roberto dagostino dago d agostino

''L'ITALIA? UNO STATO VASSALLO. SOLO DA NOI MINISTRI STRANIERI ARRIVANO E DISPONGONO DEI SERVIZI SEGRETI'' - INTERVISTA A DAGO SU RUSSIAGATE E GIALLO-ROSSI: ''TRUMP VUOLE VENDICARSI DELL'INCHIESTA, RENZI ERA UN FAN DI HILLARY. LINK UNIVERSITY? NON CONOSCO STUDENTI, SOLO SPIE'' - ''SALVINI È INUTILE CHE SI STUPISCA DEL PIANO PER FARLO FUORI. L'8 AGOSTO SI È SALVATO LA PELLE'' - ''L'EUROPA VUOLE LA STABILITÀ DI QUESTO GOVERNO. SE A DI MAIO O RENZI VERRÀ IN MENTE UN COLPO DI TESTA, SUCCEDERÀ CHE…'' - ''L'UNIONE NON PUÒ FUNZIONARE COI PARADISI FISCALI''

Alessandro Rico per “la Verità

 

roberto d agostino

D' Agostino, in Ungheria hanno la flat tax sulle imprese al 9% e al 15% sulle persone fisiche. Qui - l' ha scoperto Dagospia - il governo giallorosso studia l' Irpef monstre al 50% sopra i 300.000 euro di reddito

«Forse non lo sa, ma qui abbiamo un debito pubblico enorme. Questo comporta anche cifre astronomiche che paghiamo per gli interessi. E d' altra parte c' è una questione di diseguaglianza».

 

Dice che la flat tax è iniqua?

«Dico che le tasse vanno abbassate, ma ai ceti medi. Chi guadagna tanto, deve pagare tanto. Invece i più ricchi e le grandi aziende, le tasse vanno a pagarle nei Paesi con regimi fiscali di favore».

Chi va in un paradiso fiscale, fugge da un inferno fiscale

«Molti nostri grandi industriali se ne vanno in Lussemburgo, in Olanda Il punto è che a certi manca proprio la coscienza».

 

Però quando parte la lotta all' evasione, alla fine chi ci rimette sono i soliti professionisti, le solite partite Iva Tutti criminalizzati.

«All' origine c' è un problema europeo».

 

Che intende?

mifsud vincenzo scotti gennaro migliore

«L' Europa è stata costruita a partire dal tetto: hanno piazzato prima la moneta unica. Invece bisognava partire dall' armonizzazione dei regimi fiscali. Le faccio un esempio».

 

Sentiamo.

«Se porto la sede di Dagospia a Malta, praticamente non pago le tasse. Tutto questo non è sopportabile. Sull' Italia, invece, le posso raccontare un' esperienza personale».

Prego.

JOSEPH MIFSUD 1

«Io ho lavorato dodici anni in banca. A un certo punto, negli anni Settanta, ero responsabile dei fidi per la zona di Roma Sud».

 

E allora?

«Non riuscivo ad accordare i mutui ai piccoli imprenditori perché nessuno pagava le tasse. Non avevano dichiarazione dei redditi. È per questo che la Dc prendeva tanti voti: consentiva agli italiani di non pagare le tasse».

 

Non è un' esagerazione?

«No. Infatti eravamo un Paese governato dagli strozzini: chi non può chiedere soldi in banca va dagli usurai».

 

Ma lei perché non se ne va in Olanda o in Lussemburgo?

il secondo confronto tv tra trump e hillary clinton 5

«Ah, perché io le tasse le voglio pagare tutte. E vorrei che anche gli altri le pagassero. Sa cosa mi piace del sistema americano?».

Cosa?

«Che gli evasori vanno in galera».

 

Roberto D' Agostino ha creato una delle testate di maggior successo nel nostro Paese. L' informazione passa quasi sempre pure da Dagospia. Ma l' Italia, D' Agostino la dipinge a tinte fosche.

