matteo zuppi

ZUPPI DI SOLDI: LA FABBRICA DELL'ARCIVESCOVO CHE SFAMA I POVERI DI BOLOGNA – LA DIOCESI DI BOLOGNA È PROPRIETARIA DELLA FAAC, IL COLOSSO DEI CANCELLI AUTOMATICI – 10 MILIONI DI UTILI PER AIUTARE SENZATETTO, CARCERATI, STUDENTI, FAMIGLIE SOTTO SFRATTO, MIGRANTI. MA LA FAAC E' LA STESSA CHE NEL 2015 A BERGAMO CHIUSE UNA SEDE MANDANDO A CASA 40 DIPENDENTI?

Marco Bettazzi e Rosario Di Raimondo per “la Repubblica”

 

zuppi 25

L' aveva promesso, Matteo Zuppi, cardinale di Bologna e proprietario di una multinazionale: «Tutti gli utili saranno usati per la carità». E che utili: dieci milioni nel 2019, trentasei in cinque anni, finiti nelle casse della Curia e spesi per aiutare poveri, senzatetto, carcerati, studenti, famiglie sotto sfratto, migranti.

 

Un welfare parallelo da far invidia alle casse di un Comune, che ha un inizio ben preciso: il giorno in cui, chiusa una porta, si spalancò un cancello automatico. Nel 2012 la Chiesa bolognese ereditò l' impero della Faac, 2.500 dipendenti con fabbriche in ogni angolo del pianeta. Il testamento scritto dal patron Michelangelo Manini prima della morte scatenò una furiosa battaglia legale con i parenti finché non fu scambiato un segno di pace: i nuovi proprietari versarono ai familiari sessanta milioni di euro in cambio della promessa di non vedersi più in un' aula di tribunale.

 

Mai s' era vista, nella città di San Petronio, una tale commistione fra fede e affari, tra il dio del denaro e quello delle anime, una Chiesa-padrona col conto corrente a svariati zeri.

monsignor zuppi

Don Matteo, che non ha voluto un posto nel consiglio d' amministrazione del colosso - «Ognuno fa il suo mestiere, il vescovo fa il vescovo», disse lo scorso febbraio - ha seguito la strada tracciata dal suo predecessore, il cardinale Carlo Caffarra, in prima linea nella delicata fase della successione ereditaria.

 

L' Arcidiocesi ha affidato la gestione dell' azienda a un trust di tre esperti, che a loro volta hanno scelto gli organi societari. Oggi la Chiesa si limita a indicare le linee guida e decide come spendere i profitti: «Con i fondi non si sostiene l' attività ordinaria ma si finanziano attività straordinarie. L' obiettivo è aiutare le famiglie a uscire da una fase di crisi in modo che una situazione grave non diventi drammatica», ha spiegato l' altro giorno il vicario generale Giovanni Silvagni. Dei dieci milioni a disposizione nel 2019, uno è andato via in tasse e altri sei e mezzo sono stati già spesi.

 

lucia borgonzoni con il vescovo di bologna matteo zuppi

Come? Alle parrocchie sono arrivati 1,3 milioni di euro per aiutare più di 1.700 famiglie con oltre duemila ragazzi minori.

Trecentomila euro sono serviti a pagare l' affitto a chi non poteva più permetterselo, 358 mila per le bollette, 63 mila per coprire il costo di un esame in ospedale, 225 mila per varie voci, come quella che permette a uno studente di andare in gita con i compagni di classe. Nel 2017, il progetto "Insieme per il lavoro" di Curia, Comune e Città metropolitana portò a un investimento totale di 14 milioni per favorire l' inserimento dei disoccupati.

 

Una commissione presieduta da Zuppi valuta i progetti da finanziare: dal reinserimento sociale per gli ex detenuti ai progetti per migranti e senza fissa dimora. C' è la storia del papà eritreo scappato dalla guerra che ha trovato casa grazie a una cooperativa, o quella del clochard Fortunato, 56 anni di cui 15 passati a dormire sotto i portici di San Luca: gravemente malato, ha trascorso i suoi ultimi giorni di vita sotto un tetto vero.

faac 9

Una fabbrica di solidarietà.

 

Ma anche di soldi. La Faac non è certo un' associazione benefica o una parrocchia troppo cresciuta. È una multinazionale presente in 24 Paesi, nata nel 1965 da un' intuizione del fondatore Giuseppe Manini, che un bel giorno si accorge di come nei condomini i cancelli restano sempre aperti. E chissà da allora quanti ne sono stati chiusi pigiando un semplic tasto del telecomando. L' anno scorso la Faac ha sfiorato i 430 milioni di euro di fatturato, con un utile da 63 milioni, in forte crescita.

 

Nel 2019 ha già chiuso due acquisizioni in California e in Brasile.

faac

Sono buoni anche i rapporti sindacali, persino coi duri e puri della Fiom. L' ultimo contratto aziendale del 2018 prevede commissioni miste sindacati- azienda su temi come flessibilità degli orari, borse di studio per dipendenti e i loro figli, bonus da mille euro per ogni figlio nato, premi di risultato da quasi 2.600 euro.

 

Non sempre è stato tutto rose e fiori. A Bergamo, nel 2015, la Faac annunciò fra le polemiche la chiusura di una sede con 40 dipendenti. Ma i rapporti tra le parti non sono cambiati. «È una delle aziende dove ci sono migliori relazioni, sia nei modi che nei contenuti - conferma Stefano Zoli, della Fiom Cgil - C' è sicuramente più attenzione per certi temi.

DON MATTEO ZUPPI faac

Come succede in tante altre imprese ».

DON MATTEO ZUPPI

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)