linkedin spia spie cinesi cina

LA SPIA CHE VENNE DA LINKEDIN – IL SOCIAL NETWORK PROFESSIONALE È UTILIZZATO DALL’INTELLIGENCE CINESE PER SPIARE E RECLUTARE NUOVE RISORSE – COME FANNO? SEMPLICE, INVIANO RICHIESTE DI AMICIZIA DA PROFILI FAKE DI DONNE AVVENENTI, E TRAMITE LA PIATTAFORMA SI PASSA ALLA RACCOLTA DI INFORMAZIONI E POI AL RECLUTAMENTO VERO E PROPRIO

Michele Pierri per formiche.net

 

la cina recluta spie via linkedin 5

Una notifica spunta sul proprio profilo LinkedIn. È una richiesta di amicizia, proveniente da una persona sconosciuta, con un profilo associato a un nome talvolta scritto proprio in caratteri cinesi. Potrebbe essere un altro contatto utile a crescere professionalmente, e talvolta lo è. Ma, nella maggior parte dei casi, si tratta del primo passo compiuto da un’agenzia di intelligence intenzionata a reclutare nuove risorse.

 

LINKEDIN E L’INTELLIGENCE

L’utilizzo dei social network per raccogliere informazioni – ricadente nella cosiddetta Osint – non è materia nuova. Tuttavia, suggerisce una analisi della nota piattaforma di geopolitical intelligence Stratfor, il fenomeno non gode ancora in Occidente di una adeguata comprensione, della necessaria consapevolezza e di una risposta efficace.

la cina recluta spie via linkedin 2

 

GLI EPISODI

Eppure, sottolinea il report, gli episodi di questo tipo sono molteplici e vedrebbero i servizi segreti di Pechino (ma non solo) tra quelli più attivi. Al tema – che la Repubblica Popolare nega con forza – ha dedicato uno studio approfondito Mika Aaltola dell’Istituto finlandese per gli affari internazionali. E anche Formiche.net ne ha più volte parlato, citando allarmi americani sia europei, soprattutto francesi, tedeschi e svizzeri. Poco, invece, se ne discute in Italia.

 

UNA NUOVA FRONTIERA

la cina recluta spie via linkedin 4

Ma come funziona il reclutamento via social? Account fasulli richiedono il contatto via LinkedIn e poi cercano di creare network di collaborazione per sfruttarli a proprio interesse. Un esempio: profili fake con nomi come Rachel Li o Lily Hu – spesso donne avvenenti – cercano tramite la piattaforma, che ha come fine la creazione di una rete professionale di conoscenze e contatti, di invitare le persone contattate a trasferire i propri know-how in Cina. È la somma – si era raccontato su questa testata – della Human Intelligence, quella creata sui rapporti inter-personali, e delle cyber ops, le operazioni condotte nel teatro digitale: si sfruttano le possibilità del web 2.0 per costruire finte relazioni come forma di spionaggio.

la cina recluta spie via linkedin 3

 

I PASSI VERSO IL RECLUTAMENTO

Contatti che, spiega ancora Scott Stewart, VP of Tactical Analysis di Stratfor, sono solo il preludio a un reclutamento vero e proprio che sfrutta informazioni combinate, prese da LinkedIn ma anche da altri social network. Dopo aver identificato uno o più obiettivi in base alle informazioni che si vogliono ottenere, si raccolgono informazioni su di lui. Se un dipendente insoddisfatto cerca una nuova azienda, gli si propone qualcosa di meglio dopo aver dato qualche dettaglio circa i progetti ai quali ha lavorato sinora.

xi jinping

 

Se qualcuno cerca un miglioramento di carriera o maggiore visibilità, si lavora sul suo ego. Se un professionista è in difficoltà economica, gli si propone qualche consulenza o la scrittura apparentemente innocua di un articolo per ‘arrotondare’. Non tutti abboccano, naturalmente, ma la Rete consente di puntare in modo economico e con velocità a un gran numero di potenziali risorse. E così, agenzie di intelligence ostili faticano meno che in passato a avvicinare possibili spie, spesso chiamati a partecipare a seminari e convegni di sedicenti think tank in Cina a spese dell’ospite invitante.

 

UN CASO DI SCUOLA

Un caso ‘di scuola’ è quello di cui ha parlato sull’American Interest Jonas Parello-Plesner, senior fellow all’Hudson Institute. In particolare, ha raccontato la sua esperienza con un contatto LinkedIn, una donna cinese che fingeva di rappresentare una società di recruiting, la Drhr.

