feriti dopo le frenate brusche della metro di milano

''TANTO SE NE ACCORGONO SOLO SE BRUCIA TUTTA LA GALLERIA''. LE INTERCETTAZIONI-HORROR CHE RACCONTANO LA CORRUZIONE PER LA METRO MILANESE, CON IL DIRIGENTE NOSTALGICO DI TANGENTOPOLI: "APRO UN CONTO GABBIETTA E MI SISTEMO. C'HO IN TESTA UN AGRITURISMO, I CAVALLI, LA CACCIA... SE ESCE LA LINEA 2 CHIUNQUE AVRÀ BISOGNO DI UN PIRLA COME ME... IL MIO LAVORO E' FARE LA PUTTANA, PROCACCIARE CLIENTI, TUTTO MOLTO OPACO. VADO A FARE GLI ULTIMI ANNI IN MERCEDES..." - E INTANTO I MILANESI SI FERIVANO SUI TRENI, CHE IN CERTI PERIODI SI ROMPEVANO TUTTI I GIORNI

 

1 - «FALSIFICA IL CAVO, SE NE ACCORGERANNO SOLO SE BRUCIA TUTTA LA GALLERIA»

Luigi Ferrarella per “il Corriere della Sera

 

«Devi falsificare le carte e io la coperta te la metto: se sul cavo è stampigliato FC-16 o RG-16, deve essere scartavetrato e ristampigliato R-18... ci sono le macchine apposta, lo facevamo 30 anni fa in ferrovia... Neanche vengo a fare i collaudi messa a posto la carta e non vengo a sindacarla... e neanche Atm viene a sindacare, perché alla fine sono garante io di questo...».

 

PAOLO BELLINI

Ai passeggeri in metropolitana dell'Azienda dei trasporti del Comune di Milano (10 mila dipendenti, 800 milioni di passeggeri trasportati e quasi 1 miliardo di ricavi l'anno, 9 milioni di utile) farà piacere apprendere che, quando una azienda non aveva un cavo del diametro richiesto da Atm ad esempio per lo smantellamento dei sezionatori di deviatoio della linea «M1 rossa», proprio il responsabile Atm del settore suggeriva alla ditta come falsificarne la stampigliatura e assicurava che tanto nessuno se ne sarebbe mai accorto, perché per offrire ai magistrati l'occasione di scoprirlo ci sarebbe stato bisogno della super sfortuna che andasse a fuoco una galleria:

 

«Si falsifica le carte e nessuno va a rompere le scatole... Da un punto di vista di incidente non succede niente, cioè qui il cavo non ha mai preso fuoco in 40 anni... per succedere qualcosa deve proprio succedere che ci sia un incendio... un cortocircuito... che venga giù il magistrato a prendere un pezzo di cavo... cioè se viene il magistrato prende il pezzo di cavo e lo manda a una società per l'analisi chimica tecnica e dice "ah... questo non è"... Ma per arrivare a quello deve bruciare la galleria... insomma in tanti anni non ho mai visto...».

 

FERITI DOPO LE FRENATE BRUSCHE DELLA METRO DI MILANO

«In tanti anni» è espressione che, oltre a far scattare qui tutto il campionario possibile di gesti scaramantici (il disastro di Pioltello docet), racconta la ventennale esperienza interna di Bellini: alla quale attinge (in un pranzo con manager della Engineering Informatica al ristorante «Giglio Rosso» il 29 gennaio 2019) proprio per evocare l'aggiustamento nel lontano (e coperto da prescrizione) 2006 di un altro appalto vinto da Alstom, sensibile perché riguarda il sistema di sicurezza della linea «M1 rossa», quello che nel 2018-19 ha manifestato (anche con feriti tra i passeggeri) misteriose e immotivate frenate di emergenza.

