internet democrazia

LA TECNOLOGIA UCCIDERÀ LA DEMOCRAZIA? – IL LIVORE PERPETRATO SUI SOCIAL, LE FAKE NEWS, LA CORSA AL LIKE A TUTTI I COSTI: I LIBRI DI GABRIELE GIACOMINI E GIOVANNI ZICCARDI ANALIZZANO IL RAPPORTO TRA CITTADINANZA, RETE E INFORMAZIONE – COSA RESTERÀ DELLA SFERA PUBBLICA? TRA “PARADOSSO DEL PLURALISMO” E “NEOINTERMEDIAZIONE”, L’IDEALE POLITICO DEMOCRATICO NON POTRÀ MAI ESSERE REALIZZATO IN MANIERA COMPLETA, MA SEMPRE PARZIALE E LIMITATA

Davide D’Alessandro per www.ilfoglio.it

TIM BERNERS LEE

 

Se per Tim Berners-Lee, padre del web, Internet sfocia verso il male (essendosi incattivita rispetto a quella di trent'anni fa), se per Evgeny Morozov, storico della scienza, Internet non è il male ma soltanto lo specchio della nostra crisi (internettiana e soprattutto politica, con masse che si sentono non rappresentate), due libri alimentano cruciali riflessioni sulla potenza della tecnologia, sulle relazioni con la politica e la democrazia.

EVGENY MOROZOV

 

Due libri ben scritti e ben strutturati, mai noiosi (e non è semplice), sempre alla ricerca, dopo l’analisi, di una prospettiva. Due libri che aiutano a comprendere, a farsi un’idea, ma anche a modificare alcuni luoghi comuni tuttora imperanti. Il primo, di Gabriele Giacomini, assegnista di ricerca in Sociologia della comunicazione e della cultura all’Università di Udine, edito da Meltemi, è Potere digitale. Come Internet sta cambiando la sfera pubblica e la democrazia.

 

Gabriele Giacomini - Potere digitale. Come Internet sta cambiando la sfera pubblica e la democrazia

Scrive Michele Sorice nella prefazione: «È un libro che ha la capacità e il coraggio di “osare” anche delle risposte ma che, soprattutto, apre nuove prospettive di studio e di ricerca e forse può persino contribuire a tracciare nuovi percorsi di impegno democratico. Un caso in cui la dimensione della ricerca scientifica, sempre rigorosa e attenta, si coniuga con un’analisi appassionata e teoricamente fondata sulla società e le sue trasformazioni.

 

Se è vero che Internet – come dice Nadia Urbinati in una delle interviste che arricchiscono il libro – è simile all’invenzione della stampa e genera nuove forme politiche, è sicuramente vero che il rapporto fra la rete e la democrazia è tema quanto mai attuale e delicato».

 

E sul tema si esercitano, a corredo del volume, oltre alla Urbinati, anche Ilvo Diamanti, Angelo Panebianco, Gianfranco Pasquino, Paolo Mancini e altri. Non interviste di rito, ma contributi rilevanti per definire il quadro, talvolta complicato e angosciante, del web e della democrazia, del potenziale di Internet come nuovo strumento di partecipazione e della democrazia ibrida, né rappresentativa né diretta.

 

gabriele giacomini 1

Le domande che l’autore pone all'inizio sono le nostre domande: «Da un  lato le nuove tecnologie e la velocità del cambiamento nelle comunicazioni. Dall'altro lato la democrazia, una forma di governo che viene da lontano, con i suoi ritmi e le sue procedure. Al centro alcune domande che intendiamo affrontare in questo lavoro: come Internet modifica la sfera pubblica e il dibattito democratico? Gli intermediari tradizionali, fra cui i partiti e i giornalisti, sono ancora i protagonisti del discorso pubblico?

 

Oppure a quelli tradizionali si stanno sostituendo nuovi intermediari, inediti centri di potere di cui dobbiamo tenere conto? In che misura Internet e le dinamiche delle piattaforme web entrano in relazione con l’ideale democratico e pluralista? Internet promuove un pluralismo dialogico o rischia di nutrire un “pluralismo polarizzato”? Infine, la democrazia rappresentativa potrebbe essere affiancata da altre modalità di governo? La democrazia rappresentativa dovrebbe essere superata – anche attraverso gli strumenti di comunicazione digitale – oppure è ancora la soluzione migliore ai problemi della comunità politica?».

 

Tecnologie per il potere - Giovanni Ziccardi

Il libro risponde con completezza e attraverso un notevole impianto teorico, frutto di una bibliografia molto accurata, passa in rassegna i temi e i problemi del rapporto Internet-democrazia secondo il giudizio degli esperti; analizza la “neointermediazione”, il quarto potere che permane e si rinnova; dà conto del “paradosso del pluralismo”, la sfera pubblica fra confronto polarizzato e confronto dialogico; si occupa della scomposizione della democrazia rappresentativa fra spinte tecnocratiche e pratiche di partecipazione diretta e digitale; affida le considerazioni conclusive sulla democrazia dialogica imperfetta e la sua sfera pubblica online.

