igor konashenkov molinari

ZITTI A MOSCA - MOLINARI: “QUANDO IL GENERALE RUSSO SI RIVOLGE A "LA STAMPA" AFFERMANDO “CHI SCAVA UNA FOSSA AL PROSSIMO CI FINIRÀ PRIMA” VARCA UNA LINEA ROSSA PERCHÉ TRASFORMA IL LEGITTIMO DISSENSO SU UNO O PIÙ ARTICOLI IN UNA MINACCIA DIRETTA AI REDATTORI DI UN QUOTIDIANO DEFINITO “RUSSOFOBO”” - “IL FATTO”: “NEI GIORNI SCORSI LA STAMPA HA SCELTO DI PORTARE AVANTI UNA CAMPAGNA MOLTO PRETESTUOSA CONTRO LA PRESENZA DEI RUSSI IN ITALIA…”

1 - IL RISCHIO DEL DIRITTO DI CRONACA

Maurizio Molinari per “la Stampa”

 

maurizio molinari premio e' giornalismo 2018

Le minacce rivolte contro il nostro giornale dal general maggiore Igor Konashenkov, del ministero della Difesa della Federazione russa, pongono una questione che emerge spesso nelle situazioni di conflitto: i valori che separano gli alleati di una stessa coalizione. Non c'è alcun dubbio che Italia e Russia sono alleate nel rispondere all'aggressione della pandemia Covid-19: lo sono perché il virus colpisce entrambe (come un altro centinaio di nazioni), lo sono perché hanno un interesse comune a sconfiggere il contagio e lo sono perché collaborano, sul campo, a Bergamo dove unità russe ed italiane operano spalla a spalla per soccorrere le vittime. Ma ciò non toglie che Russia ed Italia sono divise da un'idea differente del rapporto fra Stato e cittadini: la libertà di stampa è al cuore di tale distanza.

 

iacoboni

Se dunque un giornale italiano come il nostro pubblica gli articoli di Jacopo Iacoboni da cui emerge - sulla base di fonti convergenti italiane e non - il sospetto che alcuni dei militari russi giunti in Italia possono appartenere ad unità dell' intelligence non significa essere «russofobi», come il ministero della Difesa afferma, bensì limitarsi a rispettare il principio cardine della nostra professione: tutte le notizie meritano di essere pubblicate.

 

SERGEY RAZOV

In base agli stessi principi di libertà di stampa è doveroso per un quotidiano pubblicare le rettifiche da parte di chi si sente danneggiato - come abbiamo fatto con una lettera dell' ambasciatore russo a Roma, Sergey Razov, in merito proprio ai suddetti articoli - mentre le minacce, personali e collettive, appartengono ad un altro tipo di codici. Quando il general maggiore russo si rivolge a "La Stampa" affermando «consigliamo loro di imparare un'antica saggezza: Qui fodit foveam, incidet in eam, chi scava una fossa al prossimo ci finirà prima» varca una linea rossa perché trasforma il legittimo dissenso su uno o più articoli in una minaccia diretta ai redattori di un quotidiano definito «russofobo». Ovvero in un avvertimento contro ogni giornalista italiano: perché chiunque viene tacciato di «russofobia» sa ora che rischia di «scavarsi una fossa».

 

È un approccio alla libertà di stampa segnato da un'aggressività incompatibile con lo Stato di Diritto, la Costituzione repubblicana, i valori della civiltà europea ed anche le buone relazioni bilaterali italo-russe. Dunque bene ha fatto il governo - con la dichiarazione congiunta dei ministeri della Difesa e degli Esteri - a respingere tale «inopportuna» ingerenza ribadendo che «la libertà di espressione e il diritto di cronaca sono valori fondamentali nel nostro Paese come il diritto di replica».

 

maurizio molinari

Ferma restando la «gratitudine per gli aiuti ricevuti dalla Russia». Ovvero, siete i benvenuti nella lotta al virus ma rispettate le nostre leggi. L'interrogativo ora è quali saranno le conseguenze di questo serio incidente Russia-Italia: se dovesse portare ad indebolire la cooperazione anti-virus le conseguenze sarebbero negative per entrambi, se invece determinerà un maggior rispetto reciproco allora avrà l'effetto opposto, rafforzando l'impegno comune per battere la pandemia e costruire su questo una più solida partnership. In ultima istanza, il governo Conte esce da questo episodio più consapevole dei rischi che comporta la stretta cooperazione con Paesi che non appartengono a Nato o Ue così come la Russia ne trae la conclusione che inviare proprie truppe in un Paese occidentale significa esporsi al rischio del diritto di cronaca.

 

2 - RUSSI IN ITALIA: SULLO SCONTRO DI MOSCA CON "LA STAMPA" INTERVIENE IL GOVERNO

Marco Franchi per il “Fatto quotidiano”

 

generale Igor Konashenkov

"Per quanto riguarda i rapporti con i reali committenti della russofobia de La Stampa, i quali sono a noi noti, raccomandiamo loro di fare propria un' antica massima: Qui fodit foveam, incidet in eam (Chi scava la fossa, in essa precipita)". Firmato: il portavoce del ministero della Difesa russo, il maggior generale Igor Konashenkov.

 

A Mosca l'articolo del collega de La Stampa Jacopo Iacoboni, critico sulla vera utilità degli aiuti inviati dalla Russia a favore dei cittadini bergamaschi, non è piaciuto e per farlo sapere hanno scelto una comunicazione un po' forte. Tanto che ieri anche la Farnesina e il ministero della Difesa hanno voluto precisare in un comunicato la propria attenzione alla "libertà di stampa".

 

di maio guerini

Non prima però di aver ribadito la propria riconoscenza alla Russia. "In questa fase di difficoltà l'Italia sta ricevendo aiuto e supporto da molti Paesi, ed è evidente il meccanismo di solidarietà scattato da parte della comunità internazionale" recita la nota dei ministeri diretti da Luigi Di Maio e Lorenzo Guerrini: "Il nostro Paese, oggetto di tale solidarietà, non può che esserne riconoscente".

MARCO TRAVAGLIO

 

"Nell'essere grati per tale manifestazione concreta di supporto, continua la nota, non si può, allo stesso tempo, non biasimare il tono inopportuno di certe espressioni utilizzate dal portavoce del Ministero della Difesa russo nei confronti di alcuni articoli della stampa italiana. La libertà di espressione e il diritto di critica sono valori fondamentali del nostro Paese". "In questo momento di emergenza globale il compito di controllo e di analisi della libera stampa rimane più che mai essenziale".

 

generale Igor Konashenkov

Insomma, il governo non ci sta a essere schiacciato sul fronte dell'est semplicemente perché ha accettato gli aiuti (tra cui 150 ventilatori polmonari, 330.000 mascherine, 10.000 tamponi veloci, 100.000 tamponi normali, un laboratorio di analisi e altro ancora). Nei giorni scorsi La Stampa ha scelto di portare avanti una campagna molto pretestuosa contro la presenza dei russi in Italia accusati non solo di voler incrinare l'alleanza con la Nato, ma anche di chissà quali intenti pericolosi. L'ambasciatore russo in Italia, Sergej Razov, ha scritto una lettera infuocata al direttore Maurizio Molinari. Ieri Di Maio e Guerrini hanno ribadito: la lealtà alla Nato non è in discussione.

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...