Estratto dell’articolo di Andrea Bucci per www.lastampa.it
Franco Iachi Bonvin, il tabaccaio di Pavone Canavese non sparò per legittima difesa, ma «facendosi sostanzialmente giustizia da solo». Lo scrive la giudice di Ivrea Valeria Rey nelle motivazioni della sentenza di condanna a cinque anni di reclusione avvenuta con il rito abbreviato.
La notte del 7 giugno 2019 Iachi Bonvin aveva ucciso con un colpo di pistola (Taurus calibro 357) Ion Stavila, un moldavo che, insieme a dei complici, stava caricando sul furgone una macchinetta cambiamonete che conteneva 3 mila euro, appena rubata nel bar sotto casa di proprietà del tabaccaio […]
ladro ucciso dal tabaccaio Iachi Bonvin a pavone canavese - ivrea
Nelle cinquanta pagine la giudice ricostruisce lo stato d'animo di Iachi Bonvin e mette ancora per iscritto che «l'imputato, quindi, gravemente turbato, frustrato e in stato d'ira perché lo stabile di sua proprietà era nuovamente oggetto di effrazione, aveva deciso di opporsi ai malviventi con l'arma da lui lecitamente detenuta».
La ricostruzione della giudice è quella sostenuta dalla procura di Ivrea sposando la tesi dello sparo avvenuto dall'alto, ovvero dal balcone del soggiorno del tabaccaio, come ricostruito dai consulenti della pubblica accusa (Roberto Testi per la consulenza medico-legale e Stefano Conti per quella balistica).
Poiché – scriva ancora la giudice - «Iachi Bonvin ha sparato dal balcone del suo soggiorno a dei ladri presenti in cortile, la sua reazione non era necessaria e non era diretta a salvaguardare la propria o altrui incolumità. Nessuno infatti aveva minacciato né lui né i suoi familiari».
E ancora, «la sua reazione, inoltre, non era utile, perché le forze dell'ordine erano state informate dell'intrusione (era scattato l'antifurto) e se si l'imputato si fosse limitato a non fare nulla, nessuno avrebbe recato nocumento a lui, alla sua famiglia e alle sue proprietà. […]»
Nel ricostruire la dinamica di quella notte la giudice scrive che «Iachi Bonvin, sparando al buio, non essendovi illuminazione, senza occhiale, ed esplodendo più colpi (3 o 5) almeno uno dei quali diretto verso il basso, così accettando il rischio di poter colpire mortalmente i malviventi – ciò che infatti avveniva».
la rapina nella tabaccheria di marcellino iachi bonvin
A fine maggio si è arrivati, dunque, alla condanna in primo grado. In un primo momento l'accusa nei confronti di Iachi Bonvin era di omicidio colposo per eccesso di legittima difesa. Fu il primo caso dell’entrata in vigore della norma voluta da Matteo Salvini che aveva lanciato l’hashtag “Iostocoltabaccaio”. E qualche sera dopo, a Pavone, venne organizzata una fiaccolata a sostegno di Iachi Bonvin.
Inizialmente l’allora procuratore capo di Ivrea, Giuseppe Ferrando, aveva indagato anche altri due complici che avevano aiutato Jon Stavila. Uno di questi venne rintracciato tramite un mandato di cattura internazionale, ma con l’ingresso della riforma Cartabia la sua posizione fu successivamente stralciata in quanto non venne mai presentata querela da parte dei titolari della tabaccheria.
marcellino iachi bonvin e la rapina nella sua tabaccheria
Il terzo uomo non venne mai identificato. Poi dopo tre notifiche per eccesso colposo, all'inizio dell'anno ecco la richiesta da parte del tribunale di riformulazione del reato in omicidio volontario. […]
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