 

Dagospia sta seguendo la vicenda della visita a Roma del procuratore americano Robert Durham e del ministro della Giustizia Usa, William Barr, che indagano sulle origini del Russiagate. È dalla disponibilità del nostro premier, che ha la delega ai servizi segreti, che arriva il famoso «Giuseppi», l' endorsement di Donald Trump a Conte nel bel mezzo della crisi di governo?

«Be', la politica è questo: una cosa a me, una cosa a te. Trump sta cercando di vendicarsi di chi ha montato la storia del Russiagate, che poi si è rivelato del tutto farlocco. Ed è significativo che la vicenda sia partita da Roma».

WILLIAM BARR

 

Perché?

«Nel 2016, al governo c' era Matteo Renzi. Uno che tifava spudoratamente per Hillary Clinton. Trump dunque accusa l' Italia di aver fatto scoppiare lo scandalo, usando come trappola il professore maltese della Link University, Joseph Mifsud».

Quello che avrebbe rivelato a George Papadopoulos, allora nello staff di Trump, che esistevano delle email compromettenti per la Clinton. Di lui si sono perse le tracce nel maggio 2018.

«Esatto. Che poi vorrei capire, questa Link University, che università sarebbe».

Cioè?

«Io non conosco studenti della Link. Conosco solo spie. Che corsi organizzano in quest' università?».

 

La Link è un' università fake?

RENZI CLINTON

«Non lo so. Bisognerebbe intervistare Vincenzo Scotti Però è un fatto che quest' università abbia prodotto uno come Mifsud. Chi ci mette i soldi? La Link ha una sede costosissima, praticamente non ha studenti. Chi paga?».

 

La Link è l' ateneo che sforna la classe dirigente grillina, tipo Elisabetta Trenta. E il M5s è anche il partito che sostiene l' accordo filocinese sulla via della Seta.

«Ma sa, i 5 stelle si sono trovati al potere senza avere una rete di rapporti. E hanno trovato Vincenzo Scotti e la Trenta. Non so se hanno avuto un ruolo in questa storia».

 

RENZI CLINTON

Conte è riuscito a soffiare a Matteo Salvini una preziosa sponda, come Washington, proprio nel momento in cui al leader leghista, che aveva consumato lo strappo, quell' alleato sarebbe servito di più?

«Mi pare chiaro che Trump abbia garantito a Conte un endorsement in cambio delle prove del complotto contro di lui. Ma Conte una cosa l' ha sbagliata».

 

Quale?

«Ha scelto di mettere allo stesso tavolo Gennaro Vecchione, capo dei servizi segreti e una figura politica come il ministro della Giustizia americano, Barr».

 

E che c' è di male?

simona mangiante george papadopoulos

«Gli apparati devono avere rapporti solo con altri apparati. Non con i politici. Quella di Conte è stata una scelta inopportuna e credo che ne pagherà le conseguenze».

 

Sarà costretto a chiarire di fronte al Copasir.

«Ovvio. Conte si affida molto a questo Vecchione, lo considera un amico, ma per me ha fatto una scelta sbagliata. Alla fine, tra l' altro, abbiamo dimostrato per l' ennesima volta che siamo dei camerieri».

 

Dice?

«Lo voglio vedere un nostro ministro della Giustizia che va, diciamo, da Emmanuel Macron, per avere un' audizione con i servizi francesi. L' Italia è considerata un Paese suddito, in cui ognuno si fa i cazzi propri».

 

Alla Lega è mancata la capacità di costruire network internazionali?

«L' abbiamo detto tutti. Salvini non ha avuto una visione geopolitica. Non si è reso conto che la politica di oggi è globale, in un' era di guerra fredda dei dazi. In questa situazione non puoi permetterti di andare un giorno da Vladimir Putin a dire che è un grande e il giorno dopo farlo con Trump».

 

Salvini ha provato a tenere il piede in due scarpe?

«E certo. E questo gioco ti porta a essere considerato da tutti un politico inaffidabile».