 

GIOVANNI ZICCARDI

Chiude Giacomini: «Quello di Internet non è solo uno spazio popolato da dinamiche impulsive e superficiali, oltre che condizionate dalle piattaforme web, frammentate e polarizzate, ma può anche essere il luogo in cui si realizzano quelle dinamiche tipiche di un modello dialogico di democrazia. […]

 

dipendenza da internet 11

Anche le condizioni problematiche che muovono i comportamenti online, quindi, non negano il valore normativo di una democrazia del dialogo ragionato, abitata da decisioni efficaci e consapevoli. Indicano invece che l’ideale politico democratico, come la costruzione e la manutenzione di una cattedrale, non può essere realizzato in maniera completa, pervasiva e perfetta, ma sempre in maniera parziale e limitata. Il processo di concretizzazione dell’ideale resterà aperto e migliorabile senza soluzione di continuità, incessantemente praticabile».

 

gabriele giacomini 3

Il secondo libro, scritto da Giovanni Ziccardi ed edito da Raffaello Cortina, ha per titolo: Tecnologie per il potere. Come usare i social network in politica. Scrive l’autore, professore di Informatica giuridica presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Milano: «La prima domanda che si pone l’appassionato di politica e di tecnologia è che cosa sia rimasto della politica tradizionale, quali elementi siano ormai stati spazzati via e, soprattutto, che cosa la tecnologia ci porterà di nuovo, tra la moda della blockchain e il sogno di un’intelligenza artificiale.

 

Di certo si percepisce tutt'attorno un timore diffuso: livelli d’odio, sui social network, molto alti e assai visibili, amplissima circolazione di notizie false (alimentata, tra l’altro, anche dai media nazionali e da profili istituzionali), disinteresse per l’intermediazione e, al contrario, corse frenetiche per ottenere un rapporto (digitale) diretto con il cittadino.

 

dipendenza da internet 1

L’analisi delle tecnologie per il potere e dell’uso dei social network a fini politici è interessante non soltanto per i motivi – e i timori – indicati poco sopra, ma anche in un’ottica di sicurezza. Diventa, infatti, un punto interpretativo – e pratico – essenziale da risolvere il come prepararsi a un ambiente così particolare, il come difendersi dagli attacchi, il come cercare di mutare lo status quo proponendo, e progettando, un uso etico e smart delle tecnologie anche in politica. […]

 

TIM BERNERS LEE

L’uso dei social network in politica deve, oggi, mediare tra due aspetti: da una parte, la consapevolezza della potenza del mezzo (che può stimolare facilmente comportamenti censurabili) e, dall'altra, la necessità di individuare, anche in questo ambiente digitale, le innumerevoli e innovative possibilità di buona politica che le tecnologie oggi possono garantire. Lo scopo di questo saggio è duplice.

 

MARK ZUCKERBERG FACEBOOK - VIGNETTA DI FARLEY KATZ SUL NEW YORKER

Da un lato, vi è quello di voler tracciare delle linee di ricerca che permettano di affrontare il mondo politico con prospettive innovative, sia analizzando lo stato dell’arte sia proponendo nuovi sviluppi. Ciò può essere di utilità per tutti: politici, candidati, giovani interessati a entrare in questo affascinante mondo, cittadini e studiosi.

 

Dall'altro, vi è la volontà di redigere, con un approccio spesso (volontariamente) schematico, delle linee guida che permettano di migliorare l’uso pratico di un potentissimo mezzo quale sono oggi i social network, che possono diventare un grande strumento (e ambiente) non solo di efficienza persuasiva e di aggregazione politica ma anche di cultura e di libertà».

 

gabriele giacomini 2

Il libro si addentra nell'uso delle nuove tecnologie in politica, affronta il rapporto tra social network e potere, analizza il governo degli algoritmi riferendo sui big data e la psicopolitica digitale, si preoccupa di definire l’importanza della sicurezza informatica in ambito politico e chiude con il lato oscuro, i falsi profili, la condivisione di notizie false e la distorsione degli equilibri democratici.

 

IL DECLINO DELL'IMPERO DI FACEBOOK

Spiega Ziccardi: «I social network sono diventati lo specchio e l’essenza, allo stesso tempo, della politica attuale. Sono il luogo dove risiedono i dati degli elettori che interessano ai partiti – compresi quelli più intimi – e che sono trattati con sofisticati strumenti di analisi. Sono anche il luogo verso il quale i partiti veicolano in primis le loro comunicazioni, l’ambito più importante di qualsiasi altro mezzo di comunicazione oggi esistente.

insulti su facebook

 

Questo è il motivo per cui un comportamento responsabile in questo ambiente può incidere direttamente sulla vita stessa, politica e non, dei cittadini. Certo, rinunciare alla possibilità di sollevare attenzione, condivisioni e like giocando facile, attraverso l’odio – alzando i toni e veicolando falsità -, può essere, per molti protagonisti della scena politica, un’opportunità cui è particolarmente difficile resistere. Rispettare le regole anche sui social network diventa, però, oggi sempre più essenziale per la salute dell’intero sistema e, quindi, della nostra democrazia».

 

gabriele giacomini 4

Democrazia non più separabile dalla potenza del digitale. Come farle vivere insieme? I due libri aiutano a rispondere ma non mancheranno tante altre domande e tante altre risposte. Siamo soltanto all'inizio di un lungo e imprevedibile cammino.

TIM BERNERS LEE

Ultimi Dagoreport

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…