cinema fiamma

LA STORIA AMARA DEL CINEMA FIAMMA – QUASI DUE ANNI FA IL MINISTERO DELLA CULTURA (GUIDATO DA SU-DARIO FRANCESCHINI), INSIEME ALLA FONDAZIONE CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA, ANNUNCIARONO IN UNA ROBOANTE CONFERENZA STAMPA, CHE IL CINEMA FIAMMA DI ROMA, CHIUSO DAL 2017, SAREBBE DIVENTATO LA SALA DELLA CINETECA NAZIONALE - ORA, PERO', LA FONDAZIONE CENTRO SPERIMENTALE PUBBLICA UN AVVISO DI MANIFESTAZIONE DI INTERESSE PER L’ACQUISTO DELL’IMMOBILE….

Raffaele Meale per www.quinlan.it

 

CINEMA FIAMMA CHIUSO

A poco meno di due anni di distanza dalla roboante conferenza stampa in cui il MIC insieme alla Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia annunciarono che il Cinema Fiamma di Roma, chiuso dal 2017, sarebbe diventato la sala della Cineteca Nazionale a partire dalla fine del 2023 il CSC pubblica un avviso di manifestazione di interesse per l’acquisto dell’immobile. Un progetto dunque abortito, che lascerà nuovamente la Cineteca Nazionale senza una propria sala, a oltre cinque anni dall’abbandono del Cinema Trevi. Occorre riavvolgere il nastro, per quanto doloroso (e un po’ grottesco) sia.

 

dario franceschini

Il 13 luglio 2022 il Ministro della Cultura Dario Franceschini e la Presidente della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia Marta Donzelli indirono una conferenza stampa per annunciare in pompa magna che a partire dalla fine del 2023 la Cineteca Nazionale sarebbe tornata ad avere una propria sala: il 22 giugno 2022 infatti venne sottoscritto l’atto di acquisto per il Cinema Fiamma da parte della Fondazione, sancendo idealmente la fine di un periodo errabondo per la Cineteca, costretta per svolgere la propria programmazione ad appoggiarsi ad altre realtà istituzionali capitoline, come la Casa del Cinema – poi chiusa a sua volta per alcuni mesi per lavori di ammodernamento – o il Palazzo delle Esposizioni a causa della rescissione del contratto di affitto nei primi mesi del 2019 con il cinema Trevi in vicolo del Puttarello.

 

Dopo oltre mille giorni di attesa, in cui si era agilmente passati da una proposta all’altra (poter sfruttare per qualche giorno al mese uno spazio messo a disposizione dalla Biblioteca Nazionale, o addirittura pensare di utilizzare le piccolissime sale all’interno della sede del ministero in Santa Croce in Gerusalemme), nella prima metà di luglio di quasi due anni fa si pensò che finalmente il peggio fosse stato lasciato alle spalle.

 

cinema fiamma roma

MIC e Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia spiegarono con dovizia di immagini lavorate al computer come le sale sarebbero state due (con possibilità di proiettare in 35mm e in DCP, ma con l’idea di mettere a disposizione anche un proiettore 70mm), oltre a una caffetteria, a un’aula studio, e addirittura a un punto di ritiro della Biblioteca Luigi Chiarini, la cui sede è all’interno del Centro Sperimentale di Cinematografia in via Tuscolana.

 

Per chi nel corso degli anni ha lamentato una sempre maggiore dispersione dei luoghi cinematografici nella Capitale, l’impressione era quella di un risveglio dall’incubo. Le dichiarazioni dell’epoca furono così sentite e nette che ci si spinse, nel redarre un breve resoconto, di chiuderlo con la frase “La battaglia culturale è solo all’inizio, ma per una volta sia consentito un cauto ottimismo”.

dario franceschini foto di bacco

 

