varriale andrea

VARRIALE E CERCIELLO ERANO A TRASTEVERE PRIMA DELLA CHIAMATA AL 112 DELLO SPACCIATORE SERGIO BRUGIATELLI. ERANO STATI CHIAMATI DA 4 COLLEGHI IN BORGHESE, TRA CUI UN LORO SUPERIORE, CHE POI DICONO ALL'UOMO, DERUBATO DELLO ZAINO, DI CHIAMARE LA CENTRALE. VIENE INVIATA UN'AUTO CON UOMINI IN DIVISA, CHE PERÒ VENGONO MANDATI VIA: L'OPERAZIONE DEL RECUPERO LA DEVONO FARE I DUE IN BORGHESE

Valentina Errante e Giuseppe Scarpa per “il Messaggero

 

Quattro minuti per uccidere. Secondo il giudice Chiara Gallo, che ha confermato l'arresto in carcere, le condotte dei due 19enni statunitensi Christian Gabriel Natale Hjorth ed Elder Finnegan Lee «testimoniano la totale assenza di autocontrollo e capacità critica evidenziandone la pericolosità sociale». Hanno ucciso, non si sono pentiti.

 

ANDREA VARRIALE A SINISTRA

Finnegan Elder Lee e Christian Gabriel Hjort Natale escono alle 3,12 del 26 luglio dall'albergo di via Cesi per andare all'appuntamento in via Pietro Cossa con Sergio Brugiatelli, sperano di ottenere soldi e coca in cambio dello zaino che hanno rubato. Avviene tutto in un lampo. Alle 3,16 le telecamere li riprendono che corrono per fare ritorno in albergo. Elder ha già ucciso. Mario Cerciello Rega è stato colpito undici volte.

 

Tutto era cominciato circa due ore prima: Cerciello Rega era intervenuto insieme al collega Varriale a Trastevere tre quarti d'ora prima della chiamata di Brugiatelli che denuncia alla centrale il furto dello zaino e la richiesta di riscatto. L'uomo è già stato identificato da quattro militari fuori servizio che chiamano i due colleghi al cellulare e chiedono il loro intervento. I militari hanno assistito alla vendita di una pasticca di tachipirina spacciata per cocaina.

 

mario cerciello rega

C'è questo all'origine dello scontro tra lo stesso Brugiatelli e i due turisti che gli ruberanno lo zaino. La ricostruzione che emerge dall'ordinanza di custodia cautelare a carico dei due americani fornisce altri dettagli su quella drammatica notte e sulle persone presenti sulla piazza dello spaccio.

 

A TRASTEVERE

È la nota redatta da Varriale, in servizio da mezzanotte alle 6 insieme a Rega, a chiarire che, quella notte, lui e il collega vengono chiamati all'1,19 dal maresciallo Pasquale Sansone del comando di piazza Farnese che insieme ad altri tre militari era fuori servizio. I ragazzi americani, che si sono accorti di essere stati fregati dagli spacciatori sono appena fuggiti con lo zaino di Brugiatelli, che è stato identificato, mentre una persona ha consegnato ai militari l'involucro con la tachipirina ed è fuggito. Attraverso le diverse telecamere della zona viene ricostruita in fotogrammi quella notte.

FINNEGAN LEE ELDER

 

Alle 0,50 i ragazzi vengono inquadrati insieme a Brugiatelli, ritornano da via della Luce: l'uomo racconterà a verbale di averli accompagnati dal suo amico Italo, un pusher. All'1,16 Natale Hjort ed Elder Lee sono inquadrati mentre fuggono con lo zaino. Si legge nella nota di servizio di Varriale, che riferisce di essere stato chiamato all'1,19 dal maresciallo Pasquale Sansone della stazione di piazza Farnese: «Costui (il maresciallo che la notte tra giovedì e venerdì si trovava a Trastevere con altri tre colleghi fuori servizio, ndr) giustificava la richiesta del nostro intervento poiché un soggetto al quale avevano intimato di fermarsi al fine di identificarlo, si dava a repentina fuga facendo perdere le proprie tracce».

 

ANDREA VARRIALE A SINISTRA

Spiega l'ordinanza: «Poco tempo prima di ricevere l'incarico di effettuare l'operazione in abiti civili, alle ore 1,19, Varriale era intervenuto in piazza Mastai su ordine del maresciallo Sansone che gli riferiva di trovarsi sul posto con altri agenti per cercare un soggetto che si era sottratto all'identificazione dandosi alla fuga dopo aver consegnato ai militari un involucro di colore bianco contenente una compressa di tachipirina».

 

La nota di Varriale continua: «Dopo l'identificazione di Brugiatelli Sergio, il maresciallo ci riferiva che il soggetto che non erano riusciti a fermare e che si era dato alla fuga, prima di dileguarsi aveva consegnato a uno dei 4 carabinieri un involucro in plastica trasparente avvolto in un fazzoletto di carta bianco». All'interno, avrebbero poi notato che c'era una compressa di Tachipirina tritata.

 

L'APPUNTAMENTO

SERGIO BRUGIATELLI

 

Sebbene tutti i protagonisti della vicenda si trovino a Piazza Mastai, Brugiatelli alle 2,03 chiama la centrale operativa per denunciare il furto dello zaino e la richiesta di riscatto da parte degli americani. Arriva una pattuglia con uomini in divisa, che viene mandata via e Cerciello Rega contattato sul suo cellulare dalla Centrale operativa del Comando riceve una nota di intervento per piazza Gioacchino Belli, a poca distanza da piazza Mastai.

 

La segnalazione riguarda Brugiatelli che ha subito il furto dello zaino e un tentativo di estorsione. I due ragazzi intanto sono andati in albergo, è l'1,20, cambiati d'abito e indossato delle felpe. Rega e Varriale lasciano in auto Brugiatelli e si avvicinano al luogo dell'incontro. È ancora la testimonianza di Varriale, riportata nell'ordinanza a riferire quei due minuti drammatici: «Il vice brigadiere Cerciello Rega, a breve distanza da me, ingaggiava una colluttazione con l'altro giovane e ricordo di aver sentito le urla del mio collega che diceva fermati siamo carabinieri, basta». E poi, con le ultime forze prima di accasciarsi: «Mi hanno accoltellato».

gabe natale copiaGABE NATALEGABE NATALESERGIO BRUGIATELLI CON I DUE AMERICANI

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…