 

«Succederà come è successo in "linea 1"... perché i tempi son cambiati ma le modalità non son cambiate...», prevede Bellini a proposito dell'appalto gemello nel 2019 per la «linea 2 verde», andato nel 2020 a Siemens unica offerente: «Lo ricordo perché forse ero un po' più giovane o comunque son rimasto, nonostante sia passato per Tangentopoli», che curiosamente partì nel 1992 proprio da altre tangenti all'Atm.

 

«Io lavoravo in Metropolitana Milanese», rievoca Bellini nell'intercettazione in cui per il gip il funzionario «confessa una maxicorruzione di Alstom, che aveva di fatto comprato il suo sostegno commissionando a una "sua" società un progetto di 700.000 euro ed elargendo al dg una tangente da un milione di euro».

 

FERITI DOPO LE FRENATE BRUSCHE DELLA METRO DI MILANO

Ecco il flash-back di Bellini, «non mi bastavano le lezioni. Era il 19 dicembre 2006, aperta la busta tecnica, Alstom aveva un punto e mezzo rispetto a Siemens... Aprono la parte economica, questo succede alle 10 di sera con il vecchio direttore generale: Alstom 64 milioni e qualcosa, Siemens 12 milioni in meno... Panico... Io lavoravo per Alstom, gli avevo preparato le carte... scusate il termine, con una valigetta. A mezzanotte e qualcosa si è incontrato con il direttore generale... Alle 2 di mattina ha vinto Alstom... È andato via un milione eh...».

 

Un investimento conveniente, pubblicizza all'impresa in vista del nuovo appalto, «io credo che con queste cifre qua... perché è vero che siam partiti a 64 (milioni di valore, ndr ), ma dopo 10 anni è diventato 112... questo qua parte 127 tra 7 anni che è il tempo tecnico arriverà a 200... perché son tante le varianti e le condizioni non valutate da un punto di vista progettuale».

 

 

 

2. IL DIRIGENTE NOSTALGICO DI TANGENTOPOLI "APRO UN CONTO GABBIETTA E MI SISTEMO"

Sandro De Riccardis e Luca De Vito per ''la Repubblica''

FERITI DOPO LE FRENATE BRUSCHE DELLA METRO DI MILANO

 

«Adesso stiamo affrontando la linea 2... stiamo preparando tutte le carte per uscire col contratto... mi raccomando: quello che ti sto dicendo te lo tieni per te un attimo... il direttore generale vuole uscire a fine anno con la gara... ». Dal cuore della gestione degli appalti dell'Azienda dei trasporti milanese, Paolo Bellini, 55 anni, responsabile dell'Unità tecnica sugli impianti di segnalamento e automazione delle metropolitane, parla con uno dei pretendenti ai ricchi appalti del trasporto pubblico milanese.

 

beppe sala al mare

Un «livello di spregiudicatezza» tale, scrive il gip Lorenza Pasquinelli, che Bellini propone la posa di un cavo sui binari privo dei requisiti tecnici, certo che nessuno se ne accorgerà. «Un incendio, un cortocircuito... per arrivare a quello deve bruciare la galleria». «Mi aspetto provvedimenti immediati da parte dell'azienda», ha detto ieri il sindaco Giuseppe Sala. "Intervento su tutte le gare" Sono otto, dall'ottobre 2018 al luglio 2019, per un valore di 150 milioni, le gare sotto inchiesta.

 

Che gli sono valsi 125mila euro in stipendi mensili e commesse alle sue due società e promesse di appartamenti e future dazioni. E che ieri, a seguito dell'indagine del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dal pm Giovanni Polizzi, hanno portato a tredici arresti (tre in Atm), in un'indagine che conta 35 indagati per corruzione, turbativa, falso e peculato.

 

«I collaboratori van pagati di più... sennò fai perdere i sentimenti alle persone...» diceva Bellini a Gerardo Ferraioli, senior project manager di Engineering Informatica, una delle società che ambiva, insieme a Alstom Ferroviaria, Siemens (indagato un manager tedesco), Ansaldo/Hitachi (per mezzo di Link consulting) a spartirsi appalti e subappalti della metro.