Forse però sarebbe stato opportuno ripensare al Candide di Voltaire, quando rispondendo a Cacambo afferma che l’ottimismo «è la smania di sostenere che tutto va bene quando si sta male». Il 14 maggio di quest’anno è apparso sul sito della Fondazione CSC un articolo dal titolo inequivocabile: “Avviso di manifestazione di interesse per l’acquisto dell’immobile “ex Cinema Fiamma”, sito in Roma, via Bissolati n. da 43 a 47”. 692 giorni, ecco il tempo in cui la Fondazione ha pensato di poter davvero essere proprietaria e gestire una sala cinematografica, alla stessa stregua di ciò che fanno le principali cineteche europee. 692 giorni in cui, con entusiasmo via via decrescente, si è ipotizzato che Roma potesse ambire alle altezze – a quanto pare per il nostro sistema culturale vertiginose – di Parigi, di Lisbona, ma anche di Bologna.

 

Se era ben presto apparso evidente come i tempi programmati per la riapertura del Fiamma non sarebbero stati rispettati, come d’altronde triste abitudine nazionale (non solo per quel che concerne il cinema), aveva iniziato già nel corso del 2023 a serpeggiare scetticismo verso la reale volontà di ottemperare alle intenzioni iniziali, che avevano per di più previsto un esborso di oltre 3 milioni di euro solo ed esclusivamente per concludere il rogito e acquisire l’immobile.

Marta Donzelli

 

Nella delibera del 9 maggio 2024 il Consiglio di Amministrazione (qui i nomi di Presidente e Consiglieri) “ha deciso di alienare l’Immobile e, a tal fine, di dare corso ad una manifestazione di interesse non vincolante per l’Ente, finalizzata alla ricerca nel mercato di un potenziale acquirente”. È interessante notare come l’importo minimo per l’offerta sia attestato in 3,1 milioni di euro, vale a dire esattamente la cifra che la Fondazione sborsò per acquistare l’immobile nel 2022: se sarebbe stata deprecabile una minusvalenza rispetto all’acquisizione, pare evidente come l’intento sia quello di generare un profitto nella compravendita.

 

centro sperimentale di cinematografia

Per quanto la destinazione d’uso impressa sull’immobile sia quella di sala cinematografica, non è affatto escluso che un eventuale acquirente si muova poi con il Comune per studiare le possibilità di un cambio di destinazione. E anche così non fosse il cinema Fiamma tornerà a essere un multisala a uso e consumo della programmazione canonica, tra un blockbuster d’oltreoceano e un film d’industria europeo. In tutto questo le migliaia di pellicole a disposizione della Cineteca Nazionale continueranno a rimanere inutilizzate, a non esercitare dunque il loro potenziale culturale.

 

CENTRO SPERIMENTALE CINEMATOGRAFIA 1

E allo stesso tempo Roma, una città di circa 3 milioni di abitanti – poco meno dell’importo minimo per l’acquisto dell’immobile, ironia della sorte -, la città del cinema (come ama definirsi tutt’ora, basti pensare allo show allestito per la serata di consegna dei David di Donatello), continuerà a mancare dei lavori di una cineteca, della programmazione tesa a riscoprire il passato intessendolo col contemporaneo, in modo da riservare forse un futuro più roseo alla settima arte.

 

Lavori per cui, tra le altre cose, vi sono professionalità assunte a tempo indeterminato, e che quindi trascorrono la loro quotidianità occupandosi solo in modo parziale di quelle che dovrebbero essere le loro mansioni. L’idea di una Cineteca in grado di fungere da punto d’incontro, luogo destinato alla (ri)scoperta, allo studio, al dibattito, alla diffusione culturale, resta ancora nell’iperuranio, e chissà per quanto sarà così. La fiamma è spenta o è accesa, si chiedeva una celeberrima canzone oltre cinquant’anni fa: la risposta, nell’afosa Roma del giugno 2024, è chiara.

marta donzelli

Avviso di manifestazione di interesse per l acquisto dell’immobile ex Cinema Fiamma

 

marta donzelli foto di bacco

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…