Il leader leghista dice che l' accordo per estrometterlo dal governo era già pronto da molto tempo prima che lui staccasse la spina.

giuseppe conte gennaro vecchione

«Dove pensava di andare insultando tutti i giorni Macron e Angela Merkel? Un politico deve sapere che a ogni azione corrisponde una reazione. Lui si meraviglia che l' accordo fosse pronto? È la meraviglia del coglione».

 

Per fare i sovranisti bisogna essere più accorti?

«Intanto, i sovranisti sono incapaci di allearsi tra di loro. Ognuno guarda ai propri interessi. Tant' è che Viktor Orbán e Lech Kaczynski col cazzo che in Europa stanno con Salvini Stanno con la Merkel, perché ha assicurato loro soldi e flessibilità. Salvini è rimasto con il cerino in mano: con i nazisti tedeschi e Marine Le Pen. I più furbi sono stati i 5 stelle, che hanno votato Ursula von der Leyen».

Comunque, anche quando facciamo gli europeisti, noi italiani rimaniamo tutti con il cerino in mano. Adesso tutti esultano per la flessibilità, ma il deficit previsto per la manovra presunta espansiva è al 2,2%.

«Però lei avrà notato che noi giornalisti non siamo più costretti a parlare tutti i giorni di spread e di agenzie di rating. Non stanno lì a regalarci i soldi, ma nemmeno hanno il fucile spianato. Guardi che facendo quella cazzata l' 8 agosto, Salvini s' è salvato la pelle».

salvini orban

 

Che intende dire?

«Se Salvini fosse arrivato al voto anticipato, per lui sarebbe cominciata una via crucis. Anzi, una via trucis».

 

L' avrebbero bombardato?

«Quotidianamente. Gli avrebbero fatto uno scherzetto tipo quello che hanno riservato ad Heinz-Christian Strache, l' ex vicecancelliere austriaco. Ti tirano fuori un video compromettente di due anni prima e ti fanno fuori».

 

Allora per i sovranisti non c' è speranza?

«Se vuoi stare nell' Ue, come in club, devi rispettare le regole. Se no, devi uscire, come ha fatto la Gran Bretagna. Ma è una scelta che ha delle conseguenze economiche. E infatti nella Lega non si sentono più i Claudio Borghi o gli Alberto Bagnai che parlano di uscire dall' euro. E Paolo Savona, il cigno nero? Che fine ha fatto?».

I primi sovranisti sono gli europeisti di Francia e Germania. Loro, delle regole se ne infischiano.

MARCO ZANNI MATTEO SALVINI CLAUDIO BORGHI

«Sì, ma non possiamo metterci sullo stesso piano di Francia e Germania. L' Italia è vassalla. Qui arriva il ministro della Giustizia americana e parla con chi vuole. Francia e Germania se ne infischiano dei veti sul 5G dell' America».

 

Ci rassegniamo al ruolo di camerieri?

«Finché dovremo andare a chiedere soldi in Europa, ci terranno al guinzaglio. Il creditore ha sempre il coltello dalla parte del manico».

 

Il pateracchio giallorosso dura?

«Chiunque destabilizzi questo governo verrà a sua volta destabilizzato».

 

Quindi il governo è in una botte di ferro?

«L' Europa vuole questa stabilità. Perciò, appena a Luigi Di Maio o Matteo Renzi verrà in mente di fare qualche colpo di testa, arriverà la magistratura a rimetterli a cuccia».

LUIGI DI MAIO MATTEO RENZI

Non hanno loro le leve del potere, insomma.

«Il potere è invisibile, sta in alto, è il deep State. Questi mica sono leader: questi sono delegati dal potere. Uno come Conte, secondo lei, chi rappresenta? Manco la moglie. Essendo burattini, non appena il burattinaio decide che non vanno più bene, taglia i fili».

 

Che intervista pessimista

«Si chiama Realpolitik. Non ci sono più ideali o ideologie. Come diceva Cuccia, articolo quinto: chi ha i soldi ha vinto».

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