 

la metro dopo la riapertura a milano

Bellini puntava a intrecciare rapporti a tutti i livelli, dalle grandi multinazionali alle piccole società. Per il gip Lorenza Pasquinelli. «non è emersa neppure una procedura di gara pubblica, negli ultimi due anni circa, che non sia stata attinta, in misura più o meno penetrante, dall'intervento abusivo di Bellini in favore di una o più imprese interessate ai lavori».

 

«Noi parte lesa», ha comunicato ieri Atm. La memoria di Tangentopoli Il gip lo definisce «un omaggio alla memoria di Tangentopoli». Bellini confida di voler aprire un conto e chiamarlo "Gabbietta", come quello aperto a Lugano dall'allora tesoriere del Pci-Pds Primo Greganti. «A me mancano sette, otto anni per la pensione, vorrei farmi un conto Gabbietta, e far qualcos' altro poi... c'ho in testa un agriturismo, i cavalli, la caccia...». Intanto si preoccupa degli affari di oggi. «Spero che esca la linea 2, guarda, perché se esce chiunque avrà bisogno di un pirla come me... e non me ne frega, vado a fare gli ultimi anni in Mercedes...».

 

milano, frenata improvvisa della metro 1

È lui stesso però a raccontare, intercettato, di una presunta maxicorruzione, ai tempi di Tangentopoli, su cui non sono state fatte verifiche perchè ormai i reati sono prescritti. Le frenate d'emergenza «Succederà come è successo in linea 1 - racconta Bellini - perché i tempi sono cambiati ma le modalità non son cambiate... lo ricordo perché forse ero un pò più giovane o comunque son rimasto, nonostante sia passato per Tangentopoli... io lavoravo in Metropolitana Milanese... 19 dicembre 2006... aperta la busta tecnica, Alstom aveva un punto e mezzo rispetto a Siemens, aprono la parte economica...

 

Alstom 64 milioni, Siemens 12 milioni in meno, panico... io lavoravo per Alstom.. gli avevo preparato le carte, scusate il termine, con una valigetta... alle 2 di mattina ha vinto Alstom». Il caso viene messo in relazione dalla procura con «le recenti criticità», ossia «le brusche frenate d'emergenza che hanno investito la linea rossa ».

milano, frenata improvvisa della metro 3

 

 

 

Dall'articolo di Gianni Santucci per il ''Corriere della Sera''

 

Eccoli, dietro quel sorriso, i due Bellini in uno: funzionario di Atm e direttore lavori ombra della ditta che prende i lavori da Atm: «Facciamo che sono un socio occulto». In un passaggio ostenta spavalderia imprenditoriale: «Perché se stai in Atm ti fossilizzi, invece io ho una mentalità imprenditoriale, quando vedo il soldo e l'affare... lo faccio». Per questo è sempre alla ricerca del «cavallo da cavalcare».

 

milano, guasto alla metropolitana i passeggeri nella galleria 3

E lancia la seconda auto rappresentazione (alter ego del «pirla»): «L'altro mio compito è far la pu..., cioè io procaccio, porto a casa il lavoro, ho altre società per cui lavoro. Qual è il mio guadagno? Un quid mensile, come se prendessi uno stipendio, però è tutto molto occulto, perché io tra l'altro non avendo partita Iva è sempre un problema farsi pagare». L'onesta è una preoccupazione passeggera: «Certo, a livello deontologico, non è piacevole in azienda far questo».

milano, guasto alla metropolitana i passeggeri nella galleria 2milano, guasto alla metropolitana i passeggeri nella galleria 4incidente metro milano 8incidente metro milano 3incidente metro milano 1frenata improvvisa nella metro di milano 2frenata improvvisa nella metro di milano 4SCIOPERO METRO MILANOfrenata improvvisa nella metro di milano 3incidente metro milano 6incidente metro milano 4incidente metro milano 5milano, guasto alla metropolitana i passeggeri nella galleria 5

Ultimi Dagoreport

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")