 

xi jinping winnie the pooh

L’obiettivo di tale connessione era una ricerca sulle aziende cinesi, che nel momento dell’incontro faccia a faccia si è trasformato in un meeting con alcuni funzionari dell’intelligence. In sostanza il ricercatore ha subito una sorta di tentativo di reclutamento (principalmente a scopo di ottenere informazioni e know-how) che ha fatto appello sia all’importanza di evitare conflitti tra Stati Uniti e Cina sia al suo portafoglio (gli avevano offerto un sostanzioso finanziamento per la ricerca in cambio della collaborazione).

 

la cina recluta spie via linkedin

Il social network ha poi cancellato Drhr e altri profili legati alla Cina in seguito alla denuncia di tali attività da parte di agenzie di intelligence occidentali. Le implicazioni per la sicurezza nazionale americana e europea non sono poche: il caso dell’ex agente della Cia Kevin Mallory, caduto in una trappola delle spie cinesi proprio su LinkedIn, non è risultato finora un efficace deterrente per tutti gli uomini d’affari, studiosi e consulenti che collaborano con la Cina all’oscuro della pervasività dell’intelligence di Pechino. Da qui la necessità di agire.

 

LO SCENARIO

 

Oltreoceano stanno prendendo il problema di petto. Molte vicende recenti – tra le ultime quelle dei chip spia e dei tentativi di interferenza alle passate elezioni di midterm, spinsero la Casa Bianca e il vice presidente Usa Mike Pence a denunciare pubblicamente l’aggressività cinese. La contesa tra Cina e Stati Uniti non è solo economico-commerciale.

 

la cina recluta spie via linkedin 1

Più in generale l’attivismo di Pechino nel cyber spazio – forse più che quello di Mosca – viene osservato con grande attenzione da Washington, che considera la Cina un forte competitor – anche di sicurezza – in campo tecnologico, come dimostrano le tensioni con i colossi Huawei e Zte ma anche le crescenti preoccupazioni sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Nelle circa trenta pagine dell’ultimo ‘Worldwide Threat Assessment of the US Intelligence Community’, documento di analisi strategica presentato dinanzi al Comitato Intelligence del Senato da Dan Coats, direttore della National Intelligence (che racchiude 17 agenzie e organizzazioni del governo federale), si evince la preoccupazione per i piani di Pechino e di altri Paesi (compresa la Russia), che – a differenza di singoli gruppi – possono contare su organizzazione e ingenti risorse, utili a mettere in atto strategie diverse sempre più aggressive.

HACKER CINA USA

 

La Repubblica Popolare, secondo lo studio, continuerà ad utilizzare lo spionaggio informatico e a rafforzare le sue capacità di condurre attacchi cyber a sostegno delle priorità di sicurezza nazionale (anche se in misura minore rispetto a quanto avveniva prima degli accordi bilaterali siglati nel 2015). La maggior parte delle operazioni cibernetiche cinesi scoperte contro l’industria del Stati Uniti, si sottolinea, si concentrano su aziende della difesa, di IT e comunicazione.

Non è un caso che l’argomento sia anche oggetto di uno specifico report annuale del Pentagono al Congresso, che si concentra sui progressi e i pericoli delle operazioni informatiche di Pechino in ambito militare.

XI JINPING IN USA

 

COME REAGIRE

 

Come mitigare questa minaccia? Stratfor identifica due strade. Il primo approccio, considerato il più sicuro, è l’elusione del rischio, che si traduce essenzialmente nel non utilizzare reti sociali, soprattutto in alcuni settori sensibili, o, in casi meno drastici, nel considerare la possibilità che il proprio profilo possa costituire un mezzo per aprire un canale di spionaggio da parte di malintenzionati.

Il secondo passo, invece, è rimanere generalmente scettici riguardo gli estranei che chiedono una connessione su LinkedIn, soprattutto se si presentano con immagini troppo attraenti (tanto da sembrare costruite) o con offerte fin troppo allettanti che capitano davvero di rado. Atteggiamenti che andrebbero accompagnati, in caso di dubbio, a una segnalazione ai superiori nella propria organizzazione. La prudenza, specialmente in questo caso, non è considerata mai troppa.

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...