' altra stanza priva di porta, in cui la J. si era coricata, la afferrava per i capelli spingendola sotto la coperta e tirandola su di sé, la costringeva a subire un rapporto orale; poi la girava mettendola in posizione supina e sdraiata, e, dopo averle abbassato anche l' intimo, la costringeva a un rapporto vaginale».

 

E nel frattempo, secondo gli inquirenti, che cosa stavano facendo gli altri indagati? «Entravano e uscivano dalla stanza ridendo tra loro e ostruendo il passaggio alla J., quando, divincolatasi, la ragazza tentava di allontanarsi, consentendo in tal modo a Corsiglia di raggiungerla nuovamente, di afferrarla e spingerla nel box doccia del bagno, dove la costringeva a subire un ulteriore rapporto vaginale» mentre i compagni di scorribanda, rimasti fuori, «commentavano tra loro».

 

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Successivamente, quando oramai si era fatto giorno ed erano circa le 9 del mattino, Grillo, Capitta e Lauria sarebbero andati a caccia della loro parte, probabilmente ispirati dai video dei siti pornografici della categoria «rough sex», il sesso violento. In questo caso per nulla consensuale: «La forzavano a bere della vodka, afferrandola per i capelli e tirandole indietro la testa» e «la costringevano e comunque la inducevano a compiere e subire ripetuti atti sessuali e segnatamente la masturbazione dei propri organi digitali e ripetuti rapporti orali e vaginali, contestualmente e con ciascuno di loro».

 

Anche in questo caso gli indagati avrebbero approfittato «delle condizioni di inferiorità fisica e psichica della J., la quale era reduce da un' intera notte insonne trascorsa in discoteca, dalle violenze sopra descritte ed aveva comunque ingerito una consistente quantità di vodka».

 

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Per questo gli inquirenti contestano l' aggravante dell' utilizzo di sostanze alcoliche. Ma la notte brava di Grillo, Capitta e Lauria non è finita qui. Infatti i tre «partecipavano anche ad atti di violenza perpetrati in danno dell' amica di J., R. M.». E in questo frangente il figlio del comico genovese si sarebbe distinto: «In particolare Grillo, alla presenza di Capitta che scattava fotografie per immortalarlo e di Lauria, appoggiava i propri genitali sul capo di R. M., la quale, in stato di incoscienza perché addormentata, era costretta a subire tale atto sessuale».

 

Per poter muovere questa accusa i magistrati avranno trovato sui cellulari l' immagine di Ciro che troneggia sulla preda umiliata, come il cacciatore che si fa immortalare con il piede sulla selvaggina priva di sensi. Adesso i difensori, tra cui Enrico Grillo, nipote di Beppe, avranno una ventina di giorni di tempo per depositare memorie e per far ascoltare i loro assistiti. Il passo successivo, salvo clamorosi colpi di scena, sarà la richiesta di rinvio a giudizio per i quattro indagati da parte della Procura.

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